Al cuore del Vangelo delle Beatitudini ci sta la misericordia. Che è al cuore di tutto il vangelo. È quasi imbarazzante parlarne… e forse è bene continuare semplicemente a contemplare, a lasciarci impregnare della misericordia che irraggia dal presepio.
Ti vediamo, Gesù, Figlio di Dio che «pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (Fil 2,6-7). Eterno e onnipotente, pieno di gloria e di onore, eppure fatto bambino, piccolo e umile. E poi uomo dei dolori che conosce il soffrire. E poi crocifisso e sepolto. Perchè? Perchè Signore?
Forse la parola misericordia ci aiuta. Nella Bibbia l’hai fatta scrivere un sacco di volte per indicare lo sbilanciamento del cuore del Padre verso il popolo, soprattutto verso i poveri, gli umili, i peccatori, gli emarginati… Dio prende le loro difese, sempre. Non sta rinchiuso nel suo castello dorato, non si preoccupa di perdere del tempo, non si lamenta perchè ha altro da fare: il suo cuore freme di compassione, il suo intimo è impaziente per per il desiderio di restituire dignità, giustizia e pace ai suoi figli.
E tu, Gesù vieni a dire al tuo Popolo e all’Umanità intera che questo è il volto di Dio! E lo fai non solo condividendo il dolore, la sofferenza, la violenza, la morte… ma anche prendendoti addosso il male e il peccato di quelli che ti perseguitano e che fanno il male dei tuoi fratelli, dei figli del Padre celeste. A questo arriva la tua misericordia, il tuo ‘avere a cuore il misero’. A questo arriva la scandalosa e folle misericordia del Padre. Tu sei il Cristo, che «ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poiché sta scritto: Maledetto chi è appeso al legno» (Gal 3,13). Tu sei il Figlio che immette nel mondo in modo radicale la rivoluzione dell’amore, contro ogni logica di potere e di oppressione, contro ogni ingiustizia. E lo fai con la compassione, con la tenerezza, con il perdono pronto verso tutti. Guardando il presepe vediamo questa delicatezza di Dio che entra nel mondo e si prende cura di tutti. Non solo di quelli che gli chiedono aiuto. Non solo di quelli che sono (almeno abbastanza) bravi. Proprio di tutti. Anche dei criminali. Anche dei crocifissori. E siamo aiutati a purificare la nostra immagine di Dio da tutte quelle tracce diaboliche di violenza che noi gli abbiamo messo addosso. Se Dio si è fatto bambino per amore (ed è disposto a dare la vita per i suoi amici), allora non c’è nel suo cuore nessuna traccia di cattiveria, di indifferenza, di arbitrio, di desiderio di condanna. Allora non possiamo più dire: solo Dio può condannare. Dobbiamo piuttosto dire: solo Dio può perdonare. Perchè da Dio esce solo la Misericordia. Perchè Dio è solo misericordia.
Contemplare queste cose ci mette in crisi, Signore… Dobbiamo certo rivedere l’immagine che abbiamo del Padre, ma ci rendiamo conto che, se stiamo davanti alla follia della tua misericordia, dobbiamo rivedere anche noi stessi. Magari fino a capire che tu ci coinvolgi in questo turbine di compassione viscerale verso gli altri. Magari fino ad arrivare a provare tenerezza e desiderio di pace anche per i fratelli che ci fanno del male. Magari finanche a considerarci noi colpevoli degli sbagli degli altri… se non altro perchè non li abbiamo amati abbastanza.