Via Crucis cittadina – 7 aprile 2023

Chiesa di Ferrara-Comacchio

Vicariato Madonna della Grazie
Vicariato S. Caterina Vegri
Vicariato S. Maurelio

Presiede l’Arcivescovo Gian Carlo

Dalla Piazza della Cattedrale alla Chiesa di Santa Maria dei Servi

Al termine si raccolgono le offerte per il sostegno della Comunità Cristiana in Terra Santa

Scarica qui il pdf della Via Crucis

Preghiera introduttiva

Si inizia con un momento di silenzio e raccoglimento, poi l’Arcivescovo introduce la preghiera:

Fratelli e sorelle carissime, oggi pomeriggio abbiamo celebrato la sobria e solenne Liturgia della Passione del Signore e abbiamo adorato la santa Croce, fonte della nostra salvezza. Ora desideriamo immergerci ancora nell’appassionato Amore del Signore camminando tutti insieme lungo la via della Croce.

Diacono: 

Signore Gesù Cristo, noi tutti eravamo sperduti e dispersi come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada,  eppure tu ti sei caricato delle nostre sofferenze, ti sei addossato i nostri dolori; maltrattato, ti lasciasti umiliare e non apristi la bocca;
eri come agnello mansueto condotto al macello,
con oppressione ed ingiusta sentenza fosti tolto di mezzo, 
tu sei stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità.

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, nostro Padre, donaci il fervore del tuo Santo Spirito, perché illuminati dal mistero della Santa Croce possiamo sempre camminare insieme in Colui che è la Via: Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli. 

Tutti: Amen!

Chiusa in un dolore atroce,
eri là sotto la croce,
dolce Madre di Gesù.

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Kyrie eleison. Christe eleison. Kyrie eleison. Christe eleison.

Prima stazione
Gesù è condannato a morte 

(Unità Pastorale Borgovado)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

1° lettore: Mt 26,63-66;27,20

Dal vangelo secondo Matteo.

Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: “Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio”.”Tu l’hai detto – gli rispose Gesù -; anzi io vi dico:
d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire sulle nubi del cielo”.

Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: “Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?”. E quelli risposero: “È reo di morte!”.

I capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù.

2° lettore: 1Cor 4,9.12

Dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi.

Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo dati in spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. Ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo.

Meditazione

Gesù, il giusto condannato a morte per la sua rettitudine: giusto secondo il cuore del Padre; Gesù condannato perché la sua causa era quella della giustizia del Regno che smaschera e porta alla luce le opere di coloro che vivono nel buio, nella falsità e nell’omertà omicida. E’ Lui che raccoglie in sé e continua a percorrere tutti i cammini di giustizia degli uomini e delle donne che sono rimasti fedeli alla verità e al bene comune fino all’effusione del proprio sangue.

Fra gli anni ‘70, ‘80 e ’90 del secolo scorso, in Italia, fedeli servitori dello Stato, furono attaccati per meschini sentimenti di invidia, per lotte interne di potere, per intralcio ad attività e poteri illegali; furono screditati, accusati di vanità, presenzialismo, autocelebrazione e abuso di potere; furono condannati all’isolamento ed infine uccisi.

Erano persone di assoluta correttezza, probità ed integrità morale che nella loro vita hanno affermato i valori dell’onestà, dell’assunzione di responsabilità, dell’adempimento del dovere e della necessità di non tradire mai la propria coscienza.

Molte di queste vittime sapevano di essere dei “condannati a morte” dal potere mafioso, ma, come Gesù hanno proseguito nella loro ricerca di legalità e giustizia.

1° lettore: Signore Gesù, tu hai detto: «Non giudicate secondo le apparenze, ma con retto giudizio» (cf Gv 7,24).

Tutti: Salvaci, Signore, tu che verrai per ristabilire la giustizia!

2° lettore: Per tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per spirito di servizio, per senso dello Stato, per senso del dovere e per il bene collettivo, e per tutte le famiglie coinvolte in legami con mafiosi: perché vedano una luce per uscire da questo tunnel di violenza e paura. Preghiamo.

Tutti: Salvaci, Signore, tu che verrai per ristabilire la giustizia!

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, nostro Padre, quando il tuo Cristo verrà nella gloria per ristabilire la giustizia, fa’ che possiamo andargli incontro con le lampade accese e il cuore ben disposto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Tutti: Amen.

Il tuo cuore desolato,
fu in quell’ora trapassato,
dallo strazio più crudel.

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Misericordias Domini in aeternum cantabo.

Seconda stazione
Gesù porta la croce verso il Calvario

(UNITALSI Ferrara)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

1° lettore: Gv 19,14-17

Dal vangelo secondo Giovanni.

Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota,

2° lettore: Lc 9,23

Dal vangelo secondo Luca

A tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.

Meditazione

Ci inviti a seguirti Signore Gesù e a portare anche noi il nostro pezzo di Croce. Ma che fatica accettarla. Spesso di fronte alla Croce perdiamo la strada ci allontaniamo, ci prende lo sconforto ed il lamento.

