Commento al Vangelo del 4 giugno 2023.
Sentir Gesù parlare del Padre è un incanto. Solo lui l’ha visto. Solo lui ci apre la via. Abbiamo capito bene questo: tutto ciò che sappiamo del Padre è solo ciò che è passato per la testa e il cuore e la voce e i gesti di Gesù di Nazaret. E gli apostoli si sono ricordati bene di quel che lui ha detto e fatto. E si sono ricordati bene di quel rapporto speciale che trapelava delle parole, dal tono di voce, dall’affetto di Gesù: il rapporto con suo Padre. Ce ne parla tantissimo Giovanni, che riporta in modo più diffuso i discorsi del Maestro. Anche nel brano che ascoltiamo oggi (Gv 3,16-18 tratto dal dialogo di Gesù con Nicodemo) troviamo la sicura consapevolezza e la fierezza del Figlio a riguardo del Padre e di quel che fa. Più che parlare della identità del Padre, Gesù racconta quel che il Padre pensa e fa. È dall’agire della Trinità nella storia della salvezza, infatti, che noi risaliamo alla identità di Dio! È così in tutta la rivelazione: la Bibbia non parte dalle definizioni dogmatiche, ma dalla storia, dai fatti che sono accaduti, a partire dalla esperienza della liberazione del popolo di Israele dall’Egitto. Se quel Dio di Mosè è stato più forte degli dèi degli Egiziani e dei popoli circostanti e ha portato il suo popolo nella Terra Promessa, allora il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe è l’unico Dio. E se è l’unico Dio è anche il creatore delle meraviglie del mondo. È anche Colui che accompagna il suo popolo nella storia verso la pienezza della esistenza nella pace, verso il compimento della vita nella risurrezione.
A Nicodemo Gesù dice che il Padre ama follemente il mondo, cioè tutta l’umanità che si trova distante da lui e immersa nella tenebra del male e della morte. E il suo cuore stracolmo di amore è disposto a mandare il Figlio, l’unico generato eternamente (prima, nessuno sapeva che il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe e Mosè avesse un figlio unigenito) a mostrare nella storia il suo volto misericordioso, a fugare ogni dubbio sul suo desiderio di felicità per tutti. Vuoi sapere qualcosa di Dio? Prima di tutto sappi che è un Padre che ti vuole salvare, abbracciare, introdurre nella comunione con lui. E come si fa ad entrare nella comunione con lui? Credendo nel Figlio, aderendo al Figlio. Non è questione solo di intelligenza che capisce, è soprattutto questione di legame. Quei Tre si rivelano nel momento in cui ti invitano ad entrare nel circolo d’amore gioiosissimo ed infinito e senza riserve. Aderire a Gesù è la via della felicità per tutti. Rifiutare Gesù significa tirarsi fuori dalla via dell’amore definitivo. Dio Padre non lo vuole. Ma lo possiamo scegliere noi, chè l’amore o è libero o non è. E l’inferno è il dolore di non amare più.
Anche se non tutti ancora lo conoscono e lo riconoscono, è bello sapere da Gesù che Dio è Padre di tutti, e in modi ancora a noi sconosciuti, raggiunge il cuore di tutti con il suo Spirito. Con la Parola e i Sacramenti e la Testimonianza di carità della Chiesa, dove questa è giunta con la sua avventura missionaria. Con i ‘semi del verbo’ che sono presenti in tutte le religioni, come già i Padri hanno affermato, con gli intimi suggerimenti di bene che il cuore di ogni uomo e donna sulla faccia della terra può sentire quando si mette in ascolto del Maestro interiore.