Via Crucis per le vie del quartiere

31 marzo 2023 – Parrocchie del Corpus Domini e di S. Agostino

Ritrovo alle 20.30 nella chiesa del Corpus Domini. Per le vie Torboli, Cavalieri, Aeroporto, Bologna, Passega, Amicizia si arriverà alla chiesa di S. Agostino.

Introduzione

Preghiamo la Via Crucis per le vie delle nostre parrocchie del Corpus Domini e di S. Agostino.

Desideriamo vivere insieme la vicinanza al Signore che ci ha amato da morire e condividere e aumentare la fede in lui, e nel Padre e nello Spirito.

Desideriamo porre un piccolo segno di testimonianza per i nostri fratelli e sorelle amati dal Signore che abitano in questo quartiere. 

Nello svolgersi di questa Via Crucis saremo accompagnati dalle meditazioni di una giovane della nostra Chiesa diocesana: stralci delle lettere di Laura Vincenzi al fidanzato Guido e da alcune riflessioni di quest’ultimo. Si è aperto il processo diocesano per il riconoscimento della santità di questa ragazza di Tresigallo. Laura, nata nel 1963, è andata nella casa del Padre a 24 anni, dopo aver vissuto una vita ricca dell’amore di Dio, spesa in semplicità nella famiglia, con gli amici, il fidanzato, nello studio, in parrocchia, nell’Azione Cattolica. Questa ricchezza si è moltiplicata vivendo fino in fondo la malattia. “Abbracciare la Croce=Vivere l’Avventura” è la frase tratta dal Diario di Laura per dire il suo modo di affrontare la prova, senza subire gli eventi e scegliendo di conservare e valorizzare quanto di prezioso ed essenziale c’è in ogni essere umano, vale a dire la propria capacità di amare.


1 – Gesù è condannato a morte

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Marco

 [Pilato] sapeva che i sommi sacerdoti gli avevano consegnato [Gesù] per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò: “Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Ma Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Allora essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso  (Mc 15,10-15)

Scrive Laura:

“Oggi ho sentito, al tatto, una sporgenza nel piede. Non saprei dire con certezza che si tratta di un nodulo o che è un segno sicuro di recidiva: mi sembra esagerato. Per il momento ho pensato di tenere sotto controllo la situazione, soprattutto quella psicologica, ossia di non drammatizzare e continuare con concentrazione ed attenzione alle mie cose. […] Bisogna che il Signore mi aiuti a tenere sotto controllo la situazione, perché io non voglio essere schiava della paura, ma al limite, tutt’al più, convivere con il male, che significa Amare nonostante il male e tutte le sue sfumature (il disagio, l’incertezza di come andrà a finire). Voglio amare ogni giorno della mia vita e non perdere nessuna occasione per questo a causa di un sarcoma o della paura della recidiva. Di tempo in questo senso ne ho già perso e se ho imparato qualcosa dall’anno scorso è stato proprio che il male fisico – o meglio l’insidia di un male come il sarcoma – è PERICOLOSO per me, mi è NEMICO,  solo nella misura in cui mi paralizza psicologicamente, non permettendomi di essere me stessa e di continuare ad AMARE in tutto ciò  che  faccio:  amare  il  mio fidanzato, amare la mia famiglia, amare il mio studio e farlo con impegno, amare i ragazzi del catechismo e amare la comunità nel servizio.

  
2 – Gesù è caricato della Croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Marco

Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.(Mc 15,16-19)


Dal Vangelo secondo Giovanni

Ed Egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota. (Gv 19,17)

Scrive Laura: “Devo dirti poi, amore, che quanto dicevi questa mattina a proposito del vivere intensamente il presente, senza concepire la vita come una corsa ad ostacoli, senza perciò l’ansia di ciò che dovrà accadere (o che perlomeno ci aspettiamo che accada) nel futuro, è molto vero, e quelle volte che riesco a tradurlo in realtà, mi accorgo che è l’unica via per vivere serenamente e che dà buoni frutti. Ma certo non è facile tenere sotto controllo i fattori di distrazione, che a volte sembrano proprio accavallarsi uno dietro l’altro, a mettere alla prova la nostra capacità di resistenza o di reazione: ci vuole una gran fede, ci vuole la forza di fare un atto di fede il quale scaturisce, a mio parere, dalla preghiera.

