Scandalizzati da Gesù!

Commento al Vangelo del 4 luglio 2021.

Lo conoscevano bene, Gesù, a Nazaret. O almeno così pensavano. La gente che quel sabato lo ha visto e ascoltato in sinagoga lo aveva visto nascere dalla loro compaesana Maria una trentina d’anni prima (Mc 6,1-6). Un ragazzo assieme a tanti altri compagni di giochi e di avventure, come Giacomo o Ioses. E poi un giovane presente in paese, partecipe degli eventi, legato a tante amicizie, assieme a i suoi (noi diciamo) cugini. Quante chiacchierate con Giuda o Simone nelle calde serate dell’estate in Galilea: magari sulle situazioni di vita, sulla gente del paese, sulle prospettive di lavoro, sulla presenza dei romani occupanti, sulle sorelle che si dovevano sposare, sui desideri di libertà e i progetti da realizzare ‘da grandi’. Con il papà Giuseppe aveva servito le famiglie di Nazaret: molti avevano in casa cose fatte o aggiustate da lui. Forse con il papà era anche andato a lavorare altrove per alcuni periodi, per esempio nella vicina e fiorente città di Seforis che si espandeva in quegli anni. Aveva preparato e vissuto e commentato i viaggi al tempio di Gerusalemme e, assiduo alla preghiera in sinagoga, lo avevano visto imparare la Bibbia e la tradizione religiosa. Forse aveva già iniziato a prendere la parola in sinagoga per commentare gli scritti dei profeti…Per tutti quegli anni (e questo è straordinario) avevano visto un ragazzo e un giovane ‘normale’. Sicuramente in gamba e stimato, ma nulla che facesse ancora presagire l’identità profonda del figlio di Maria e del falegname.

Ma quando Gesù il nazareno se ne va e inizia a predicare e a fare segni prodigiosi, quando torna con un gruppetto di discepoli e prende la parola con una ‘sapienza’ che provoca stupore anche in quella sinagoga, i suoi parenti e anche quelli di ‘casa sua’ vanno in confusione. Sono da una parte stupiti: sentono una parola autorevole, buona, profonda, consolante. Ma si meravigliano che possa uscire da quel loro compaesano così ordinario. Lo avevano incasellato modo tale da rimanere scandalizzati. Lo scandalo è quando da una persona ti aspetti una cosa e invece viene fuori tutt’altro.

F0rse possiamo immaginare i commenti: ma chi si crede di essere? Ci ha nascosto qualcosa… non è stato limpido con noi. È stato sempre un bravo ragazzo, ha sempre fatto le cose nel tran tran quotidiano del paese e adesso viene a dire e a fare cose che rompono con la nostra tradizione e le nostre norme religiose. Eppoi mette in difficoltà le nostre autorità.

Possiamo capire la difficoltà della gente in quella sinagoga… Ma Gesù come ha reagito? Con meraviglia pure lui, ci racconta Marco. Con dispiacere. Proprio alle persone cui aveva voluto più bene non riesce a proporre il passo più in profondità nella sua amicizia, e nella amicizia con Dio. Nemmeno i miracoli servono. Nemmeno le parole più belle. In loro non c’è fede.

Che è dunque la fede che Gesù propone e desidera? A che servono i miracoli e la rinnovata interpretazione delle Scritture? Servono a rivelare in modo autentico la presenza benevola di Dio, nella persona di Gesù. E il cuore della questione è proprio il rapporto con Gesù. La fede non è la semplice adesione intellettuale ad un insegnamento, perché chi lo propone è anche capace di fare miracoli. Non basta. La fede è una apertura del cuore a Gesù che spalanca il cuore di Dio. È la fiducia della donna guarita che diventa ‘figlioletta’. È la fiducia di Giairo che cammina con il Signore e lo conosce nella intimità della sua casa.

Che bella provocazione per noi questo racconto! Pretendiamo forse di saperne abbastanza di Gesù e rischiamo di chiuderci alla novità quotidiana dalla sua presenza per noi e in noi. Sappiamo certamente più cose rispetto ai nazareni: che Gesù è il Cristo, che è il Figlio di Dio, della stessa sostanza del Padre, vero Dio e vero uomo, morto e risorto per noi e per ogni persona che è sulla faccia della terra. Ma rischiamo di fossilizzarci così tanto da non riconoscere i segni del suo amore nei fatti, nelle persone, nella Parola, nei sacramenti. Stiamo poco con lui nella preghiera, ci abituiamo a gestire le vita senza di lui e perdiamo lo stupore e la voglia di ascoltarlo, di aprirci in tutto ai suoi pensieri. Addirittura ci scandalizziamo anche noi e giudichiamo rigido il suo insegnamento quando non è ‘al passo con i tempi’: perché noi siamo più intelligenti e moderni di lui, e allora ci distacchiamo dalla sua visione dell’uomo, della gestione dei rapporti economici nella solidarietà, dell0 stile di accoglienza di tutti perché tutti sono fratelli, della educazione ad una coscienza retta e libera, dell’amore famigliare che ha il suo ordine nel meraviglioso progetto del creatore. E allora la sapienza e la grazia di Gesù non passano più, perché noi mettiamo lo stop. E Lui continua a meravigliarsi e a constatare che, a volte, i ‘suoi’ sono proprio distanti da Lui…