Esercizi spirituali parrocchiali – 4 marzo 2020 – Meditazioni di don Christian Piva
“CRISTO VIVE IN ME”. ALLA RISCOPERTA DEL NOSTRO BATTESIMO
Con la giornata odierna del mercoledì, siamo arrivati al “centro” di questi nostri esercizi spirituali; allora è bene oggi contemplare il centro, il cuore teologico e spirituale degli esercizi!
Scorriamo velocemente le tappe finora viste. Siamo partiti fissando lo sguardo sulla paternità di Dio e sulla maternità della Chiesa per iniziare a scavare nel sacramento del Battesimo, e ieri ci siamo soffermati sul peccato originale che ha rovinato il rapporto tra gli uomini e Dio.
La liturgia della Chiesa quando celebra il Battesimo ha stabilito dei precisi segni e delle precise parole perché ogni battezzato sia consapevole che è sempre bisognoso di essere salvato dall’amore di Dio che libera dal male. C’è la preghiera di esorcismo:
Dio onnipotente ed eterno, tu hai mandato nel mondo il tuo Figlio per distruggere il potere di satana, spirito del male, e trasferire l’uomo dalle tenebre nel tuo regno di luce infinita; umilmente ti preghiamo: libera questo bambini dal peccato originale, e consacralo tempio della tua gloria, dimora dello Spirito Santo. Per Cristo nostro Signore.
C’è l’unzione con l’olio dei catecumeni, ossia coloro che “vengono istruiti” per la prima volta sul Vangelo di Cristo e si preparano a ricevere il Battesimo, affinché siano resi “lottatori contro il male” dalla grazia dello Spirito Santo:
Ti ungo con l’olio, segno di salvezza: ti fortifichi con la sua potenza Cristo Salvatore, che vive e regna nei secoli dei secoli.
Infine la Chiesa educa i suoi figli ad esercitare la propria libertà, a mettere in moto le facoltà umane per rifiutare con tutta la propria persona l’azione tentatrice del diavolo…e così si fanno le tre rinunce, a Satana, alle sue tentazioni, e ai peccati che da queste ultime provengono.
● Ora riprendiamo il nostro cammino spirituale per raggiungere il cuore del Battesimo.
Abbiamo detto che dopo il peccato di Adamo, l’uomo non ha più l’immagine giusta di Dio: da Padre è diventato padrone, e anche l’uomo non ha più l’immagine giusta di sé stesso (da figlio è diventato schiavo).
Chi potrà risolvere questo dramma? Chi potrà salvare questa situazione? Dio solo! D’ora in poi Dio dovrà trovare il modo di ricucire lo strappo con l’uomo, dovrà ristabilire quel rapporto di fiducia e di fede con l’uomo, dovrà trovare il modo di rivelare, di mostrare agli uomini che non è un padrone, ma bensì il Padre. È tutta la storia della salvezza!
E cosa fa dunque il Padre perché la storia possa essere salvata? Manda il Figlio…viene Gesù Cristo, a distruggere le immagini sbagliate di Dio, sia quella che lo vede come un Dio lontano, totalmente distante da noi e chiuso nel suo cielo, sia l’immagine del padrone…Gesù Cristo è venuto a dirci che Dio è Padre e che Lui è il Figlio.
Ma non si è fermato qui: Gesù ci ha detto che Padre e Figlio si amano eternamente di un Amore che li lega e che diffonde la vita eterna, che è lo Spirito Santo!
«Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo» (Gv 17,3), sono le parole che Gesù dice come preghiera al Padre durante l’ultima Cena, e all’apostolo Filippo che chiede: «Signore, mostraci il Padre e ci basta», Gesù risponde: «Chi ha visto me ha visto il Padre» (Gv 14, 8-10).
Gesù Cristo con la sua vita, con la sua Persona, ma soprattutto con la sua Pasqua di Passione, Morte e Risurrezione ha definitivamente e pienamente mostrato la verità di Dio e la verità dell’uomo. Solo dopo la Pasqua di Gesù, tra l’uomo e Dio torna la pace, e può tornare la pace tra uomo e uomo. Il debito che Adamo aveva contratto con Dio è definitivamente annullato, tolto di mezzo, “pagato”, come canta la Chiesa nella Veglia Pasquale con l’Exultet.
● Compiuta l’opera di Dio, Gesù Cristo viene glorificato alla destra del Padre, prima però lascia ai suoi discepoli, alla sua Chiesa l’ultimo comando: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19).
La Chiesa vive sulla terra per realizzare questo comando di Cristo: che gli uomini di tutti i popoli, di ogni tempo e cultura, abbiano da essere “tirati dentro” alla vita di Dio, immersi (=battezzati) nella comunione vitale e divina che c’è tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e così facendo conoscano l’unico vero Dio, e vivano per sempre della vita eterna!
