Sacerdoti, re e profeti in Cristo

Esercizi spirituali parrocchiali – 6 marzo 2020 – Meditazioni di don Christian Piva

“CRISTO VIVE IN ME”. ALLA RISCOPERTA DEL NOSTRO BATTESIMO

La nuova realtà che è sgorgata dal Battesimo, non solo per ogni singolo cristiano, ma soprattutto e specialmente per l’insieme dei battezzati che formano l’esperienza unica e straordinaria della Chiesa, è stata composta in forma di preghiera dalla liturgia, facendone un “prefazio” (è la preghiera che il sacerdote pronuncia prima del canto del Sanctus, e che ci fa entrare nell’azione per eccellenza di Gesù Cristo, che è il suo Sacrificio di amore sulla croce).

E’ veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.

Mirabile è l’opera da lui compiuta nel mistero pasquale: egli ci ha fatti passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla gloria di proclamarci stirpe eletta, regale sacerdozio, gente santa, popolo di sua conquista, per annunziare al mondo la tua potenza, o Padre, che dalle tenebre ci hai chiamati allo splendore della tua luce.

Per questo mistero di salvezza, uniti ai cori degli angeli, proclamiamo esultanti la tua lode.

Questo prefazio celebra il mistero pasquale di morte e risurrezione di Cristo, mistero che ci ha salvati e liberati dalla schiavitù del peccato, per renderci un popolo consacrato al Padre, per mezzo dello Spirito Santo, e per essere un popolo che annuncia e testimonia la vita nuova dei figli di Dio.

Il testo liturgico ha ripreso le parole dell’Apostolo Pietro:

Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. Un tempo voi eravate non-popolo, ora invece siete popolo di Dio; un tempo eravate esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia. (1Pt 2,9-10).

La Prima Lettera di Pietro è una grande catechesi battesimale per sottolineare, che con il Battesimo ci si “stringe” a Cristo e si genera così un popolo che vive «un sacerdozio santo per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo» (1Pt 2,5); inoltre diventa un popolo di profeti perché «proclami le opere ammirevoli di lui»; infine questo popolo è formato da «uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione», che entrando nella Pasqua di Cristo sono diventati «un regno e sacerdoti, e regneranno sopra la terra» (Ap 5,9-10).

Da quanto rivelato dalla Sacra Scrittura, la Chiesa nella sua riflessione è arrivata a questa consapevolezza: con il Battesimo nasce un popolo di sacerdoti, re e profeti perché in tutti i battezzati vive Cristo Sacerdote, Re e Profeta.

● Per sviscerare la dimensione sacerdotale di ogni battezzato, merita di essere riletto il n. 11 della Lumen Gentium, il testo del Concilio Vaticano II dedicato al mistero della Chiesa:

Il carattere sacro e organico della comunità sacerdotale viene attuato per mezzo dei sacramenti e delle virtù. I fedeli, incorporati nella Chiesa col battesimo, sono destinati al culto della religione cristiana dal carattere sacramentale; rigenerati quali figli di Dio, sono tenuti a professare pubblicamente la fede ricevuta da Dio mediante la Chiesa. Col sacramento della confermazione vengono vincolati più perfettamente alla Chiesa, sono arricchiti di una speciale forza dallo Spirito Santo e in questo modo sono più strettamente obbligati a diffondere e a difendere la fede con la parola e con l’opera, come veri testimoni di Cristo. Partecipando al sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana, offrono a Dio la Vittima divina e se stessi con essa così tutti, sia con l’offerta che con la santa comunione, compiono la propria parte nell’azione liturgica, non però in maniera indifferenziata, bensì ciascuno a modo suo. Cibandosi poi del corpo di Cristo nella santa comunione, mostrano concretamente la unità del popolo di Dio, che da questo augustissimo sacramento è adeguatamente espressa e mirabilmente effettuata.

Quelli che si accostano al sacramento della penitenza, ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui; allo stesso tempo si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita col peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, l’esempio e la preghiera. Con la sacra unzione degli infermi e la preghiera dei sacerdoti, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi (cfr. Gc 5,14-16), anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla passione e morte di Cristo (cfr. Rm 8,17; Col 1,24), per contribuire così al bene del popolo di Dio. Inoltre, quelli tra i fedeli che vengono insigniti dell’ordine sacro sono posti in nome di Cristo a pascere la Chiesa colla parola e la grazia di Dio. E infine i coniugi cristiani, in virtù del sacramento del matrimonio, col quale significano e partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre tra Cristo e la Chiesa (cfr. Ef 5,32), si aiutano a vicenda per raggiungere la santità nella vita coniugale; accettando ed educando la prole essi hanno così, nel loro stato di vita e nella loro funzione, il proprio dono in mezzo al popolo di Dio. Da questa missione, infatti, procede la famiglia, nella quale nascono i nuovi cittadini della società umana, i quali per la grazia dello Spirito Santo diventano col battesimo figli di Dio e perpetuano attraverso i secoli il suo popolo. In questa che si potrebbe chiamare Chiesa domestica, i genitori devono essere per i loro figli i primi maestri della fede e secondare la vocazione propria di ognuno, quella sacra in modo speciale.