Senza confidare in Te e senza il calore di una comunità che ci aiuta il peso è davvero insopportabile. Ma tu ci insegni che la tua croce, o Signore, non è un peso ma un legame che ci unisce alla Parola che dà la vita ai fratelli e sorelle che ci consolano e accompagnano. Essere chiusi agli altri rende questa croce pesante e Tu, Gesù, ce lo insegni dando tutto te stesso per noi e ricordandoci che Dio è Padre e non abbandona mai.

Aiutaci, Gesù, nel nostro portare la croce della malattia, della povertà, della solitudine, della disperazione, dell’odio, ad aprirci a te e a cercare la comunione con i fratelli e le sorelle. 

1° lettore: Signore Gesù, tu hai detto: «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (cf Mt 11,29-30)

Tutti: Signore, aiutaci a portare la croce!

2° lettore: Signore Gesù, aiutaci a superare la sofferenza della malattia appoggiandoci a te e aiuta noi cristiani ad essere presenti ai bisogni dei nostri fratelli e sorelle ammalati, rendici capaci di dare loro il tempo e le attenzioni necessarie per vivere sempre ai tuoi occhi con dignità. 

Tutti: Signore, aiutaci a portare la croce!

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, per dono del tuo amore di Padre, le croci della vita diventino strumento per collaborare all’opera della salvezza in Cristo Gesù, nostro Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli.

Tutti: Amen!

Quanto triste, quanto affranta,
ti sentivi, o Madre santa,
del divino salvator.

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Nada te turbe, nada te espante, quien a Dios tiene nada le falta
Nada te turbe, nada te espante, solo Dios basta.

Terza stazione
Gesù cade la prima volta

(Parrocchia S. Giuseppe Lavoratore al Doro)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

1° lettore: Eb 5,7-8; 2,18; 4,14-16;

Dalla lettera agli Ebrei.

Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì.

Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

Dunque, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. 15Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. 16Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia 

2° lettore: Mt 26,41

Dal vangelo secondo Matteo.

Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole».

Meditazione

Delle cadute del Signore non si parla esplicitamente nei Vangeli, ma nella meditazione della Via dolorosa ne vengono proposte tre. Gesù cadendo la prima volta, potrebbe essere per noi un richiamo al momento in cui prendiamo consapevolezza del nostro peccare, del cedere alle tentazioni. Le tentazioni alle quali cediamo ci fanno inciampare, cadere a terra, a volte anche in modo rovinoso. E con il peso dei nostri peccati Cristo si carica della croce, affaticandosi a tal punto, da venire schiacciato e cadere. La nostra carne mortale cede, e cadendo riporta sempre delle conseguenze, piccole o grandi. Le conseguenze le conosciamo bene, sono le cicatrici.

Cicatrici che sono un segno di grazia, frutto dello Spirito, sono il risultato del nostro riuscire a correggerci, riconoscerci peccatori, affidandoci alla grandissima misericordia di Nostro Signore.

Con la riconciliazione ci viene permesso di sanare ogni nostra ferita, ogni nostro peccato. Questo non vuol dire dimenticarli, perché le tentazioni rimangono, e le cicatrici che il tempo renderà sempre più sbiadite, rimangono lì a ricordarci che siamo peccatori. Ma perdonabili.

1° lettore: Signore Gesù, siamo caduti perché ci siamo illusi di stare in piedi soltanto con i nostri sforzi (cf 1Cor 10,12-13)

Tutti: Signore, perdonaci! Signore, aiutaci!

2° lettore: Signore Gesù, aiuta ed assisti l’impegno degli evangelizzatori e dei missionari, perché la fatica e gli insuccessi non spengano mai il loro entusiasmo.

Tutti: Signore, perdonaci! Signore, aiutaci!

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, nostro Padre, donaci la grazia di sperimentare nella nostra debolezza quella forza che tu susciti in noi con il tuo amore affidabile e paziente. Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen!

Con che spasimo piangevi,
mentre trepida vedevi,
il tuo Figlio nel dolor.

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Ubi caritas et amor, ubi Caritas et amor Deus ibi est.

Quarta stazione
Gesù incontra Maria sua madre

(Parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo, Porotto)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

1° lettore: Lc 2,34-35

Dal vangelo secondo Luca.

Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35- e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

2° lettore: 1Pt 1,6-8

Dalla prima lettera di san Pietro.

Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, 

Meditazione

La quarta stazione della Via Crucis riflette la luce dolorosa della Madre straziata dalla sofferenza del Figlio. Luce che penetra anche i nostri occhi, e che pure, conseguendo il fine dell’Amore per il quale si è compiuta quella passione, asciuga anche le nostre lacrime. Maria, nella passione del Figlio, diventa per noi la nostra Madre. Madre che teneramente si prende cura della nostra vita, di ciascuno di noi. Gesù si è appena rialzato dalla sua prima caduta, quando incontra la sua Santissima Madre. Maria e Gesù si guardano con immenso amore, i loro occhi si incontrano, anche adesso, la vuole accanto a sé, sul Calvario. Contempliamo la bellezza di questo incontro che ci nutre e ci dona la via del cantiere della missione. La tenerezza di Dio è proprio quello di un amore materno, che ti guarda, ti cura e ti protegge. Fa’, o Signore, che contemplando il mistero della Passione non ci sfuggano nella confusione delle tante cose della vita le realtà essenziali; donaci di contemplare te, il tuo amore crocifisso, come la chiave per capire e riordinare tutto il resto, come l’unica realtà da cui tutte le altre ricevono luce e chiarezza. (Parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo, Porotto)

1° lettore: Signore Gesù, tu hai detto: «chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre» (cf Mt 12,50)

Tutti: Rendici, o Signore, fedeli discepoli del tuo Vangelo!

