Il Signore trova la fede?!

Commento al Vangelo del 16 ottobre 2022.

Continua il percorso educativo di Gesù a riguardo della fede e della preghiera. Oggi con una parabola inventata proprio per farci capire la bellezza di una vita di preghiera perseverante, che non si lascia prendere dalla stanchezza o dal dubbio di essere esauditi o dalla sfiducia in Dio. È la parabola di quel giudice senza Dio che non vuole dapprima far giustizia a una povera vedova, e poi la accontenta per strigarsela di torno.

Chi siamo noi? Siamo come quella vedova, a pensarci bene! Ci accorgiamo nella vita che siamo impotenti. E questo ci porta a pregare. Purtroppo capita spessissimo che preghiamo solo ‘quando ne abbiamo bisogno’ perché sperimentiamo che su certe cose da soli non ce la possiamo fare. Ma dovremmo sfruttare queste occasioni per una riflessione più profonda: la nostra esistenza è tutta dipendente dagli altri e da Dio. Noi non siamo onnipotenti e per quanto possiamo essere in forma, dobbiamo riconoscere che tutto è dono! Se ci rendiamo conto di questo, uscendo dalla follia della presunzione di autosufficienza, allora la nostra preghiera cambia: non è più la monetina messa ogni tanto nel distributore di grazie, ma un atteggiamento permanente di apertura a Dio.

Chi è Dio? Questo è un problema. Nella nostra testa non abbiamo sempre una immagine vera di Dio. E questo influisce nella nostra preghiera. Ci viene purtroppo da pensare a Dio come distratto, occupato da altre parti, per gli affari suoi. E allora tentiamo di ‘chiamarlo’ con le nostre preghiere ogni tanto. E tentiamo di esigere da lui quello che vogliamo noi, che ci fa comodo, che pensiamo sia opportuno per noi o per i nostri cari. Speriamo che ci dedichi un po’ di tempo e che faccia velocemente e miracolosamente quel che gli chiediamo. E proviamo ad insistere, e se non cambia niente ci arrabbiamo con lui, ci avviliamo, perdiamo la fede…

Ma Dio non è così! Tutta la rivelazione ci narra la paternità di Dio, che continuamente dà la vita, fa sorgere il suo sole sui buoni e i cattivi, pensa giorno e notte a noi, è un Padre preoccupato di offrirci il suo Figlio e il suo Spirito, desideroso di vivere con ognuno di noi una intimità quotidiana, attento a darci la sua Parola sapiente. Un Padre che ci fa star dentro alla sua famiglia e che ci mette sempre accanto persone che ci vogliono bene in suo nome… Gesù (che nella sua umanità ‘respirava’ in ogni istante questa presenza amante del Padre) ce lo dice con passione: Dio non è mica come quel giudice! Se pure quel giudice ha fatto giustizia per l’insistenza della vedova, figuratevi se il Padre non si occupa di voi!

Dio Padre offre il suo aiuto ai suoi figli in ogni caso, e lo ha dimostrato con la Pasqua del suo Figlio, che ci ha aperto la possibilità di ‘camminare in una vita nuova’ e di avere una vita d’amore definitiva nella risurrezione della carne. Non ha dubbi, Dio Padre, su questo dono: non ha aspettato che noi glielo chiedessimo e nemmeno lo tira indietro se qualcuno non lo chiede!

L’insistenza della nostra preghiera dunque non è per convincere il Padre a darci i suoi doni: il Padre non si fa battere da nessuno in generosità! L’insistenza della nostra preghiera serve a noi per vivere da figli, per essere attenti e aperti ai doni di Dio. I doni di Dio, infatti, specie il suo dono di poter vivere una vita matura e saggia nell’amore, non funzionano automaticamente in noi: funzionano solo se noi intelligentemente ci mettiamo in sintonia e in collaborazione con lui!

Un esempio: la preghiera per la Pace, che ultimamente eleviamo in modo insistente. Vuoi che il Dio di Gesù Cristo non stia desiderando la pace adesso?! Forse che noi gliela chiediamo perché abbiamo il dubbio che lui la voglia? Impossibile. Dio vuole la pace, e chissà quanto ci sta provando, con il suo Spirito, a suggerire a tutti pensieri e scelte di pace… La preghiera insistente per la pace cambia noi, ciascuno di noi, perché ci sintonizza con il cuore di Dio e ci fa entrare nei suoi pensieri e nel suo cuore follemente innamorato di tutti e desideroso di pace per tutti. Ed entrando in questo cuore, può darsi che pure noi ci mettiamo a dire parole di pace e a fare scelte di pace.

Insomma, sembra dire Gesù, è ora di finirla di accusare Dio di essere buono ma disinteressato: il Dio che viene, ora, suggerendo progetti di pace, trova la fede sulla terra? La trova almeno in noi?