Mangiare e bere, per rimanere

Commento al Vangelo del 11 giugno 2023.

Oggi mostriamo, con la processione eucaristica, il Signore, veramente presente nell’Eucaristia, ai fratelli e sorelle del nostro quartiere. Che cosa mostriamo? Che cosa crediamo? Lasciamoci aiutare dalla Parola (Gv 6,51-58). Impressiona l’insistenza di Gesù sui verbi mangiare e bere Esce dal suo animo l’incontenibile desiderio di offrirsi personalmente e totalmente a ciascuno di noi. Farsi mangiare dagli altri: una cosa che noi non riusciamo a fare… Certo, ci mettiamo a disposizione degli altri, alle volte in modo molto intenso (penso ai genitori con i figli, specie quando sono piccoli), ma sempre in forma limitata. Gesù si mette a disposizione completamente. E con lui il Padre, nello Spirito. Usa l’immagine del ‘pane del cielo’, che a un certo punto diventa la sua carne, e più avanti ancora è assieme al suo ‘sangue’. Nessuna riserva, niente trattenuto per sé. Tutto è per noi, per chiunque si apra a lui.

Detta così può sembrare una cosa astratta, che non c’entra con la nostra vita. Ma basta fermarsi un attimo. Pensare alla fame. E alla sete. Cioè al desiderio, ai desideri. Innegabile che ne abbiamo, profondi e brucianti. Fame e sete di affetto, di stima, di successo. Fame e sete di relazioni buone, vere profonde. Fame e sete di dare il nostro contributo per il bene degli altri, di essere costruttori di pace. Fame e sete di un fondamento stabile per la nostra vita. E di una prospettiva di eternità, di qualcosa che vinca l’orrore della morte. Abbiamo fame e sete di Vita con la V maiuscola…

Il Pane del Cielo, cioè la persona di Gesù, ci viene incontro, in modo assolutamente fedele, e gratuito, per sfamarci e dissetarci in quelle profondità. Lo fa offrendoci non delle cose, ma se stesso e la sua Vita che è una vita definitiva, eterna, che lui solo possiede, assieme al Padre, nello Spirito. Mangiare e bere Lui vuol dire assumere la sua Vita nel nostro corpo, nella nostra psicologia, nel nostro spirito. Quante volte in questo brano Gesù ripete che chi mangia e beve ‘ha la vita eterna’!

Ancor più in profondità, avanzando nella rivelazione, Gesù a un certo punto,  non dice più che chi mangia e beve ‘ha la vita’, ma che chi mangia e beve ‘rimane in me e io in lui’. Ecco il dono che appaga i desideri più profondi del nostro cuore: poter essere in un legame di intimità con Lui, e con il Padre, nello Spirito. Esser consapevoli della loro Presenza. Dialogare quotidianamente con loro per impostare le nostre giornate. Ringraziare e saper vedere le cose e le persone con gli occhi di Gesù. Fare e dire quello che farebbe e direbbe lui.

Il Corpus Domini, il Corpo del Signore che ogni domenica possiamo mangiare nella Parola e nell’Eucaristia, è dunque la forza della nostra settimana. Personalmente e insieme, perché lo stesso Signore da lo stesso pane e lo stesso vino a tutti, la stessa unica carne, lo stesso unico sangue. Celebrare insieme l’Eucaristia è profondamente compromettente: fonte e culmine del rapporto con il Signore, origine e compimento dei rapporti buoni tra di noi e con tutti quelli che incontriamo (specialmente i poveri) e impariamo a vedere come li vede Gesù, e il Padre, nello Spirito.