2° lettore: Signore Gesù Cristo, che associ la Chiesa Sposa alla tua gloriosa passione, benedici i cristiani in Terrasanta e dona a tutti coloro che soffrono persecuzione a causa del tuo nome lo spirito di pazienza e di amore, perché siano testimoni limpidi e fedeli delle tue promesse.

Tutti: Rendici, o Signore, fedeli discepoli del tuo Vangelo!

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, nostro Padre, dona forza, consolazione e letizia perfetta a tutti coloro che sono perseguitati a causa del Vangelo. Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen!

Se ti fossi stato accanto,
forse non avrei pianto,
o Madonna, anch’io con te?

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Kyrie eleison. Christe eleison. Kyrie eleison. Christe eleison.

Quinta stazione
Gesù è aiutato da Simone di Cirene

(Azione Cattolica Diocesana)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

1° lettore: Lc 23,26

Dal vangelo secondo Luca.

Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù

2° lettore: Gal 6,2.9

Dalla lettera di san Paolo ai Galati.

Portate i pesi gli uni degli altri: così adempirete la legge di Cristo. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo.

Meditazione

Il Cireneo fu costretto a portare la croce di Gesù e partecipò così, inconsapevolmente, a un cammino di salvezza. Al discepolo di Gesù è chiesto di portare volontariamente la propria croce e di condividere il peso di quelle altrui. Ci è di esempio in questo la serva di Dio Laura Vincenzi. Giovane ventenne, decise di “Abbracciare la croce” che irrompeva nella sua vita nella forma della malattia. Non si rassegnò semplicemente a portarla, ma desiderò trasformarla attivamente in occasione di vita buona, di bene operato. Ricercò fiduciosamente uno stile di vita da figlia di Dio e lo praticò con perseveranza nella sua condizione esistenziale. Come fidanzata scrisse a Guido: “Ciò che conta, è come dici tu, prendersi carico amorevolmente l’uno dell’altro, degli insuccessi come dei successi, delle qualità come dei difetti, farsi carico dei problemi dell’altro”. E negli ultimi giorni di vita chiese al Signore: “insegnami a sapermi sempre più distaccare da me, per accogliere con amore e delicatezza il dono degli altri che sono il riflesso della tua presenza”.

1° lettore: Signore Gesù, tu non hai rifiutato l’aiuto a portare la croce.

Tutti: Aiutaci, o Signore, a vedere le necessità del prossimo e a farcene carico!  

2° lettore: Signore Gesù, tu sei venuto per servire e dare la vita per noi. 

Tutti: Aiuta, o Signore, coloro che svolgono un servizio nella Chiesa a viverlo con amore!

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, Padre buono, illumina e riscalda i nostri cuori con il fuoco del tuo Spirito Paràclito, affinché diventiamo capaci sia di chiedere che di offrire aiuto. Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen!

Dopo averti contemplata,
col tuo Figlio addolorata,
quanta pena sento in cuor!

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Misericordias Domini in aeternum cantabo.

Sesta stazione
Una donna asciuga il volto insanguinato di Gesù

(Parrocchia di Santo Spirito)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

1° lettore: Isaia 50,6; 53,2b-3

Dal libro del profeta Isaia.

Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

2° lettore: Rm 8,28-29

Dalla lettera di san Paolo ai Romani.

Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli.

Meditazione

«Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne». La famiglia, formata da un uomo e da una donna, è presente nel disegno di Dio, che la istituisce per essere una intima comunità di vita e di amore, segno e immagine della comunione del Padre e del Figlio nello Spirito Santo.  Ai coniugi Dio affida innanzitutto il compito della trasmissione del dono della vita umana, cioè di essere cooperatori di Dio stesso nella Sua opera creatrice: i genitori cristiani rispondano con coraggio a questa vocazione con l’apertura alla vita, con l’accoglienza e con il servizio ad ogni figlio, fin dal suo concepimento. La fecondità dell’amore coniugale continua nella straordinaria avventura dell’educazione che chiama a custodire non solo la vita corporale, ma anche quella spirituale: i genitori crescano i figli nei valori della giustizia, del dono disinteressato di sé, nello spirito di sacrificio e sappiano con dolcezza e pazienza condurli a fare esperienza dell’amore di Cristo nella Chiesa. Come Veronica che terge il volto del Signore, prendendosi cura della Sua fragilità, la famiglia non dimentichi le persone più anziane, risorsa preziosissima nel cammino spesso accidentato della nuova famiglia: i nonni non siano considerati come un peso, ma al contrario li si faccia sentire parte attiva della comunità domestica e si appresti loro, nel momento del bisogno e della malattia, ogni attenzione e premura possibili.

