C’era fermento da tempo in parrocchia: che bello riprendere ila campo ACR in montagna! Una trentina di ragazzi, dell’ACR e non solo, si sono lanciati in questa esperienza. Per molti la prima. Cinque educatori, con don Michele, li accompagnano.
Alla partenza tutti puntuali, sotto un sole cocente già di prima mattina. Sul piazzale della chiesa della S. Famiglia si radunano i due gruppi parrocchiali che vivranno l’esperienza da ‘vicini di casa’ a Canale d’Agordo. Il viaggio procede liscio, con il pullman guidato da una brava autista montanara. La pausa pranzo è sulla riva del Lago di S. Croce, poco prima di Belluno, con le acque spazzate da un bel vento che fa veleggiare i colorati Kite-surf. Peccato non essersi portati il costume.
Nel primo pomeriggio arriviamo a Canale. Un po’ di istruzioni per l’uso e ci si sistema nelle camere, giocando a incastro con le valigie. Sarà un’impresa tenerle in ordine. Per ora sembrano più bravine le ragazze. Ed è presto ora del gioco, che oggi è di conoscenza. Il più bravo dice il nome di tutti in 23 secondi. Nel campetto d’erba stretto fra il torrente il il parcheggio passa in fretta il tempo, sotto un bel sole e nell’aria frizzante della montagna. Ci sta anche la prima partitella S. Famiglia contro S. Agostino. Indovina chi ha vinto?
Dopo le docce, che richiedono il giusto tempo in questo primo giorno di ambientamento, ci si raduna nel bel salone che fa anche da cappella. E si inizia l’itinerario spirituale, in compagna del patriarca Abramo, uomo di fiducia, come i primi discepoli, che hanno seguito Signore subito, senza far tante storie e fidandosi completamente di lui. Anche i ragazzi ci mettono il nome, decidendo insieme di vivere questo caposcuola come un viaggio che porterà frutto per la vita a casa.
Dopo la cena, piuttosto rumorosa, ancora in salone per la prima serata: divisi in squadre, i ragazzi scelgono con fantasia nome, motto e divisa. Li conosceremo nei prossimi giorni.