Sì, io credo che la preghiera sia la migliore risorsa in grado di darci la forza di ridimensionare le cose, di ragionare anche in un modo sereno ed equilibrato, perché da essa rinasce la convinzione che quando Dio è con noi non abbiamo nulla da temere, che Lui non ci chiede cose che non siamo in grado di affrontare, che è fondamentale, dal punto di vista cristiano (cioè: che a aiuta a maturare in tal senso), il vivere l’oggi, poiché è sul nostro modo di affrontare responsabilmente il presente che il Signore ci chiede conto; infatti, a pensarci proprio bene, il nostro futuro è nelle sue mani; noi non conosciamo nella sua completezza il progetto che Egli ha su di noi e perciò ogni volta che ce ne occupiamo rischiamo di prendere dei grandi “abbagli”, oltre che naturalmente sprecare del tempo inutilmente.

3 – Gesù cade per la prima volta

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». (Mt 11,28-30)

Scrive Laura: “… sento di avere bisogno di tante cose: innanzitutto di avere bisogno di Dio, bisogno di aprirgli il mio cuore perché operi in me un vero cambiamento; io lo so che Dio mi vuole aiutare, ma forse in questi giorni gli sto chiudendo, col mio comportamento, troppe volte la porta in faccia. Poi ho bisogno di tanta umiltà e di tanta pazienza da accettare le mie cadute e ricadute e da non perdere mai la voglia e la forza di ricominciare, perché so che ogni atteggiamento di ribellione o di insofferenza è inutile di per sé e tanto più se non è seguito dalla volontà di cambiare.

Ecco dunque, Bene mio, il quadro completo della tua zoppicante compagna di viaggio! So che è importante accettare con umiltà la propria imperfezione, perché ciò significa accettare la realtà del limite umano: sarebbe un’utopia pretendere di essere perfetti, ma so anche che Dio [..] ci chiede di  fare tutto il possibile per imitarlo nella strada della perfezione. Perciò, con umiltà, oggi ricomincio daccapo, confidando nel suo aiuto e nella tua preghiera. […] Cercherò di mettercela tutta”.

4 – Gesù incontra sua Madre

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Giovanni

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé (Gv 19, 25 – 27)

Scrive Laura: “Mi è balenata l’idea di fare una specie di “scambio”, se così si può dire, di preghiera, cioè di offrire ogni giorno una preghiera speciale al Signore per tutte le persone che mi ricordano e che mi vogliono bene. Credo che non ci sia niente di più bello del poter offrire come dono agli altri la propria preghiera. La preghiera poi arriva dappertutto; è una specie di abbraccio universale con cui arrivare dovunque, a chiunque  […].

Tra l’altro comincio a “riscoprire Maria”…  è da quando quella suorina francese mi ha dato la medaglia miracolosa [della Madonna] che ho cominciato a rivolgermi a Lei con più confidenza, come ad una mamma che può e sa mediare tra noi e Suo Figlio.

Sono contenta di questa scoperta fatta a 23 anni e penso che ne sarà contenta anche Lei che è riuscita finalmente a conquistarmi.” 


5 – Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Marco

Mentre lo conducevano verso il luogo del Golgota costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. (Mc 15,21)

Scrive Laura: “… credo che, accanto all’importanza e alla bellezza (per la serenità che procura) del saper leggere il proprio presente e del conseguente rendere grazie a Dio per i doni che ci fa, credo che a noi due (ma sempre con l’aiuto Suo, e per questo è fondamentale la preghiera) spetti, come dici tu, il gioco di vivere…

Chiedere a Dio di esprimere vita in qualsiasi situazione ci troviamo: bella o brutta, felice o avversa, esaltante o deprimente; a casa o in caserma, all’ospedale, a lezione, in circoscrizione, in parrocchia… ed io credo che in questi tre anni di fidanzamento sia cresciuta la nostra capacità e volontà di esprimere vita.

Le difficoltà incontrate ci hanno in un certo senso “costretti” a scegliere fra la strada del lasciarci andare (la disperazione) e quella del reagire con dignità (la vita) e insieme abbiamo scelto la seconda via e ci siamo incamminati sorreggendoci a vicenda, traendo forza e determinazione ognuno dall’esempio dell’altro, ognuno dalla determinazione e dal coraggio dell’altro.

6 – La Veronica asciuga il volto di Gesù

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Salmo 27

«Il mio cuore ripete il tuo invito: “Cercate il mio volto!”. Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza» (Sal 27,8-9).

Scrive Laura: “Sai? Sono sempre più stupita e commossa della generosità di Francesca, che mi fa da autista ogni qualvolta mi reco all’ospedale e per esprimerle con un piccolo segno la mia riconoscenza ho pensato di regalarle un sacchettino di biscotti di cocco, che le sono piaciuti molto.