1° lettore: Fa’, o Signore, che come Veronica possiamo farci carico della cura della vita e di ogni fragilità: fa’ che ognuno di noi sia padre e madre, in famiglia e fuori di essa. Concedici di cercare e contemplare il Tuo volto in chi, bambino o anziano, incrocia la nostra strada. 

Tutti: Abbi misericordia di noi, o Signore, e così rendici misericordiosi!

2° lettore:  O Signore, di fronte alla complessa realtà sociale e alle sfide che questo nostro tempo fa emergere, rendici consapevoli del carattere sacro e inviolabile della famiglia, aiutaci a testimoniare la bellezza della famiglia nel progetto di Dio. santifica l’unione degli sposi e rendi fecondo il loro amore: fa’ che con gesti concreti vivano la gratuità e la santità nella vita quotidiana 

Tutti: Abbi misericordia di noi, o Signore, e così rendici misericordiosi!

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, Padre misericordioso, donaci la luminosa fiamma del tuo Santo Spirito, affinché possiamo riconoscere nei fratelli e nelle sorelle il volto amabile del Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli.

Tutti: Amen!

Santa Vergine, hai contato
tutti i colpi del peccato,
nelle piaghe di Gesù.

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Nada te turbe, nada te espante, quien a Dios tiene nada le falta
Nada te turbe, nada te espante, solo Dios basta.

Settima Stazione
Gesù cade per la seconda volta

(Unità pastorale Barco, Pontelagoscuro, Casaglia)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

1° lettore: Fil 2,5-8

Dalla lettera di san Paolo ai Filippesi.

Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.

2° lettore: Rm 15,7

Dalla lettera di san Paolo ai Romani.

Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio.

Meditazione

Gesù, anche noi in questo momento stiamo cadendo. Attraverso questo percorso sinodale dobbiamo per forza di cose cadere.
Perché dove c’è buio si accenda una luce.
Perché invece di essere viandanti senza meta possiamo essere inesorabili ricercatori di mete impegnative, più alte e più belle. 

Perché invece di giocare al ribasso possiamo essere ricercatori ambiziosi di qualcosa di più.
Perché invece di vivere nell’egoismo del “tenere per se’” impariamo ad apprezzare l’arte del condividere.
Perché dove ci sentiamo esonerati riconosciamo di essere chiamati ad un’unica missione.
Perché invece che calcificarci nel passato prendiamo coscienza del presente con lo sguardo rivolto al futuro. 

Perché dove ci sentiamo da soli possiamo, attraverso i tuoi occhi, sentirci parte di un insieme. Perché la paura non prenda il sopravvento sul coraggio di andare.
Per non impigrirci nello sconforto ma lasciare spazio all’entusiasmo che riempie.
Perché sarebbe più facile tornare ma dobbiamo riconoscere che tu ci insegni sempre ad andare Perché quando cadiamo nell’ignorare l’altro, presi da tutto il mondo, ci rialziamo imparando ad ascoltare. 

“Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”
Gesù, noi cadiamo una seconda, terza, centesima volta, insieme a te, cadiamo ma con la forza di rialzarci seppur sfiniti, perché provando questo dolore con te, sappiamo che cadremo, ci rialzeremo e moriremo, dopo il calvario, ma solo per la vita nuova in te, e niente di meno. 

1° lettore: Signore Gesù, tu hai detto: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).

Tutti: Donaci, Signore, di accoglierti e di servirti nel povero e nello straniero! 

2° lettore: Signore Gesù, che hai proclamato “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,3-12), fa’ che chi è in cerca di una vita migliore in una terra che non è la sua trovi pace e accoglienza, dopo le diverse cadute e difficoltà, insegnandoci a guardare con gli occhi dell’amore e aprire le braccia nel tuo abbraccio eterno che ci offri nella croce. 

Tutti: Donaci, Signore, di accoglierti e di servirti nel povero e nello straniero! 

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, nostro Padre, donaci la forza della pura carità per stare sempre in mezzo agli altri come coloro che servono. Per Cristo nostro Signore. 

Tutti: Amen! 

E vedesti il tuo Figliolo,
così afflitto, così solo,
dare l’ultimo respir.

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Ubi caritas et amor, ubi Caritas et amor Deus ibi est.

Ottava stazione
Gesù incontra alcune donne in pianto

(AGESCI Ferrara)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

1° lettore: Lc 23,27-29.31

Dal vangelo secondo Luca.

Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: «Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato». Allora cominceranno a dire ai monti: «Cadete su di noi!»,e alle colline: «Copriteci!». Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?». 

2 lettore: Zc 12, 10-11

Dal libro del profeta Zaccaria.

Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a me, colui che hanno trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il lutto per un figlio unico, lo piangeranno come si piange il primogenito. 11In quel giorno grande sarà il lamento a Gerusalemme, simile al lamento di Adad-Rimmon nella pianura di Meghiddo. 