Muniti di salutari mezzi di una tale abbondanza e d’una tale grandezza, tutti i fedeli d’ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità, la cui perfezione è quella stessa del Padre celeste.

Veramente ogni battezzato è dentro a pieno titolo alla vita sacramentale e di preghiera, e attraverso questa realizza il suo essere figlio di Dio Padre, compiendo le azioni di Cristo Figlio, per mezzo dell’azione santificante dello Spirito Santo.

Per la riflessione:

  • Come vivo la preghiera della Chiesa?
  • Ho maturato la mia vita spirituale vivendo i sacramenti?
  • Come vivo il mistero della Santa Messa? Vi trovo Cristo che prega?

● Ascoltiamo ora cosa ci ha insegnato il Concilio a riguardo della funzione profetica dei battezzati:

La missione della Chiesa ha come scopo la salvezza degli uomini, che si raggiunge con la fede in Cristo e con la sua grazia. Perciò l’apostolato della Chiesa e di tutti i suoi membri è diretto prima di tutto a manifestare al mondo il messaggio di Cristo con la parola e i fatti e a comunicare la sua grazia. [ ]. Molte sono le occasioni che si presentano ai laici per esercitare l’apostolato dell’evangelizzazione e della santificazione. La stessa testimonianza della vita cristiana e le opere buone compiute con spirito soprannaturale hanno la forza di attirare gli uomini alla fede e a Dio; il Signore dice infatti: «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini in modo che vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,16).

Tuttavia tale apostolato non consiste soltanto nella testimonianza della vita; il vero apostolo cerca le occasioni per annunziare Cristo con la parola sia ai non credenti per condurli alla fede, sia ai fedeli per istruirli, confermarli ed indurli ad una vita più fervente; «poiché l’amore di Cristo ci sospinge» (2 Cor 5,14) e nel cuore di tutti devono echeggiare le parole dell’Apostolo: «Guai a me se non annunciassi il Vangelo» (1 Cor 9,16). (Apostolicam actuositatem 6).

Sono parole che veramente interpellano il nostro essere battezzati e ci riconsegnano pienamente la missione di essere una comunità cristiana che vive, incarna e annuncia il Vangelo di salvezza, con le opere e con le parole!

Per la riflessione:

  • Posso dire di essere un testimone del Vangelo?
  • Quanto mi impegno a conoscere e a custodire la Parola di Dio?
  • Posso fare un servizio di annuncio esplicito nella mia comunità cristiana?

● Infine fissiamo lo sguardo sulla dimensione regale che ogni battezzato è chiamato a svolgere nel mondo, sempre ascoltando Lumen Gentium, n.36:

Il Signore infatti desidera estendere il suo regno anche per mezzo dei fedeli laici: i1 suo regno che è regno «di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace» e in questo regno anche le stesse creature saranno liberate dalla schiavitù della corruzione per partecipare alla gloriosa libertà dei figli di Dio (cfr. Rm 8,21). Grande veramente è la promessa, grande il comandamento dato ai discepoli: «Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio» (1 Cor 3,23).

I fedeli perciò devono riconoscere la natura profonda di tutta la creazione, il suo valore e la sua ordinazione alla lode di Dio, e aiutarsi a vicenda a una vita più santa anche con opere propriamente secolari, affinché il mondo si impregni dello spirito di Cristo e raggiunga più efficacemente il suo fine nella giustizia, nella carità e nella pace. Nel compimento universale di questo ufficio, i laici hanno il posto di primo piano. Con la loro competenza quindi nelle discipline profane e con la loro attività, elevata intrinsecamente dalla grazia di Cristo, portino efficacemente l’opera loro, affinché i beni creati, secondo i fini del Creatore e la luce del suo Verbo, siano fatti progredire dal lavoro umano, dalla tecnica e dalla cultura civile per l’utilità di tutti gli uomini senza eccezione, e siano tra loro più convenientemente distribuiti e, secondo la loro natura, portino al progresso universale nella libertà umana e cristiana. Così Cristo per mezzo dei membri della Chiesa illuminerà sempre di più l’intera società umana con la sua luce che salva.

Cristo Gesù è il vero Re dell’umanità perché è Colui che ha saputo ordinare tutte le cose al Padre, cosa che non ha saputo fare Adamo. Battezzati in Cristo siamo perciò capaci di realizzare la regalità, la signoria di Gesù, e vivere, lavorare, ordinare, trasformare le cose del mondo secondo il disegno di salvezza che vuole il Padre. Se, grazie alla vita dei battezzati, vengono trasformate, con lo Spirito che viene dal Padre, le molteplici situazioni umane…queste trovano la loro piena realizzazione e il mondo avrebbe veramente un’altra luce! 

