Commento al Vangelo del 24 maggio 2020.
L’Ascensione di Gesù ci fa capire qualcosa in più della Pasqua. Immaginiamo la scena (raccontata da Luca in At 1,1-11) di Gesù che corporalmente «fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi».
In alto vuol dire verso il mondo celeste, il mondo di Dio, la condizione di esistenza di Dio, che è una cosa diversa dall’esistenza nel modo che conosciamo noi. L’alto è anche l’Altro, che noi riusciamo a misurare con i mezzi umani e da cui abbiamo origine, e verso cui tende tutta la nostra esistenza!
Una nube vuol dire il mistero di Dio: i nostri occhi non riescono a vederlo e a capirlo del tutto. Rimane sempre al di sopra di noi. Come il monte Sinai, quella volta che Mosè ricevette la Legge; come sul monte della Trasfigurazione, quando Pietro Giacomo e Giovanni intravvidero la gloria del Signore
Ma Gesù vi è entrato con la sua carne risorta! Questo è il punto fondamentale. Infatti, che il Figlio di Dio stia nell’abbraccio del Padre con la sua natura divina è normalissimo. Quel che non è normale, ed è stupendo, è che la umanità di Gesù, glorificata dalla risurrezione, è trasformata in una condizione nuova, e precisamente la condizione della immortalità e della felicità di Dio!
E siccome la umanità che il Figlio di Dio ha assunto è la nostra, vuol dire che Gesù ha portato la nostra umanità dentro al cielo, dentro al mondo di Dio! Contemplando Gesù che porta su la sua carne risorta, dobbiamo pensare che noi siamo aggrappati a Lui, che Lui ci trasforma e ci rende simili al Padre celeste.
Simili a Dio, vuol dire capaci di realizzare (con Lui) il progetto originario della nostra persona: noi siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio! Con la sua risurrezione, Gesù ha vinto i difetti (il peccato e la morte) che ci impedivano di risplendere nella nostra identità più profonda, e ci ha messi in grado (adesso) di amare come ama Dio, per condurci (nel momento del nostro passaggio della morte) a vivere eternamente nella condizione felice del Paradiso, cioè di un amore per Dio e per gli altri incredibilmente pieno.
Non possiamo tacere questa bellezza. Ascendendo al cielo, Gesù è molto chiaro: quel che è successo deve essere annunciato, fatto conoscere e fatto sperimentare dal mondo intero. L’Ascensione conferma il carattere missionario della Pasqua!