In queste settimane in parrocchia ‘smontiamo’ pezzo per pezzo la Messa, per guardarla meglio, per viverla meglio, perchè l’incontro con il Signore risorto nella Messa rigeneri la nostra vita quotidiana.
Si inizia salutando bene il Signore. All’inizio di un incontro ci si saluta. Nella Messa ci sono gesti che esprimono il nostro saluto al Signore con grande rispetto (l’inchino all’altare e l’incensazione: perché si riconosce la sua grandezza divina) e con grande affetto (il bacio all’altare), perché si riconosce che si tratta di un incontro d’amore. Da parte sua, il Signore saluta con le parole che attestano la sua presenza e il suo desiderio di incontrarci arricchendoci. Ad esempio: «La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi!». Non si tratta solo di un augurio, ma di una vera e propria presa di coscienza del Signore che c’è e rende presente tutta la Trinità, la sua grazia, il dono della comunione, la voglia di farci vivere una esperienza di amore.
Pace e bene! Quante persone salutiamo ogni giorno! E in quanti modi diversi lo facciamo! A volte sono saluti calorosi, pieni di affetto. Altre volte sono saluti formali e standardizzati: il ‘buongiorno’ o il ‘come va?’ possono essere solo frasi fatte, svuotate del vero contenuto delle parole, prive di un vero interesse per l’altro. Altre volte ancora non ci preoccupiamo per nulla di salutare le persone che incontriamo: i vicini di casa, o i colleghi di lavoro… le persone ci passano accanto come se non esistessero. Il modo in cui il Signore ci accoglie e noi accogliamo lui deve espandersi al modo in cui ci salutiamo tra di noi. Tutto parte da una stima reciproca, che non sempre ci viene spontanea. Salutare bene una persona è possibile se richiamiamo alla memoria la sua preziosità e la sua dignità, al di là della condizione economica o sociale… Salutare bene una persona significa desiderare di comunicare la stima e il desiderio di bene (è famosa la formula usata da san Francesco: ’Pace e bene’). Significa farla sentire accolta e destinataria di una vera premura, o quantomeno di un vero rispetto, di una vera attenzione. Pure qui vale la regola d’oro: fai agli altri quello che desideri sia fatto a te!
Viviamo bene i saluti questa settimana! Ci può essere utile cambiare un po’ le parole, o anche solo il tono della voce; e scegliere consapevolmente il modo più adatto a seconda delle diverse intensità dei rapporti: il semplice ‘buona giornata!’, o una stretta di mano calorosa, un abbraccio, un bacio… Proviamo a rivedere il modo in cui siamo soliti salutare le persone, a riappropriarci delle parole e dei gesti alla luce della ricchezza del nostro rapporto con il Signore. Specialmente con i poveri, o le persone che ci stanno meno simpatiche, un saluto ben fatto è una forma di annuncio evangelico, che può lasciare un segno di stupore.
Anche nella preghiera personale dobbiamo imparare dalla Messa. Siccome la preghiera è un incontro, bisogna cominciare salutandosi! Ad esempio facendo bene il segno della croce, oppure baciando il libro delle Scritture prima di metterci in meditazione: anche con il Signore servono i ‘convenevoli’!