Questo “tirare dentro”, questo “immergere” gli uomini nel Padre, nel Figlio e nello Spirito è il cuore del Battesimo, è il cuore dell’essere battezzati. È il cuore della nostra vita di cristiani!
Il momento più alto del Battesimo è l’immersione nell’acqua e la dichiarazione che siamo portati dentro alla vita stessa della Trinità Santissima.
Per la riflessione:
- Nella giornata di oggi, provo a ripetermi le parole centrali del Battesimo: “Sono immerso nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo” (voglio sottolinearne il senso!)
- Che pensieri, sentimenti, propositi mi vengono nel cuore?
- Cosa potrebbe cambiare nel mio modo di essere battezzato, cristiano?
● Forse tutto ciò ci può stupire, meravigliare, commuovere, ma magari corre il rischio di restare un qualcosa di distante e difficile da sperimentare nelle nostre giornate.
Come faccio a vedere il Padre? Dove vedo il Figlio presente? Per poi non parlare dello Spirito Santo? Chi è? Come è?
Dio non basta conoscerLo, sapere chi È, bisogna soprattutto frequentarLo, bisogna ascoltarLo, bisogna amarLo per poter dire di vivere veramente da figli battezzati, immersi in Lui, per poter dire con San Paolo “Cristo vive in me”. Dobbiamo far sì che il nostro Battesimo diventi preghiera, rapporto, dialogo con le Persone Divine.
Vorrei a questo momento condividere con voi alcuni spunti che ci vengono dall’antica e famosa icona della SS. Trinità di Andrej Rublëv (1360-1430), monaco russo, figlio spirituale di San Sergio di Radonez.
Costui per raffigurare l’icona della Trinità si è ispirato all’episodio biblico dei tre messaggeri che visitano Abramo alle Querce di Mamre, e a costoro Abramo prepara un pasto (Gn 18,1-8).
Rublëv ha fatto questa scelta perché da sempre questo incontro misterioso di Abramo con i tre messaggeri è stato interpretato come una primissima rivelazione di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, e da notare che Abramo quando saluta i tre messaggeri dice: «Mio Signore», al singolare (Gn 18,3).
L’icona è ricchissima di significati e di simbologie: noi ci limitiamo a vederne solo alcune, quelle che maggiormente ci possono interessare e lasciare uno stimola per la preghiera.
Sono tre angeli dal volto uguale ma distinti grazie all’abito: già qui ci viene rappresentata l’unità della Vita divina, l’uguaglianza della natura divina, ma al tempo stesso la distinzione delle Tre Persone Divine.
IL PADRE
Il Padre è raffigurato dall’angelo che sta a sinistra, il quale è vestito di una tunica azzurra, il colore che dice la divinità, ma è ricoperto da un manto rosaceo simbolo della creazione, l’opera del Padre che dice la sua grandezza e bontà nell’aver dato la vita. Dice anche la sua Provvidenza nel donare a noi suoi figli i beni di cui ogni giorno abbiamo bisogno.
Davanti al Padre, come suoi figli, siamo chiamati a maturare l’atteggiamento spirituale della gratitudine e della lode. Come fare? Imparando a pregare il Padre facendo memoria dei suoi doni, dei suoi benefici, di tutto ciò che da Lui riceviamo.
Dobbiamo ringraziare nella preghiera Dio Padre per i beni corporali e materiali che ogni giorno ci dona (mi dona il respiro, il cibo, il vestito, la casa, il pane quotidiano, l’acqua, il lavoro, la salute affinché possa vivere per gli altri, il dono del tempo…). Quanto bene ci farebbe riconoscere che quello che abbiamo e usiamo nelle nostre giornate non ce lo siamo dati da soli, ma è un dono gratuito…cambieremo subito atteggiamento interiore ed esteriore!
Nella preghiera dobbiamo ringraziare Dio Padre anche per i beni spirituali che ci fa: la sua Parola, la sua grazia che ci santifica, il suo perdono, i sacramenti, il discernimento…Dio Padre non ci dà solo le cose necessarie a mantenerci in vita, ma ci dà gli “strumenti” per mettere in pratica la “vita eterna”, il rapporto con Lui.
Vivere una vita da battezzati vuol dire prima di tutto pregare il Padre e ringraziarlo, lodarlo per pura gratuità. Questo modo di pregare può diventare un metodo di preghiera personale, di dialogo che impariamo a fare, e anche un buon modo per fare l’esame di coscienza.
- Mi fermo davanti al Padre…lo ringrazio per…si può recitare un salmo di lode…
IL FIGLIO
La figura centrale dell’icona è il Figlio Gesù Cristo. Vestito della tunica rossa, colore che richiama il sangue del sacrificio che ha vissuto nella sua Pasqua, per il fatto che ha assunto la natura umana, porta sulla spalla la stola dorata, simbolo del suo Sacerdozio eterno. Anche il Figlio è rivestito di un manto colore azzurro per indicare la sua natura divina. Qui si raffigura il mistero di Gesù Cristo, quale vero Dio e vero Uomo. Il Figlio è rivolto verso il Padre e i due si guardano a vicenda, si parlano, si ascoltano, dipendono uno dall’altro.