Meditazione

Attorno a Gesù, fino all’ultima sua ora, si stringe un mondo di madri, di figlie e di sorelle. Accanto a lui noi ora immaginiamo anche tutte le donne umiliate e violentate, quelle a cui è stata tolta la libertà di esprimersi, di lavorare e di studiare, quelle emarginate e sottoposte a pratiche tribali indegne, le donne in fuga per la salvezza loro e dei loro figli, le donne  dimenticate.
Di quali situazioni siamo testimoni e dalle quali ci sentiamo interpellati?
Spesso ci sentiamo impotenti e sconfitti di fronte alle situazioni di sofferenza, ma Gesù  ci invita a cercare una strada e a occuparci delle nostre sorelle/fratelli. Quali passi possiamo compiere? Come infondere coraggio e non lasciare sole le donne con la loro disperazione?

Alcuni ragazzi con il volto coperto tolgono il velo su cui è scritto il nome di una donna che vogliono ricordare e che viene letto.

1° lettore: Signore, insegnaci ad avere il tuo sguardo. Quello sguardo di accoglienza e misericordia con   cui vedi i nostri limiti e le nostre paure. Aiutaci a guardare così alle divergenze di idee, abitudini, vedute. Aiutaci a riconoscerci parte della stessa umanità e a farci promotori di cammini arditi e nuovi di  accoglienza del diverso, per creare insieme comunità, famiglia, parrocchie e società civile.

Tutti: O Signore, Padre buono, donaci di sentirti vicino come presenza consolatrice e riconciliante.

2° lettore: Preghiamo insieme dicendo: “Signore  aiutaci a condividere la sofferenza altrui”:
– con chi soffre per la morte di persone care
– con chi fa più fatica a chiedere aiuto e conforto
– con chi ha condiviso soprusi e violenze

Tutti: O Signore, Padre buono, donaci di sentirti vicino come presenza consolatrice e riconciliante.

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, nostro Padre, fa’ che, come vivo e fecondo tralcio nella vera vite, tutta la nostra vita sia innestata in Cristo, tuo Figlio amato. Egli vive e regna per tutti i secoli dei secoli.

Tutti: Amen!

Dolce Madre dell’amore
fa’ che il grande tuo dolore,
io lo senta pure in me.

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Kyrie eleison. Christe eleison. Kyrie eleison. Christe eleison.

Nona stazione
Gesù cade per la terza volta 

(Unità Pastorale San Luca-San Giorgio)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

1° lettore: Sal 38(37), 4-9

Dal salmo 38.

Per il tuo sdegno non c’è in me nulla di sano,
nulla è intatto nelle mie ossa per i miei peccati.
Le mie iniquità hanno superato il mio capo,
come carico pesante mi hanno oppresso.
Putride e fetide sono le mie piaghe
a causa della mia stoltezza.
Sono curvo e accasciato,
triste mi aggiro tutto il giorno.
Sono torturati i miei fianchi,
in me non c’è nulla di sano.
Afflitto e sfinito all’estremo,
ruggisco per il fremito del mio cuore.

2° lettore: 1Pt 2,21-23

Dalla prima lettera di san Pietro.

A questo infatti siete stati chiamati, poiché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti.
Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.

Meditazione

Per la terza volta il Volto di Gesù, intriso di sangue, è riverso nella polvere, segno di chi soccombe ad un atroce destino, spesse volte non cercato o scelto. In questa amara sorte si intravede emblematicamente l’esperienza della persona mite, calma e pacata, schierata dalla parte del vero e del giusto, convinta che basti la forza della ragione e della pazienza. Ma il risultato è spesso quello di essere sbeffeggiata o ritenuta poco convincente, e il cui penoso destino è di ritrovarsi sempre e comunque a soccombere nella polvere della violenza, dell’ingiustizia, della prevaricazione. 

Nell’atteggiamento di Gesù, riecheggia l’appello della beatitudine riservata ai miti, che si trasforma anche in un impegno a resistere serenamente e coraggiosamente di fronte alla tentazione della violenza.  Mentre i potenti allargano con la violenza e la sopraffazione il loro possesso, i miti saranno da Dio accolti nella terra rinnovata. Il premio a loro destinato è espresso dal passo salmico, secondo il quale «i poveri erediteranno la terra e godranno di una grande pace» (Sal 37,11). 

Proprio per questo i “miti” hanno molteplici lineamenti, morali e spirituali. C’è chi vede in essi i non violenti, gli oppressi che non ricorrono alla forza, coloro che non scelgono il possesso e l’autoaffermazione. C’è chi vede in essi il profilo dei mansueti, dei diseredati e degli espropriati; c’è chi pensa agli umili, fiduciosi nella volontà di Dio. C’è chi li considera interiormente forti, pazienti, dolci, generosi. Nei miti scopriamo in filigrana il volto del vero discepolo di Cristo.

1° lettore: Signore Gesù, tu hai detto: «Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati» (cf. Mt 5,5-6).

Tutti: Rendici, o Signore, miti artigiani di giustizia e di pace!

