Care Maria, Maria e Salome…

Commento al Vangelo del 31 marzo 2024.

«È risorto, non è qui!» (Mc 16,6). Vorrei essere Maria di Magdala, o la mamma di Giacomo, o Salome, che per prime hanno sentito queste parole. Vorrei vedere gli occhi di quelle tre amiche di Gesù mentre quel giovane misterioso, seduto accanto alla tomba di Gesù per la prima volta faceva risuonare nel mondo l’annuncio della risurrezione. Occhi forse pieni di sorpresa, gonfi di lacrime. Occhi che si incrociano con incredulità e pieni di interrogativi.

Vorrei sentire il battito del loro cuore andare a mille… Vorrei che il mio cuore battesse a mille ogni volta che penso al Risorto!

«È risorto, non è qui!». Cosa avete capito, carissime sorelle nella fede, in quel momento? Cosa vi siete chieste nel cuore? Cosa vi siete dette tra di voi? Quel giovane è stato molto dolce e molto deciso a dirvi cosa dovevate fare. Non è stato lì ad ascoltare le vostre domande. Forse avete dovuto attendere per chiarirvi le idee.

Vorrei stare sempre anche io in ricerca, vivere sempre da discepolo che deve imparare, curioso di sapere meglio, di capire meglio, di andare in profondità.

«È risorto, non è qui!». Avete raccontato agli apostoli, subito, quello che avete visto e udito. Avete messo in moto l’onda della evangelizzazione. Per prime avete visto la tomba vuota la la vostra vita, già segnata dall’amizia con Gesù di Nazaret, è diventata vita al suo servizio, per dire a tutti il suo amore misericordioso, il suo affetto più forte della morte, il suo desiderio di fare dell’umanità una sola famiglia. Non sappiamo se l’avete visto anche voi, il Signore risorto, in quei quaranta giorni prima della sua Ascensione, ma vi ringraziamo per questo vostro servizio missionario improvviso e inatteso. Il fatto che Gesù, tramite quel giovane, abbia scelto voi per essere apostole degli apostoli, è molto bello, e molto importante: ci dice che il Signore è risorto per continuare a vivere una amicizia carica di comunione, di stima e di affetto. Ci dice che lui è Signore della vita che vuole stringere legami più forti della morte fisica e più forti delle nostre debolezze e dei nostri peccati.

Vorrei crescere, assieme a tutti i discepoli del Signore, nella accoglienza del suo dono di amore, vorrei con voi mettermi a disposizione del Signore risorto che vuole legare a sé tutti, proprio tutti, e portarci al Padre per diventare quel che siamo: una sola famiglia di figli e fratelli.

Perché una gioia è bella, ma è più bella quando la condividi, mi ha detto oggi Alessandro.