Per la riflessione:

  • Penso che il mondo abbia bisogno di incontrare Gesù Cristo? Oppure ritengo vada per suo conto?
  • Quanto mi stanno a cuore le situazioni umane del mondo? Sono impegnato in un’opera di carità?

● Dopo aver guardato all’insieme dei battezzati costituiti sacerdoti, re e profeti, è doveroso fissare l’attenzione sul rapporto che si viene a creare nella Chiesa tra il sacerdozio comune dei laici e il sacerdozio ministeriale dei presbiteri. Possiamo chiederci: perché deve esserci questa diversità con tutto quello che comporta nello specifico alla vita della Chiesa?

Attingiamo sempre dalla liturgia ciò che si realizza nella Chiesa, e lo facciamo considerando il prefazio della Messa Crismale, nella quale si consacra il crisma, ed è la Messa “più sacerdotale” di tutte perché riguarda in modo speciale noi preti (facciamo il rinnovo delle promesse sacerdotali).

Egli [Gesù Cristo] comunica il sacerdozio regale a tutto il popolo dei redenti, e con affetto di predilezione sceglie alcuni tra i fratelli che mediante l’imposizione delle mani fa partecipi del suo ministero di salvezza. Tu vuoi che nel suo nome rinnovino il sacrificio redentore, preparino ai tuoi figli la mensa pasquale, e, servi premurosi del tuo popolo, lo nutrano con la tua parola e lo santifichino con i sacramenti. Tu proponi loro come modello il Cristo, perché, donando la vita per te e per i fratelli, si sforzino di conformarsi all’immagine del tuo Figlio, e rendano testimonianza di fedeltà e di amore generoso.

Perché il popolo dei battezzati faccia l’esperienza concreta, reale e incarnata di Cristo Sacerdote, Re e Profeta che prega, guida e parla alla sua Chiesa, ecco che il Signore stesso sceglie alcuni uomini tra questo popolo e, mediante il sacramento dell’Ordine Sacro, li stabilisce come sua stessa ripresentazione sacramentale, perché nella Chiesa sia sempre presente il mistero dell’Eucarestia e degli altri sacramenti, sia annunciata la Parola che salva e la Chiesa sia governata dalla stessa carità pastorale di Cristo Buon Pastore.

Questa bella preghiera della Chiesa ci interpella a noi sacerdoti: dobbiamo sforzarci per essere sempre di più immagine vera, reale, concreta di Cristo, perché abbiamo da renderGli testimonianza davanti ai fratelli e agli uomini tutti. Cristo ci ha dato una grande responsabilità, una missione che non possiamo prendere alla leggera…i battezzati si aspettano di vedere e di ricevere da noi il Cristo stesso.

Mi piace a questo punto ricordare le famose parole di Sant’Agostino, riguardo al suo essere vescovo a favore del popolo cristiano:

Nel momento in cui mi dà timore l’essere per voi, mi consola il fatto di essere con voi. Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano. Quel nome è segno dell’incarico ricevuto, questo della grazia; quello è occasione di pericolo, questo di salvezza.

Come facciamo allora a consolidare di giorno in giorno questo rapporto di dipendenza reciproca, tra preti e laici, tra laici e preti?

Con la preghiera sincera gli uni per gli altri; con la condivisione della vita della Chiesa in tutti i suoi aspetti; camminando insieme dietro al Signore Gesù sulla via tracciata dal Vangelo; convertendoci ogni giorno al Signore Gesù; riscoprendo tutti il nostro Battesimo e custodendo la nostra singolare vocazione.

Per la riflessione:

  • Noi preti come viviamo il dono del nostro Sacerdozio? Quanto e come lo alimentiamo e lo facciamo maturare?
  • Ringrazio il Signore perché mi ha scelto? Come vivo con la Chiesa?

● Eccoci arrivati al termine di questa settimana di esercizi spirituali alla riscoperta del nostro Battesimo. Sono state dette tante cose, tanta ricchezza biblica, spirituale, liturgica, simbolica…

Forse adesso ci sarà bisogno di rimasticare il tutto con pazienza, imparando a gustare nello spirito, soffermandoci maggiormente su ciò che facciamo ancora fatica e ringraziando il Signore invece su ciò che ha fatto vibrare il nostro cuore di figli di Dio. Sono concluse le meditazioni, ma non di certo gli esercizi, che siamo chiamati a continuare per questa Quaresima e oltre. Vi ringrazio tutti per la pazienza e l’ascolto di questi giorni, e vi chiedo una preghiera, per don Michele e per me, perché insieme possiamo essere veramente immagine viva e vera del Signore Gesù che cammina nella sua Chiesa. Ogni benedizione a tutti e che ogni battezzato di questa parrocchia possa dire con gioia: “Cristo vive in me”! Amen.