2° lettore: Le molteplici ingiustizie in ambito sociale, lavorativo, finanziario… così come le sofferenze di coloro che vivono l’incertezza per un lavoro dignitoso per sé e per la propria famiglia, li poniamo oggi davanti a Te, Signore. Non vengano meno nella fortezza di chi con cuore umile e mite ripone in Te ogni speranza per trovare consolazione e vera giustizia.

Tutti: Rendici, o Signore, miti artigiani di giustizia e di pace!

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, nostro Padre, ricolma il nostro cuore dello spirito delle Beatitudini evangeliche e donaci di collaborare fedelmente alla tua opera di riconciliazione e di pace. Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen!

Fa’ che il tuo materno affetto,
per tuo Figlio benedetto,
mi commuova e infiammi il cuor.

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Misericordias Domini in aeternum cantabo.

Decima stazione
Gesù è spogliato delle vesti

(Parrocchia di San Benedetto)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

1° lettore: Gv 19,23-24

Dal vangelo secondo Giovanni.

I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato -, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: “Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca”. Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero così.

2° lettore: Col 3,9b-10.12-15

Dalla lettera di san Paolo ai Colossesi.

vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!

Meditazione

Ai piedi della croce i soldati dividono. Lacerano tra loro le vesti dell’Agnello facendone quattro parti, una per ogni soldato, e nel tentativo di sottrarGli ogni pudore volgono lo sguardo alla tunica. Ma si trovano dinanzi il simbolo della dignità del sacerdozio regale dei figli di Dio: una tunica inconsutile, «senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo», a rappresentare il triplice ufficio sacerdotale, profetico e regale del Figlio di Dio, su cui è stata gettata la nostra sorte, a cui spetta il compito di condurre gli avvenimenti dal momento del Suo arresto sino all’ultimo istante di vita terrena, secondo la volontà del Padre.  Cristo, nuova veste di gloria per il popolo di Dio lacerato dal peccato, rinnova la somiglianza originale dell’uomo con Dio svelando pienamente l’uomo a se stesso e riunisce sotto la Sua croce i Suoi figli dispersi ai quattro angoli del mondo, ad «oriente, occidente, aquilone e mezzogiorno», per la salvezza di tutte le genti.  Rivestiti di carità e «chiamati in un solo corpo» a camminare insieme per l’edificazione della comunione ecclesiale, volgiamo lo sguardo alla croce, luogo di comunione e di unità nella fede in Cristo, Via, Verità e Vita.

1° lettore: Signore Gesù, tu hai detto: «Ero nudo e mi avete vestito» (cf Mt 25,36).

Tutti: Rendici, o Signore, custodi attenti e premurosi di tutte le tue creature!

2° lettore: Signore Dio, che nella Tua sconfinata fedeltà hai realizzato per l’uomo e la donna tuniche di pelli e come una madre li hai rivestiti, ci hai donato «l’amorevole consapevolezza di non essere separati dalle altre creature, ma di formare con gli altri esseri dell’universo una stupenda comunione universale» (LS 220)

Tutti: Rendici, o Signore, custodi attenti e premurosi di tutte le tue creature!

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, Padre buono, fa’ che, rigenerati a vita nuova e rivestiti di Cristo, viviamo in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo, che vive e regna nei secoli dei secoli.

Tutti: Amen!

Le ferite che il peccato
sul tuo corpo ha provocato
siano impresse, o Madre, in me.

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Nada te turbe, nada te espante, quien a Dios tiene nada le falta
Nada te turbe, nada te espante, solo Dios basta.

Undicesima stazione
Gesù è inchiodato alla croce

(Comunione e liberazione Ferrara)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

1° lettore: Mc 15,22-32

Dal Vangelo secondo Marco

Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». 

2° lettore: 1Pt 2,24-25

Dalla prima lettera di san Pietro.

Egli portò i nostri peccati nel suo corpo
sul legno della croce,
perché, non vivendo più per il peccato,
vivessimo per la giustizia;
dalle sue piaghe siete stati guariti.
Eravate erranti come pecore,
ma ora siete stati ricondotti
al pastore e custode delle vostre anime.

Meditazione

La Passione di Gesù si avvia verso il suo epilogo. La compagnia dell’Uomo-Dio alla vita degli uomini diventa tragedia: il Signore è inchiodato alla croce. 

Egli è reso una cosa sola con quel legno, che ha accettato, abbracciato in obbedienza al Padre. Cristo “sale” volontariamente sulla croce, come è rappresentato nell’affresco di S. Antonio in Polesine, e in questo abbraccio Egli si carica di tutti i peccati di tutti gli uomini di ogni tempo. 

Cristo in croce è il peccato condannato dal Pa­dre. Il peccato, che nella sua origine è il delitto della dimenticanza di Dio, del Padre che ci fa in ogni istante, e ciò che tale dimenticanza comporta: il venir meno dell’uomo a sé stesso, a ciò di cui è fatto e il venir meno al rapporto con Colui per il quale l’uomo è fatto. La croce di Cristo è l’esplosione della co­scienza del male. 

Noi entriamo in rapporto con Cri­sto per la coscienza che abbiamo del peccato.

Il rischio, per chi crede, non è solo nell’assenza della coscienza del peccato, ma è anche nella coscienza falsa del peccato: perché il rimorso, lo scetticismo verso sé stessi non sono coscienza del peccato. 

