Commento al Vangelo del 7 giugno 2020.
Gesù non è mai preoccupato di dire ‘chi è’ Dio.
È sempre attento, piuttosto, a dire ‘che cosa fa’ Dio!
E parlando con Nicodemo sfodera una delle più preziose rivelazioni di tutto il Vangelo. Una frase che abbiamo già imparato a memoria, ma che risentiamo volentieri dalla sua bocca, che ci parla nella Chiesa, in questa solennità della SS. Trinità (Gv 3,16-18).
Dio è molto semplice, perché semplicemente ama.
E ama ‘tanto’. Tanto da essere disposto a dare tutto.
Quelli di noi che sono genitori possono capirlo meglio: quale è la realtà più preziosa che abbiamo? Certamente i figli, che sono da proteggere e custodire.
Ebbene, ci dice Gesù, il Padre ama tanto da ‘dare’ il suo figlio. Il segno dell’amore del Padre per il mondo, per l’umanità, per ogni persona umana, è il regalo del Figlio. «Ti voglio così bene – sembra dire Dio – che ti consegno mio Figlio.
E perché ce lo mette in mano? Perché Dio Padre ci consegna il Figlio? Che ce ne facciamo? Che cosa ci può dare questo Figlio?
«Perché chi crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna!». Dunque è importante, per Dio, che noi non andiamo perduti. Che abbiamo la vita eterna.
Ma… abbiamo forse paura di perderci, di andare a finire nel nulla, di andare a finire in perdizione?
Ci interessa veramente una vita eterna? Cerchiamo una vita definitiva? Cerchiamo una esperienza d’amore che non finisce?
Se sì, il Figlio di Dio, mandato dal Padre preoccupato per la nostra vita eterna (niente di meno), fa al nostro caso. Possiamo credere in lui, cioè aderire a lui, diventare suoi amici e ricevere vita eterna da Lui, la stessa vita/amore del Padre. Non ci sono altre vie. Nessuno se non il Figlio può dare vita eterna ai sette miliardi di persone che stanno sotto il cielo in questo mondo!
Evidentemente la qualità più bella di questa vita è il legame d’amore. Il legame d’amore che traspare dalle parole appassionate di Gesù: si sente che lui vuole bene al Padre, e che è d’accordo con il Padre, e che si è lasciato mandare volentieri dal Padre, che lui e il Padre sono felicissimi di volersi bene. Si vede che nella Trinità funziona così: tutto secondo il verbo ‘dare’.
Avere fede nella Trinità, allora, vuol dire semplice-mente questo: entrare nell’amore strepitoso del Padre e del Figlio.