Io penso che l’amicizia sia fatta anche di queste piccole cose, che se pure non “preziose” vengono dal cuore…. Tu che ne dici?

A volte, anche guardando all’esempio degli altri, di chi ti sta vicino, ti accorgi veramente dell’importanza di fare del bene, di essere al servizio dei fratelli; ti accorgi di come sia vero che, amando il tuo prossimo, ami Dio. C’è molto da imparare anche da chi ti sta vicino in modo silenzioso col sorriso sulle labbra, come in genere fa Francesca….”


7 – Gesù cade per la seconda volta

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo. 

Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. (1Pt 2, 21b-24)

Scrive Laura: “Fare i conti con la propria coperta, che è sempre corta, in un momento in cui essa sembra esserlo ancora di più, in virtù delle difficoltà e della nostra incapacità a discernere la globalità del disegno di Dio su di noi, può portare ad un dato positivo che, secondo me, sta bene emergendo in questo frangente, nella nostra realtà di coppia. 

Si tratta del “recupero” (se così si può dire) delle coordinate essenziali che guidano il nostro cammino di fidanzati, di ragazzi incamminati, pur in mezzo ad un mare di difficoltà, verso il traguardo del matrimonio. […] Ecco dunque, che come spesso capita nella vita di una persona, da un momento – chiamiamolo di “crisi”, di interrogativo, di riscontro della propria povertà – nasce una forza, tutta nuova ed inattesa, di risollevarci, di affrontare la nostra vita, di ricominciare….[…]

Mi accorgo che la vita è un continuo ricominciare, un perpetuo rimboccarsi le maniche: ci sono dei momenti in cui tutto sembra crollarti addosso; eppure tu ti accorgi che, nonostante tutto, la Vita reclama ancora i suoi diritti, ti chiama a partecipare, a continuare la “lotta”.

8 – Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Luca

Seguiva Gesù una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.” (Lc 23,27) 

Scrive Laura: “Riflettendo un po’ a fondo sul periodo presente, sento sempre meglio come il verbo “vigilare” sia quello più adatto, più consono sia all’attuale situazione, sia al nostro stato d’animo. […] Non è detto che nel nostro vigilare, alla fine scopriamo delle strade alternative da seguire, ma oggi come oggi non ci sono elementi sufficienti per fare una scelta. Non appena ci saranno, allora sceglieremo e ci metteremo anima e corpo, lo so bene, nella sua realizzazione” Questa mancanza di una grande strategia di fondo (perlomeno di una nostra percezione di quello che è la strategia di Dio nelle nostre vite) non ci impedisce però di mettercela tutta a vivere, da bravi figli di Dio, gli appuntamenti quotidiani con spirito – appunto – di vigilanza e di fedeltà.”


9 – Gesù cade per la terza volta 

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Luca 

«Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno»(Lc 22, 28-30a)

Scrive Laura: “Certo mi rendo conto che, nonostante la grandezza di Dio e i segni chiari della Sua presenza nella nostra vita, la mia fede è solo un piccolo lumicino che ha bisogno di continui controlli per non spegnersi: qualche volta infatti l’ignoranza del progetto di Dio su di noi, in termini di particolari, mi porta ad avere qualche ombra di dubbio, qualche momento di pessimismo (…). Se sento di una persona morta di un tumore dopo tre o quattro anni dalla malattia, automaticamente penso che la mia sorte non sarà dissimile; in un attimo col pensiero cancello tanti segni di speranza che Nostro Signore ci ha mandato. Forse anche questa è una tentazione di Satana.

Poi però ritorna il momento di luce: comprendo che il progetto di ogni uomo è unico ed irripetibile, che è sciocco fare banali similitudini con un Dio che è espressione della più grande originalità ed ancora mi dico convinta che agli occhi di Dio la migliore risposta di un Suo Figlio di fronte alla morte è quella di Vivere, di dedicare alla Vita ogni energia che ha in corpo perché è alla vita (quella eterna) che siamo chiamati, in lunga gittata, e non alla morte […] e allora riprendo con lena il mio tran tran, badando a soffermarmi sull’oggi e non sul domani.”