Chi ha coscienza del proprio peccato ha anche la coscienza della liberazione.

1° lettore: Signore Gesù, tu dalla croce gridi: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (cf Lc 23,34).

Tutti: Donaci, o Signore, la sapienza della tua croce!

2° lettore: Perché la Fede, che compie e supera il Senso Religioso dell’uomo, diventi cultura, incarnandosi nel tempo e nelle culture umane, valorizzandone e assumendone ogni aspetto di verità e di sincera ricerca del Mistero di Dio e del senso dell’esistenza.

Tutti: Donaci, o Signore, la sapienza della tua croce!

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, Padre misericordioso, illumina la mente e il cuore di ogni tua creatura con la sapientissima follia dell’Amore crocifisso. Per Cristo nostro Signore. 

Tutti: Amen!

Del Figliolo tuo trafitto,
per scontare il mio delitto,
condivido ogni dolor.

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Ubi caritas et amor, ubi Caritas et amor Deus ibi est.

Dodicesima stazione
Gesù muore sulla croce

(Unità Pastorale San Giovanni Evangelista)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

1° lettore: Gv 19,25-30

Dal vangelo secondo Giovanni.

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: madre, ecco il tuo figlio. Poi disse al discepolo: Ecco la tua madre. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: Ho sete. Vi era là un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: Tutto è compiuto. E, chinato il capo, spirò.

2° lettore: Rm 5,7-8

Dalla lettera di san Paolo ai Romani.

Ora a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Meditazione

Sono gli ultimi istanti della lunga agonia di Gesù appeso alla croce. Ma ci sono ancora due azioni da compiere. La prima è un gesto d’amore: ha visto la madre in mezzo al gruppo delle donne e ha visto il discepolo amato, che non l’ha abbandonato come hanno fatto gli altri. Ha per loro un gesto di cura, un’ultima tenerezza, affidandoli l’una all’altro.  La seconda azione è un estremo, consapevole gesto di obbedienza alle Scritture: dice di avere sete e riceve una spugna imbevuta di aceto, proprio come sta scritto nel Salmo a proposito del Servo di Dio. Ora tutto è compiuto. Ora può restituire al Padre il suo spirito, emettendo l’ultimo respiro. Un uomo ha scritto: Regalami Signore un giorno dopo l’ultimo. Non si fa mai in tempo, con la fretta che si ha di morire, a vivere davvero un giorno. E’ vero, a noi il tempo non basta mai. Siamo sempre in affanno, alla rincorsa dei giorni, delle ore, dei minuti in cui stipare e consumare le mille cose che chiamiamo vita. Ma vivere da vivi, e non da chi rincorre la morte, è un’altra cosa. Ce lo mostra Gesù nei suoi ultimi istanti, in cui riesce a donare amore e a generare senso anche nella sofferenza e nell’impotenza, anche alle soglie del limite estremo, che tutti dovremo attraversare. 

1° lettore: Signore Gesù, Buon Pastore, tu sei venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto (cf Lc 19,10).

Tutti: Abbi pietà di noi!

2° lettore: Signore Gesù, ti preghiamo. Tocca la coscienza di chi si sente padrone della terra, di chi controlla l’alta finanza, di chi consuma da solo le risorse di tutti, di chi per interesse arma i conflitti trasformandoli in guerre, di chi decide i destini dei popoli dietro le quinte di un consiglio di amministrazione. Tu sei venuto anche per loro. Tu sei morto anche per loro. Risveglia l’umanità che abita nel profondo di ogni uomo.

Tutti: Abbi pietà di noi!

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, Padre onnipotente, quell’effusione del tuo Santo Spirito Paraclito che sgorga dalla morte pasquale del tuo unigenito Figlio converta a Te tutti i cuori e rinnovi l’universo intero. Per Cristo nostro Signore. 

Tutti: Amen!

Di dolori quale abisso,
presso, o Madre, al crocifisso,
voglio piangere con Te.

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Kyrie eleison. Christe eleison. Kyrie eleison. Christe eleison.

Tredicesima stazione
Gesù è deposto dalla croce

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

(Unità pastorale Corpus Domini – S. Agostino)

1° lettore: Gv 19,31-37

Dal vangelo secondo Giovanni.

Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

2° lettore: 1Gv 5,4-6; 3,16

Dalla prima lettera di san Giovanni.

Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.

Meditazione

Che gesto tremendo spezzare le gambe ad un uomo morto, e per di più crocifisso… anche a Gesù sta per capitare ma i soldati (che non hanno ancora capito che gesto grave hanno fatto, cioè mettere a morte il Salvatore), non gli spezzano le gambe, visto che era già morto. Tuttavia non la finiscono lì, non passano oltre, si accaniscono anche su di lui colpendolo con una lancia nel fianco. E da questo gesto crudele nasce la nostra salvezza.

