Commento al Vangelo del 17 maggio 2020.
Prima della Pasqua, Gesù di Nazaret, era visibile a tutti. Il ‘mondo’ lo vedeva.
Dopo la Pasqua, non tutti riescono a vederlo e a conoscerlo. Il ‘mondo’ pensa normalmente di lui quel che si pensa di tutti i morti e sepolti… non o puoi vedere.
Ma Gesù di Nazaret è risorto, ed è ancora visibile. E può essere conosciuto. In un modo un po’ strano, nuovo, inedito. Roba che solo Dio può fare, a modo suo. Gesù ci spiega oggi (Gv 14,15-21) che è grazie al suo Spirito che Lui può essere visto e conosciuto.
Capisco, è una cosa un po’ complicata. Sì, perché Gesù continua a spiegarci che lui è Dio, come il Padre. E che c’è un Terzo che fa le cose che fanno lui e il Padre. Una terza Persona che rimane con noi per sempre e che ci comunica la verità. La stessa verità del Padre che ci è comunicata dal Figlio. La stessa Presenza del Padre che rimane in noi attraverso il Figlio. Ma chi è dunque che rimane e si comunica e si fa presente? Il Padre, il Figlio o questo misterioso Spirito?
Da Gesù un poco capiamo che loro Tre, in realtà, fanno tutto insieme. Sono uguali e anche distinti. Sono in una comunione che noi nemmeno ci immaginiamo. E tra loro non c’è nessuna gelosia, nessuna rivalità, nessuna esclusività. Hanno un unico, grande desiderio: amarci, consolarci, rafforzarci, rimanere in noi. E che noi li amiamo, e rimaniamo in loro.
Il Padre, che è la fonte di tutto, non si tiene stretto né il Figlio né lo Spirito, ma li dona a noi continuamente: due presenti in una Presenza. Il Figlio ha fatto vedere nella sua carne l’amore del Padre che è lo Spirito. E lo Spirito, dopo che il corpo di Gesù risorto è stato glorificato, rende presente il Figlio e il Padre per consolarci. È ‘un altro Paràclito’, cioè il ‘Dio che sta vicino’.
Balbettiamo sempre quando parliamo della Trinità… ma non possiamo tacere. Non possiamo non contemplare. Ogni volta che facciamo il segno della croce, ogni volta che diciamo anche solo la semplice preghiera del Gloria… ogni volta che nella Messa parliamo al Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo… in realtà diciamo queste cose indicibili. Affermiamo (con le parole) che crediamo nell’Amore del Padre che è conoscibile grazie allo Spirito che rende presente il Figlio morto e risorto.
La Trinità non se ne sta mai con le mani in mano… è un effluvio di amore sempre in movimento verso di noi… E che ci mette in moto. Gesù insiste anche nelle sue parole di oggi: solo chi ama può conoscere e far conoscere Dio. E allora scommettiamo su questo amore, su questa presenza, lasciandoci ispirare con molta consapevolezza e libertà parole e gesti d’amore. In fondo è nelle parole e nei gesti dei discepoli che il ‘mondo’ può vedere e forse conoscere la Trinità.