Commento al Vangelo del 27 giugno 2021.
Sulle rive del mare di Galilea Gesù continua a rivelarsi come salvatore, capace di dare vita a chi la sta perdendo o l’ha già persa. Con un racconto vivacissimo (8,21-43), Marco ricorda contemporaneamente due incontri di Gesù: con un capo di una sinagoga e con una anonima donna del popolo. Il primo aveva la figlioletta morta. La seconda una emorragia che durava da dodici anni. Come gli anni della figlia di Giàiro.
Che bello vedere Gesù all’opera!
Gesù che si muove con la sua sovrana autonomia, con una calma incredibile, con una sicurezza signorile.
Gesù che sa essere accogliente e tenerissimo con chi si accosta lui con la semplicità e l’umiltà della fede
Gesù che sa essere fermo e deciso con chi se ne sta chiuso nella paura e nella mancanza di fede, perché non resta che piangere (per la figlia di Giàiro) o è impossibile un rapporto personale dentro a una folla.
Gesù che sprigiona forza di vita dalla sua persona: vita fisica guarita da malattia e morte, ma soprattutto vita piena della sua amicizia e del suo sguardo che fa bella la vita fisica.
Che bello vedere i personaggi del vangelo e imitarli per imparare ad incontrare veramente il Signore!
Giàiro e quella donna che si buttano ai piedi di Gesù, manifestando la loro fiducia.
Giàiro e quella donna che non sanno ancora bene come andrà a finire, ma si mettono in cammino e stanno alla scuola di Gesù fidandosi oltre ogni speranza.
Giàiro e quella donna che si ritrovano riempiti della vita del Signore, dopo aver sperimentato che nessun essere umano può dare quella vita sana e definitiva che cercano.
Giàiro e quella donna che incontrano Gesù nella semplicità più assoluta senza chissà quale effetto speciale o teatrale: in mezzo alla folla, basta sfiorare il lembo del mantello del Signore; nel segreto della stanza di casa (fuori dai piedi chi fa casino), basta esser presi per mano per risorgere.
Marco usa la stessa parola per la ragazza di Giàiro e per quella donna: ‘figlioletta’. Per accogliere Gesù e la sua vita bisogna scegliere di essere bambini. Bisogna decidere di essere bambini. Proprio come Lui, che per tutta la vita ha deciso di essere né di più né di meno di quello che era: il Figlio di Dio.