Fratello Tommaso!

Commento al Vangelo del 7 aprile 2024.

Tommaso era chiamato ‘didimo’, cioè fratello gemello… Lo sento davvero come un fratello, non gemello, ma maggiore di me, che ha vissuto prima di me l’incontro con il Signore risorto.

Giovanni racconta tre apparizioni di Gesù Risorto ai suoi: una il giorno di Pasqua, uno la settimana dopo, e la terza sul lago di Tiberiade. Alla prima non era presente il nostro fratello Tommaso. Non si sa perché.

Si sa che non aveva creduto all’annuncio degli altri che già avevano visto il Signore. Anche io avrei fatto una gran fatica. E d’altra parte vedo attorno a me un sacco di gente che non crede nel Signore: ci sono quelli che nemmeno se ne interessano e quelli che pur dicendosi cristiani non vivono un rapporto bello, intimo, significativo con il Signore risorto. Mi chiedo se ci sono quelli che vorrebbero, come Tommaso, mettere le mani nelle ferite del Signore… Confesso che a me piacerebbe un sacco e vivo nell’attesa di vedere il corpo glorificato di Gesù, che porta in sé per l’eternità i segni del suo amore folle per ciascuno di noi.

Tommaso rimane nel gruppo dei suoi amici e degli amici di Gesù. E finalmente c’è anche lui quando il Signore si fa vedere un’altra volta. Bellissimo il dialogo con Gesù, che inizia con un forte e dolce invito, che è anche un forte e dolce rimprovero. Invito a vedere e toccare, ad essere credente e non incredulo. Rimprovero per la mancanza di fede. Già… la fede. La fede è tutta lì: accorgersi che Gesù ‘sta in mezzo’ alla tua vita e alla vita della sua comunità e che offre la sua presenza per un rapporto di amore stupendo, profondo, fondamentale.

Gesù è molto chiaro, presentandosi vivo dopo la vera esperienza della morte e della sepoltura: sa di essere il Signore della vita e dell’amore, sa di essere l’unico in grado di offrire un rapporto di amore indistruttibile, sa di essere lui la Pace e la fonte di pace per i suoi fratelli, i figli del Padre sparsi nel mondo. Infatti insiste sul dono della Pace. Tre volte lo dice ai suoi, che di pace hanno un infinito bisogno.

Abbiamo bisogno della Pace del Risorto, e lo ringraziamo perché ce la dona sempre e testardamente e gratis. Ne abbiamo bisogno perché da soli non siamo capaci di essere in pace con lui, di superare le nostre mancanze di amore e di fede: c’è bisogno del suo perdono, del suo abbraccio di pace.

Ne abbiamo bisogno per i rapporti tra di noi, in famiglia, nella nostra comunità: la forza del perdono che permette di mantenere i legami, di ricucirli quando li spezziamo, di farli fiorire nel bene viene solo da Lui.

Ne ha bisogno il mondo intero, in balia della follia della guerra, follia dei governanti e dei gruppi di potere che non vogliono sentire ragioni e rifiutano di negoziare per intraprendere cammini di pace, follia dei produttori di armi che ingrassano sulle spalle di centinaia di migliaia di fratelli che muoiono. Il Signore risorto dice a tutti loro, proprio oggi: Pace a voi! Nessun dubbio sulla volontà di Dio: la Chiesa, pur con un cammino faticoso nella storia, ha capito che nessuna guerra è scusabile, nessuna guerra è difendibile, nessuna guerra può essere giustificata o sopportata dal Signore. Gesù, pur di non rispondere a quelli che lo hanno aggredito, si è lasciato ammazzare sulla croce e, risorto, si è presentato non per vendicarsi o per sgridare o per prendere le distanze, ma offrendo una rinnovata e definitiva esperienza di Pace. Questa è la volontà del Padre, questo è quello che, oggi, pensa e desidera Dio Padre.

Tommaso a un certo punto si è arreso e con stupore ha riconosciuto il suo Signore e il suo Dio. Con il mio fratello Tommaso voglio anche io accogliere il risorto che vuole essere il mio Signore, il mio Dio.