La sollecitudine premurosa di Abramo con i suoi tre famosi ospiti alle Querce di Mamre ha ispirato la giornata, che i ragazzi hanno cercato di vivere mettendosi discretamente al servizio gli uni degli altri. Tenere unito il gruppo, stare con i più timidi, ascoltare, aiutare a portar lo zaino, fare gesti di gentilezza, regalare sorrisi e abbracci… ad ogni ragazzo un bigliettino con una di queste piccole ‘mission’ da tener segreta con la bocca e da vivere concretamente. Il segreto è presto saltato, le cose sono state per alcuni facili per altri difficili, ma si concordava, nella rilettura della cosa prima di cena, che molti si sono sentiti di viver meglio la giornata.
Una giornata di gita! Prima la colazione, i servizi e la preghiera, e poi con comodo la spola con i pulmini: pochi chilometri per salire sopra Caviola, nella piccola frazione di Sappade, sotto le Cime d’Auta. Dalle alture scende un torrente che ha scavato nei millenni una bella e profonda e stretta gola di rocce rosse, elegantemente modellate. Camminando sullo stradone fiancheggiato da i prati di profumato fieno (alcuni contadini lo stanno tagliando e raccogliendo), raggiungiamo il ponte e il ripidissimo sentierino che ci porta giù giù nel piccolo orrido. L’aria è più fresca, sotto il sole che anche oggi è splendente e infila pure laggiù. La cascata è invitante e non manca chi vuole goderne la frescura mettendosi sotto il gelido e rumoroso scroscio. Ancora più invitante per molti è collaborare con madre natura per definire i corsi delle acque. Gruppi di piccoli ingegneri iniziano le costruzioni di interessanti opere idrauliche, piscine superiori e inferiori, vasche per l’idromassaggio, deviazioni perché l’acqua riprenda a bagnare antichi percorsi. Pian piano i piccoli gruppi passano dalla rivalità alla collaborazione, per opere sempre più grandi.
Il tempo scorre come sempre veloce. Il cielo azzurro inizia ad essere decorato da bianchissime nuvole che gettano ombra sulla gola. Pensando alle mamme, meglio tirar fuori i piedi dall’acqua. Una solenne foto di gruppo sotto la cascata e si risale il sentierino per tornare ai pulmini, camminando e cantando allegramente. Davanti agli occhi lo skyline che dal Civetta arriva alle cime Focobon e al Mulàz.
Una desiderata merenda ci attende appena rientrati. E il pomeriggio continua tranquillo tra una calda doccia, giochi & cartoline, mentre il cielo s’addensa e verso sera minaccia temporali, che però rimangono lontani. Dopo cena si può star fuori, alla ricerca di Farfallante, Focavallo, Gattonte, Colibrillo e degli altri cugini del Grufalò.