10 – Gesù è spogliato delle vesti

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Giovanni

 I soldati, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato. La tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: “Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca”. Così si adempiva la scrittura: “Si son divisi tra loro le mie vesti, e sulla mia tunica hanno gettato la sorte”. (Gv 19,23-24)

Scrive Guido: “Ricordo il pianto di Laura e mio dopo l’incontro con il professor Pellegrini, che ci ha dato ben poche speranze. Ricordo anche la serenità che è derivata dalla nostra scelta, fatta quella stessa sera, di non fissarci sul numero dei mesi che avremmo potuto ancora passare insieme quaggiù. In quel momento ci siamo impegnati a confermare responsabilmente la nostra scelta di amore, continuando a volerci bene, a voler bene agli altri, a voler bene alla Vita (che è Cristo), ed esprimendo questa nostra ricchezza interiore disinteressatamente, senza cioè pretese o ipoteche sul futuro. 

E’ stata una decisione sofferta. Umanamente non me la sarei mai sentita di rinunciare a Laura, né lei a me, ma per amore del nostro stesso Amore ci siamo incamminati per l’unica strada che ci è rimasta aperta, a parte quella, ovviamente, della disperazione. Una strada che ha preteso da noi, forse, molto di più di quanto la nostra stessa natura potesse dare.

Può sembrare una contraddizione ma, l’Amore che ci ha unito, ci ha guidato verso la separazione della nostra stessa unione, almeno su questa terra. E’ un mistero doloroso, ineffabile, per molti aspetti incomprensibile, ma anche terribilmente vero”.

11 – Gesù è inchiodato sulla Croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Luca

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l’altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: « Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: « In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».  (Lc 23, 39-43)

Scrive Laura: “A livello istintivo sento che la guarigione definitiva (cioè quello che è il miracolo di una sparizione definitiva ed istantanea del male fisico) per me non ci sarà: non ci sarà, in altri termini, una vittoria definitiva del Bene, cioè di Dio, sul Male, cioè sul Diavolo, in questa mia e nostra esistenza terrena. Il perché non lo so, e non so neppure se questo dipenda dalla mia fede (cioè: se avessi più fede il miracolo potrebbe avvenire). So solo che io continuerò a chiederlo direttamente a Dio nella preghiera, perché non viene meno in me la fede che Lui se vuole può farlo. Ma sento che ho bisogno di recuperare un dialogo diretto con nostro Signore, di recuperare una dimensione di fede interiore, silenziosa, nascosta, ma forte. […] 

Un’esistenza così provata dalla sofferenza fisica, mi porta ad interrogarmi sulla mia capacità di convivenza col male; a volte mi vedo, mi sento impreparata…. sento che ci sarà molto da imparare nel campo della pazienza; che c’è tutto un altro aspetto della serenità da coltivare: serenità che non è solo condizione istintiva, che è già potente in me, ma è modo di essere, scelta voluta e sudata, per essere di aiuto agli altri (in modo particolare a te, che mi starai accanto in modo speciale!) e a me stessa. Credo comunque che, se Dio sceglierà per noi, per me, questa realtà, non ci farà mancare i mezzi per viverla a fondo…. come sempre, nella Sua logica. (…). Ti voglio bene”.


12 – Gesù muore sulla Croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Marco

Alle tre Gesù gridò: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni”, che significa : “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. (Mc 15,33-34)

Dal Vangelo secondo Luca

Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù gridando a gran voce disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò. (Lc 23,45-46)

Scrive Guido: “Prima di spirare [Laura] ha pregato Dio di non andare in coma, per rimanere cosciente fino alla fine. La sua anima bella sarà sicuramente volata in paradiso. Personalmente ne sono uscito spiritualmente arricchito, ma umanamente a pezzi, e ancora mi domando per quale motivo la strada della realizzazione umana e della santità debba essere cosparsa di sofferenze e di prove, che sembrano andare contro la nostra stessa natura umana.

Forse il nostro patrimonio esistenziale è tanto scarso da non poter pervenire a traguardi significativi, se non attraverso la via traumatica? Interrogativo tremendo che non ha risposta umana, come non ha avuto risposta il grido di Cristo morente in un mare di dolore e di ignominia: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Il mistero del dolore è insondabilmente legato al nostro divenire amore, al nostro realizzarci come uomini.”


13 – Gesù è deposto dalla Croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Luca

Simeone parlò a Maria, sua Madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Sua Madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. (Lc 2, 34-35.51)

Scrive Guido: “Ripenso spesso ad un lungo ed intenso abbraccio tra Laura e me nel periodo direttamente successivo al nostro fidanzamento; quella sera abbiamo sentito in modo particolarmente penetrante la benevolenza di Dio che si stava manifestando all’uno per tramite dell’altro. Da quella volta abbiamo imparato che, nel proprio tentativo di essere buono, ognuno di noi sarebbe stato “specchio di Dio” per l’altro, cioè gli avrebbe reso più vicina la presenza dell’Eterno.

