La Pace? Dal cuore…

Commento al Vangelo del 27 febbraio 2022.

È bellissima la concretezza di Gesù nell’insegnarci a stare al mondo! Il Signore sa calare l’enorme e affascinante proposta delle beatitudini e dell’amore ai nemici nella quotidianità dei nostri sguardi, delle nostre parole, del nostro modo di stare accanto agli altri (Lc 6,39-45).

Pensa ad ognuno di noi come a persone mature che possono diventare sempre più equilibrate. Persone armoniche, non frammentate fra l’interno e l’esterno, capaci di grande libertà e dominio di sé, non schiave di qualsiasi impulso che affiora dal fegato.

Gesù pensa a noi come persone di pace, premurose, che sanno guardare gli altri con molta attenzione e con molto affetto, condividendo lo sguardo del Padre che prima di tutto vede i suoi figli e la loro dignità, e solo dopo i loro difetti. E che sa valorizzare ogni cosa buona di ognuno, per piccola che sia. E che sa leggere i difetti solo per migliorarli. La nostra premura per gli altri, ogni giorno, cresce solo se la coltiviamo specchiandoci nel cuore del Padre.

Sappiamo che non è facile. E anche Gesù lo sa. Il giudizio sugli altri è il nostro pane quotidiano. Tra vicini di casa, tra colleghi di lavoro, talvolta anche tra famigliari e amici. Sparlare degli altri, condannarli, disprezzarli, prendere le distanze, sputtanarli è un attimo. Nelle confessioni è una delle cose più gettonate! E ci viene da chiederci il perché! Perché siamo così pronti a vedere la pagliuzza? Perché facciamo così fatica a non partecipare ai discorsi che mettono in cattiva luce gli altri? Perché ci è così difficile cambiare tono e passare dalla critica gratuita alla ricerca di come aiutare gli altri a migliorare?

Il problema sta nel cuore. Che cuore ho?

Ho il cuore del solitario egoista che si crede di essere il migliore di tutti e vede gli altri dall’alto in basso, perché non sono fratelli ma estranei, o nemici, o rompiscatole che non si mettono al mio servizio o mi trattano male o semplicemente oscurano la mia persona? Di qui nascono tutte le guerre. Piccole e grandi…

Oppure ho il cuore del figlio, che si sente amato dal Padre e impara a guardare gli altri come persone amatissime (esattamente come me) e quindi come fratelli con i quali camminare insieme?

Il cammino quaresimale che iniziamo sarà un grande dono per crescere come figli, come fratelli, insieme!