Commento al Vangelo e omelia del 14 agosto 2022.
Oggi Gesù tenta di svelarci, ancora una volta, la profondità del suo cuore e la forza del desiderio che lo muove (Lc 12,49-53). È un cuore infiammato e che vuole infiammare il mondo. Credo voglia dire infiammarlo d’amore! Ecco le sue parole, bellissime: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!». Ha molto chiara, il Signore, la sua missione. Non è uno che agisce part time o che si interessa di noi e del mondo intero solo ogni tanto. C’è una urgenza incontenibile che lo fa vivere proteso al suo ‘battesimo’, addirittura con un sentimento di ‘angoscia’: «Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!». Sono parole illuminanti: ci dicono come stava Gesù nel Getsèmani, lungo la via crucis, appeso alla croce, con la sicurezza del dono della risurrezione!
Pensiamo a quando siamo innamorati: quanto desideriamo con ardore di stare con la persona amata, quanto ci dispiace (fino all’angoscia) la sua assenza, quanta gioia viscerale ci danno i momenti della intimità. Anche con Dio può essere così, e anzi per Dio il rapporto è proprio in questi termini.
Nel Cuore infiammato di Gesù vediamo la Compassione del Padre per noi e per il mondo. Una compassione che non può essere spenta, che non si esaurisce mai, che porta la Trinità ad offrirsi continuamente per il bene della gente, donando sempre la Parola che aiuta a capire le cose giuste e il Pane che dà forza per viverle. Questa compassione, questa fiamma d’amore, richiede di stare dentro alla bellezza di una relazione calda e profonda, un dialogo vivace e intenso, un affetto semplice e avvolgente con il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo.
Dovremmo sostare spesso a conversare con il Signore lasciandoci dire la sua voglia, la sua angoscia. Bisogna proprio che ci lasciamo aiutare dallo Spirito (che è vento e fuoco) a stare davanti al Signore e in sua compagnia superando il rischio della superficialità, della freddezza, della noia, dell’abitudine. Penso che se partecipassimo alla Messa ascoltando bene queste parole di Gesù, ne usciremmo tutti più infiammati, più innamorati di lui. E ne usciremmo anche più partecipi delle sofferenze dell’umanità, più desiderosi di darci da fare perché le persone si accorgano del cuore palpitante e paziente di Dio.