Nella comprensione della persona di Gesù, vero Dio e vero uomo, è stato problematico capire come ha funzionato la sua volontà. Gesù aveva una sola volontà (quella divina), oppure due (quella divina e quella umana?). È il grande problema del cosiddetto ‘mono-telismo’ (avere una sola volontà). I nostri Padri nella fede ne hanno discusso e hanno definito la fede su questo aspetto nel 451 a Calcedonia. Cos’è in gioco? La volontà ‘umana’ e la libertà di Gesù nella sua opera di salvezza, il coinvolgimento della sua natura umana nella decisione di salvare (mediante la passione) gli uomini suoi fratelli! Sergio di Costantinopoli diceva: non è possibile che Gesù abbia avuto due volontà, perché era una persona sola, e una persona non può avere due volontà contrastanti che sussistono l’una di fronte all’altra. Se Gesù avesse avuto due volontà contrastanti, sarebbe stata impossibile l’unità della sua persona. Perciò Gesù non ha avuto una volontà umana. Massimo il Confessore, invece, ha riflettuto contemplando Gesù nel Getsèmani, quando ha chiesto al Padre: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu» (Mc 14,36). Se per Sergio questa è la dimostrazione dell’impossibilità delle due volontà contrarie, per Massimo è la rivelazione di ciò che fino allora era invisibile, cioè dell’accordo fra le due volontà: «non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu!» (Lc 22,42) La volontà c’entra con la natura! È una dimensione di come è fatto l’uomo e di come è fatto Dio! In Gesù il soggetto (Colui che dice ‘io’) è il Figlio di Dio, il quale possiede due nature vere e integre. E ogni natura ha la facoltà della volontà. Perciò Gesù Cristo ha due volontà diverse (non ‘contrarie’), che si accordano fra loro nel volere la salvezza! Gesù ha divinamente e umanamente voluto salvare morendo l’umanità. La passione e la croce vengono anche dalla volontà dalla natura umana! Così Gesù ha fatto funzionare in modo perfetto la volontà umana nella sua carne, volontà che in noi non funziona molto bene, perché non ci è facile accordarci con la volontà del Padre! Chi dunque ha ‘voluto’ la nostra salvezza? L’ha voluta la Trinità (il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo), nell’accordo perfetto della volontà divina. L’ha voluta il solo e medesimo Signore Gesù Cristo, nell’accordo perfetto della sua volontà umana con la sua volontà divina. Ci siamo avvicinati al segreto più intimo di Gesù. Abbiamo capito che è l’unico e identico Signore, una sola persona in due nature unite senza confusione e mutamento, senza divisione e separazione. Ma per cogliere la vita, la verità del nostro Signore dobbiamo addentrarci nel suo mondo di comunione, di dialogo, di obbedienza, insomma, di amore. Egli è in comunione con le altre due divine persone della Trinità, in una sintonia perfetta di volontà e di operazioni. E, cosa straordinaria, il rapporto fra le sue due nature è un rapporto di obbedienza, in cui la volontà umana (che è volontà dell’unico soggetto che è Cristo) si accorda perfettamente e obbedisce liberamente alla volontà divina. Veramente il Figlio di Dio non ha annientato l’umanità che ha assunto, ma l’ha valorizzata al massimo, l’ha fatta compartecipare in modo pieno e libero all’opera della redenzione. In altri e migliori termini, lui ha voluto sia secondo la sua natura divina, sia secondo la sua natura umana, la redenzione. Possiamo infine ripetere con il Concilio Vaticano II: «Il Figlio di Dio… ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi, fuorché nel peccato» (GS 22).