L’acqua e il sangue che sgorgano dal fianco di Gesù sono segni del disegno salvifico di Dio Padre.
Grazie di quest’acqua che ci purifica e ci immette nella Chiesa.
Grazie del sangue che ci permette di sedere al banchetto eucaristico.
Grazie per il dolore di Gesù con cui Dio mi salva e salva ogni essere umano.
Signore sulla croce ci hai dato di capire fin dove porta il peccato: a rendere irriconoscibile l’uomo. Ma la tua risposta ci spiazza: è il dono del tuo Spirito e della tua risurrezione.
Gesù, vogliamo davvero essere tuoi testimoni per il mondo! Sappiamo chi sei: hai scelto morire per amore, ucciso da noi, perché ti credessimo, ma ora vogliamo camminare insieme a Te.
Non temiamo più nulla, perchè sei con noi.

1° lettore: Signore Gesù tu hai detto: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (cf Gv 12,24).

Tutti: Aiutaci, Signore, a fare di tutta la nostra vita un dono d’amore!

2° lettore: Manda, o Signore, operai nella tua messe, specialmente presbiteri e consacrati secondo il tuo cuore.

Tutti: Aiutaci, Signore, a fare di tutta la nostra vita un dono d’amore!

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, Padre misericordioso, fa’ che il mistero del tuo amato Figlio disceso tra i morti rinnovi radicalmente la nostra mentalità e ci apra alla fecondità della nuova Pasqua. Per Cristo nostro Signore. 

Tutti: Amen!

Con amor di figlio, voglio
fare mio il tuo cordoglio,
rimanere accanto a Te.

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Misericordias Domini in aeternum cantabo.

Quattordicesima stazione
Gesù è posto e rinchiuso nel sepolcro

(Pax Christi – Ferrara)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
Perchè con la tua santa Croce hai redento il mondo.

1° lettore: Gv 19,38-42

Dal vangelo secondo Giovanni.

Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

2° lettore: Col 1,21-23a

Dalla lettera di san Paolo ai Colossesi.

Un tempo anche voi eravate stranieri e nemici, con la mente intenta alle opere cattive; ora egli vi ha riconciliati nel corpo della sua carne mediante la morte, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili dinanzi a lui; purché restiate fondati e fermi nella fede, irremovibili nella speranza del Vangelo che avete ascoltato,

Meditazione

E’ tutto finito. Dopo il fallimento della croce non restano che il silenzio, la morte, la delusione, il sepolcro. I discepoli se ne sono andati sconvolti, e non sanno più quale sarà il loro futuro. Allo stesso modo, dopo l’orrore e il fallimento di ogni guerra, di ogni divisione, di ogni disconoscimento dell’altro, non restano che la morte, la distruzione, un silenzio carico d nuove tensioni, la sconfitta dell’umanità. Sono passati 2000 anni, ma continuiamo a mettere pietre sui nostri cuori, sulle nostre scelte, sui destini di tante persone. E così la nostra terra e i nostri mari, invece che essere fonti di vita, si trasformano in immensi cimiteri. Insegnaci Signore a credere che è possibile che la pietra del male perpetuato e della disperazione rotoli via, per aprire la porta alla Resurrezione. Siamo sconvolti, anche noi, da tante tragedie, ma aiutaci a denunciare e fermare i meccanismi planetari di potere e sfruttamento che, insieme con i disastri ecologici, formano la pietra che imprigiona tanti fratelli e sorelle nella morte. Guidaci Signore ad operare per cammini di ricostruzione e riconciliazione, di cooperazione, solidarietà e nonviolenza, tra le persone, tra le comunità, tra i popoli.

1° lettore: Signore Gesù, tu hai detto: «Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna; se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore» (cf Gv 12,25-26).

Tutti: Abbi misericordia di noi e di tutti!

2° lettore: Signore, Tu che sei la Pace, fa che disarmiamo le nostre menti, i nostri cuori e le nostre mani. Tu che sei la Via, fa che camminiamo insieme verso la Pace.

Tutti: Abbi misericordia di noi e di tutti!

Arcivescovo: Preghiamo.

O Dio, Padre misericordioso, la gloria dell’Amore incorruttibile che si manifesta nella morte pasquale del tuo Cristo radichi e custodisca sempre in noi la santa speranza. Per Cristo nostro Signore. 

Tutti: Amen!

O Madonna, o Gesù buono,
vi chiediamo il grande dono
dell’eterna gloria in ciel.

Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

Nada te turbe, nada te espante, quien a Dios tiene nada le falta
Nada te turbe, nada te espante, solo Dios basta.

Preghiera di conclusione

Entrati nella chiesa di S. Maria dei Servi, si rimane raccolti in un momento di silenzio davanti alla Sindone, icona del Cristo morto.

La comunità greco-cattolica ucraina intona un canto.

Intervento dell’Arcivescovo

Tutti insieme: Padre nostro…

Arcivescovo:

Scenda, o Padre, la tua benedizione su questo popolo, che ha commemorato la morte pasquale del tuo Figlio: venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede, si rafforzi la speranza nella redenzione eterna. Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.

Benedizione

L’assemblea si scioglie in silenzio, custodendo un clima di raccoglimento

Uscendo dalla chiesa, alcuni incaricati raccoglieranno le offerte per i Luoghi santi e i cristiani di Terra Santa