Il Figlio Gesù è Colui con cui ci confrontiamo. Bisogna osservare che le tre Persone sono sedute presso un altare, e che la parte anteriore è libera. Il chiaro intendo è quello di comunicare che ognuno di noi battezzati è l’invitato a prendere posto dentro la comunione trinitaria e così diventare familiare di Dio, e noi per l’appunto siamo entrati nella Santissima Trinità grazie al nostro Battesimo.
Ora se immaginiamo di sederci presso questo altare, ecco che davanti a noi ci troviamo il Figlio Gesù! E non poteva essere altrimenti perché è per Cristo, con Cristo e in Cristo che l’uomo, noi, la Chiesa, si rivolge al Padre, nella grazia e nell’amore dello Spirito Santo.
Trovarsi davanti a Gesù Cristo significa che attraverso il mio Battesimo, io sono chiamato a diventare giorno dopo giorno sempre più simile a Lui, fino a dire “Cristo vive in me”.
E come si fa? FrequentandoLo! Ogni giorno dovremo sentire sempre il bisogno di metterci davanti a Gesù Cristo per ascoltare il suo Vangelo, entrare sempre più nel Suo mistero Eucaristico, imparare anche noi gli stessi sentimenti che erano suoi, fare nostro il modo di vivere, di parlare, di pensare di Gesù…Lui è il nostro modello. Imitazione di Cristo!
Ovviamente, se impariamo a stare davanti a Gesù, ci accorgiamo inevitabilmente delle cose e degli aspetti che ancora ci separano da Lui e ci rendiamo conto di quelle dimensioni della nostra vita che stridono, che non si accordano, con la sua Santissima Umanità. Ecco che questa vita in Cristo diventa anche esame della nostra vita, diventa confronto, paragone e cammino di conversione!
Davanti e in preghiera con il Figlio Gesù impariamo l’atteggiamento della richiesta di perdono.
- Guardo il volto di Gesù Cristo, un volto che mi è familiare…lo ascolto…lo guardo…mi preparo a riceverLo nella Santissima Eucaristia, Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
- Lui, Gesù Cristo, è la mia vita…
LO SPIRITO SANTO
Infine guardiamo la terza Persona della Trinità, che è lo Spirito Santo, raffigurato dall’angelo di destra, vestito anche Lui della tunica blu, simbolo della divinità, perché lo Spirito è Dio per natura, ed è ricoperto con un manto verde, simbolo della vita nuova che lo Spirito riversa sull’umanità e sul mondo.
Lo Spirito Santo è datore della vita, è Colui che rinnova la vita; è “il primo dono ai credenti, mandato a compiere ogni santificazione” (preghiera eucaristica IV) e quindi è lo Spirito Santo che lavora dentro la nostra vita di Battezzati perché di giorno in giorno possiamo modellarci sempre più su Cristo Gesù. Lo Spirito Santo è portatore dei sette doni (Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio), questi sette regali che vivono e sono custoditi nel cuore di noi battezzati per poter essere e vivere realmente da figli di Dio.
L’atteggiamento di preghiera da far maturare con la Persona dello Spirito Santo è la supplica, la richiesta di aiuto fiduciosa e costante, fatta nelle mille situazioni della nostra vita. Spirito Santo vieni in me affinché in me viva il Cristo!
Per usare un immagine plastica, potremmo dire che il Padre ci sta alle spalle perché usciamo da Lui e Lui è il datore di ogni dono; il Figlio ci sta davanti perché è la nostra mèta; lo Spirito ci sta accanto perché è il compagno di viaggio!
- Guardo lo Spirito Santo…gli chiedo la sua compagnia per questa giornata…
- Gli chiedo quel dono spirituale che mi serve oggi per fare…
- Lo invoco spesso con brevi preghiere, ci parlo come ad un amico che fa strada con me…
BATTESIMO ED EUCARISTIA
Il nostro essere stati battezzati, l’essere diventati figli di Dio, ci dà il permesso di prendere posto al banchetto che la Santissima Trinità ha preparato per ciascuno di noi: l’Eucaristia.
Nell’icona, sull’altare è presente una coppa d’oro con l’Agnello immolato. Cristo è il banchetto che Dio ha preparato per l’umanità, l’Eucaristia è il Suo Corpo e il Suo Sangue che siamo invitati a condividere con tutti i battezzati. Come battezzati siamo chiamati a fare maturare in noi la vita eucaristica, ossia una vita dentro alla comunione col Padre, col Figlio e con lo Spirito Santo, una vita capace di adorare, ringraziare, espiare e chiedere umilmente i doni e le grazie necessari.