Avvenga!

Commento al Vangelo del 20 dicembre 2020.

In questa quarta domenica dell’Avvento entriamo ancora una volta, con grande rispetto e delicatezza, nella casa della vergine Maria. E assistiamo stupiti al dialogo tra l’arcangelo Gabriele e questa ragazza di Nazaret, promessa sposa di Giuseppe. È un dialogo in cui è in gioco la salvezza dell’umanità intera. È in gioco la nostra salvezza!

In un clima di preghiera e di comunione con Dio cui era sicuramente abituata, Maria riceve la visita specialissima dell’angelo che la saluta scoppiettante di gioia. ‘Rallegrati!’: è il saluto gioioso che risuonava nei profeti che si rivolgevano a Gerusalemme, alla Figlia di Sion! È, anche qui, già qui, una promessa di beatitudine. Sempre Dio vuole comunicare beatitudine!

L’angelo non chiama Maria per nome. La chiama ‘riempita di grazia’. La saluta invitandola a gioire contemplando ciò che Dio ha già fatto in lei, fin dal primo istante della sua esistenza. Creata da Dio e impregnata di salvezza, di affetto, di sapienza, di vita definitiva, di capacità di amare senza limitazioni. In Lei (lo abbiamo celebrato l’8 dicembre) i frutti della salvezza generati dalla Pasqua si sono avverati come in anticipo.

È un saluto così forte e profondo che Maria ne rimane turbata: si rende conto, Maria, della enormità di Dio e della sua piccolezza (vedi il Magnificat!). E l’angelo s’affretta a tranquillizzarla, a ripeterle che Dio per lei ha riservato solo ‘grazia’ e la vuole coinvolgere nella del Figlio dell’Altissimo, del discendente di Davide promesso da secoli, del Messia! Lei sarà la Madre. Forse tante ragazze in Israele attendevano e desideravano questo onore…

Maria sa che cosa c’è in gioco. Non dubita della parola dell’angelo. Ma si mette in gioco in modo intelligente. La sua breve domanda è un capolavoro di sapienza e di discernimento: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Maria desidera sapere come funziona questa nascita del tutto originale, che la costringono a ricombinare le idee quanto al suo rapporto con Giuseppe. Maria non è una semplice esecutrice. È una donna responsabile, che vuole mettere tutte le sue facoltà al servizio di Dio: per questo sembra dire ‘se mi dici come avverrà, io mi metterò ancora più pienamente a disposizione di Dio!

Una opera misteriosa dello Spirito farà accadere questa incarnazione del Figlio di Dio. Maria è un vaso vuoto che accoglie la Vita. La accoglie (ci insegnano i Padri e specialmente S. Agostino) prima di tutto nel cuore. La sua fede, la sua adesione a Dio è la fondamentale accoglienza, che prepara quella del grembo.

Perché questa nascita verginale? Ci dice, certo la disponibilità di Maria, ma ci dice qualcosa soprattutto di quel Figlio, del quale noi professiamo la vera umanità e la vera divinità. La vera umanità è indicata dalla maternità di Maria: ‘nato da donna’, Gesù è veramente uomo. La vera divinità è indicata dalla maternità verginale: quel bimbo è vero Dio, Figlio eterno del Padre.

Quanto ringraziamento dobbiamo a Dio e a Maria! Nella casa di Nazaret anche noi siamo rimasti col fiato sospeso, fino a che dal cuore e dalla bocca di Maria non è uscito quel gioioso «Avvenga di me secondo la tua parola». Grazie a quella disponibilità si è realizzata la promessa di Dio, il suo Figlio è entrato nella nostra storia e ha rifatto la nostra umanità rendendola gioiosamente capace di giustizia e di pace.