NOVENA DI NATALE – 21 dicembre: BEATI I PURI DI CUORE

Caro Gesù, bambino nel presepio, oggi ci inviti a diventare puri di cuore, perchè desideri che vediamo chiaramente Dio. Sappiamo che per decifrare questa promessa di felicità dobbiamo guardare te. Ma contemplare il tuo cuore è mettersi davanti a un abisso che disorienta e fa venire le vertigini: come al tua coscienza umana è stata misteriosamente unita e illuminata dalla tua natura divina? Come ha funzionato la tua intelligenza ispirata dalla unione intima con il Padre e lo Spirito? Come si è mossa la tua volontà umana che è sempre stata sintonizzata con la tua volontà del Figlio di Dio? Certo, è stata questa unione tra le tue due nature che ha messo l’umanità in una situazione nuova, di ri-creazione, capace di verità e di amore in modo autentico…

Permetti oggi, in attesa di contemplarti nella tua missione e nella tua Pasqua, di guardare ai tuoi genitori, che sono con te nel presepio, primi ad accoglierti nel tuo ingresso nella storia, primi a sperimentare il riflesso della tua redenzione e a ‘vedere Dio’, cioè a riconoscere la tua presenza divina nella loro vita.

Siamo ammirati dal cuore pulito di Giuseppe. Un animo sensibile, profondo, silenzioso. Una intelligenza in ascolto, capace di mettersi in discussione, capace di far prevalere i pensieri e i sentimenti e quindi i progetti e i desideri di Dio. La coscienza di Giuseppe si è lasciata purificare, illuminare, riempire dei pensieri di Dio. Non si è lasciata trascinare nel male neanche nel momento in cui il suo progetto di vita con Maria pareva aver subito uno stop. In dialogo con Dio, si è lasciato orientare non dalle sue preferenze, ma dalla chiamata (avvertita sempre più chiaramente) ad essere vero sposo della tua straordinaria mamma Maria e tuo forte e delicato custode.

Siamo ancor più ammirati dal cuore limpidissimo della tua mamma Maria. Per dono tuo Immacolata, cioè nata senza nessuna inclinazione al male, all’egoismo, all’orgoglio… la sua coscienza funzionava proprio bene: anche lei non era preoccupata di rivendicare qualcosa per sè, non pretendeva di avere delle idee migliori di Dio, era libera dalle tensioni del male e libera dai propri personali progetti di bene. Un cuore che si è lasciato illuminare dallo Spirito. Sì: la purezza del cuore di Maria non ha significato per lei capire tutto e subito. La sua intelligenza ha dovuto percorrere il cammino della ricerca per una comprensione più profonda dei progetti del Padre. A Gabriele non ha esitato a chiedere «Come avverrà questo, poichè non conosco uomo?» (Lc 1,34): voleva capire meglio non per contestare, ma per essere ancor più pienamente a disposizione. E a Gerusalemme, quanto tu dodicenne hai rivelato che dovevi occuparti «delle cose del Padre» tuo, lei, pur preoccupata per te, non comprendendo, non si è messa a lamentarsi o a protestare, ma semplicemente a custodire queste parole «meditandole nel suo cuore» puro (cf. Lc 2,49-51).

Insomma, guardando a Giuseppe e a Maria, Signore, ci par di capire che avere il cuore puro vuol dire senz’altro non avere macchie di idee e affetti sballati che ci portano in qua e in là, ma soprattutto un cuore pieno della luce, dell’acqua viva dello Spirito, pieno dei tuoi pensieri e dei tuoi sentimenti, che lo Spirito tenta continuamente di suggerire a tutti.