Commento al Vangelo del 6 ottobre 2019.
All’inizio di un nuovo anno pastorale, il Signore ci educa con la sua Parola (Lc 17,5-10). Vuole richiamarci due tratti fondamentali del nostro essere discepoli che decidono di vivere insieme l’avventura: la fede e la gratuità del servizio.
Se andiamo in parrocchia, se abbiamo un qualche legame con la comunità cristiana, se ci mettiamo in qualche modo a fare qualcosa che c’entra con la Chiesa, è perché viviamo una esperienza di fede, cioè di legame con il Padre, e il Figlio, e lo Spirito Santo. La fede infatti è anzitutto questo: vivere il legame di comunione con le persone della Trinità. Vivere da figli, vivere da ‘alleati’, vivere da amici con Dio!
In questa luce prende un primo senso la domanda che gli apostoli fanno a Gesù: «Accresci in noi la fede!». Vuol dire: aiutaci a vivere di più il legame con te, a stringere una amicizia più profonda, ad essere più in sintonia! Ogni relazione, infatti, va coltivata e accresciuta. La relazione con Dio cresce certo con la nostra diponibilità, ma soprattutto nella sicurezza che lo Spirito è all’opera proprio per unirci intimamente al Padre e al Figlio!
Un secondo senso della domanda lo cogliamo dalla risposta di Gesù: « se aveste fede come un seme di senape…»: la fede è un abbandono fiducioso a quel che ci propone Dio, sempre e comunque. Anche quando è buio e si è sottoterra: il seme sa che germoglierà in una vita nuova e feconda. È l’esperienza del venerdì e del sabato santo, che precede la notte della risurrezione e dell’esplosione di vita nuova. Non c’è situazione personale o comunitaria o della vita della nostra società che nel Signore non possiamo affrontare in un modo fecondo di vita nuova.
Il richiamo del Signore è poi a partecipare dell’amore misericordioso e gratuito del Padre. Sempre e in tutto! Essere ‘servi inutili’, essere cioè ‘semplicemente servi’ è l’esperienza libera e gioiosa che i discepoli del Signore possono vivere: non più asserviti e schiavizzati dalle logiche orgogliose del possesso o del tornaconto personale, ma sempre e completamente a disposizione degli altri. Possibile? Sì, ma solo se si è consapevolmente fondati sull’amore e sulla stima che il Padre ci riserva continuamente e gratuitamente. Fare l’esperienza di essere serviti e riveriti gratuitamente dalla Trinità è l’unica condizione di possibilità di vivere a nostra volta uno stile di dono in tutto!