E questo sforzo di bene è durato anche nei giorni della prova, perché ci siamo resi conto che la rassegnazione – o peggio – la disperazione, ci avrebbero tolto l’unica vera grande ricchezza che abbiamo avuto: l’amore come intesa tra di noi ed intesa tra noi e Dio.

Ci siamo resi conto che la rassegnazione e la disperazione avrebbero violentato le nostre personalità molto più del male in quanto tale. Al contrario, rimanendo aperti l’uno all’altro ed evitando di chiuderci in noi stessi, oltre a salvare la parte migliore della nostra natura umana, avremmo continuato ad essere l’uno per l’altro specchio di Dio, cioè a rendere evidente la presenza di Dio nella nostra coppia. E la scommessa è stata vinta.

14 – Gesù è deposto nel Sepolcro

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Giovanni

Nel luogo dove era stato crocifisso Gesù vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo scavato nella roccia. Là Giuseppe depose il corpo di Gesù. (Gv 19,41-42)

Dalla Lettera di S. Paolo apostolo ai Romani

Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù (coraggio, scelta) di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rm 8,35.37-39)

Scrive Laura: “Signore Dio, ti ringrazio dei doni bellissimi che mi hai fatto in questi quasi ventiquattro anni di vita: ti ringrazio prima di tutto della vita che mi hai donata e che io amo; ti ringrazio perché ti sei fatto conoscere a me e mi sei padre, un padre fedele che non mi abbandona; ti ringrazio per la famiglia in cui vivo dove si respira il tuo amore, ed infine ti ringrazio perché, attraverso il bene del mio fidanzato, mi fai sentire quanto mi ami.

Signore, nella mia breve esistenza ho capito che la vita è un cammino duro, seminato di difficoltà, ma che tu non operi che il bene dell’uomo, ed ho imparato anche che le situazioni apparentemente più critiche, la perdita di una gamba, due lunghe e pesanti chemioterapie, la perdita momentanea dei capelli…., colloqui duri con medici, se vissute con spirito di affidamento, possono trasformarsi in momenti di versa grazia, animati da quella libertà e da quella sicurezza di chi non ha più paura, perché ha riposto tutta la sua fiducia in te. […]; soprattutto Signore fa’ che i miei occhi rimangano sempre attratti da ciò che veramente conta, e che è la certezza del Regno, dell’eternità insieme a te, rispetto alla quale tutto ciò che è terreno, effimero ed è cosa di poco conto”

Conclusione

Preghiamo con le parole di Papa Francesco

“Signore Gesù, aiutaci a vedere nella Tua Croce tutte le croci del mondo:

la croce delle persone affamate di pane e di amore; 
la croce delle persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti; 
la croce delle persone assetate di giustizia e di pace; 
la croce delle persone che non hanno il conforto della fede; 
la croce degli anziani che si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine; 
la croce dei migranti che trovano le porte chiuse

a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici;
la croce dei piccoli, feriti nella loro innocenza e nella loro purezza; 
la croce dell’umanità che vaga nel buio dell’incertezza

e nell’oscurità della cultura del momentaneo; 
la croce delle famiglie spezzate dal tradimento,

dalle seduzioni del maligno o dall’omicida leggerezza e dall’egoismo;
la croce dei consacrati che cercano instancabilmente di portare la Tua luce nel mondo

e si sentono rifiutati, derisi e umiliati; 
la croce dei consacrati che, strada facendo, hanno dimenticato il loro primo amore; 
la croce dei tuoi figli che, credendo in Te e cercando di vivere secondo la Tua parola,

si trovano emarginati e scartati perfino dai loro famigliari e dai loro coetanei; 
la croce delle nostre debolezze, delle nostre ipocrisie, dei nostri tradimenti,

dei nostri peccati e delle nostre numerose promesse infrante; 
la croce della Tua Chiesa che, fedele al Tuo Vangelo,

fatica a portare il Tuo amore perfino tra gli stessi battezzati; 
la croce della Chiesa, la Tua sposa, che si sente assalita continuamente

dall’interno e dall’esterno;
la croce della nostra casa comune che appassisce seriamente

sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall’avidità e dal potere. 
Signore Gesù, ravviva in noi la speranza della risurrezione

e della Tua definitiva vittoria contro ogni male e ogni morte. Amen!”