Pellegrinaggio a Siena

Si è svolto dall’1 al 3 marzo il programmato pellegrinaggio a Siena e S. Gimignano. Le tappe principali sono state la visita dell’Opera del Duomo di Siena, l’incontro con le monache agostiniane dell’Eremo di Lecceto, la Messa nella chiesa di S. Agostino a S. Gimignano.

Ecco alcuni appunti delle riflessioni offerte dalle monache Sara Maria e Stephanie

La preghiera non nasce da un bisogno, ma da Dio che è amore e che chiede di essere ricambiato. Noi nella Chiesa siamo il segno dell’amicizia con Dio che riempie la vita dell’uomo.
Separazione: nella vita di ciascuno è indispensabile uno spazio consacrato in cui nulla entra o esce al di fuori dell’amicizia con Dio!

Lecceto: nei primi gruppi eremiti riuniti nell’ordine agostoniano fondato nel 1256, quando è divenuta prevalente la vita comune rispetto alla vita eremitica.

Il carisma: quarto voto, cioè la promessa di perfetta vita comune! Questo è lo specifico: la ricerca di una comunione che sia il luogo dell’incontro con Dio e il dono che Traverso di noi il Signore fa alla Chiesa.

Un cuor solo e un’anima sola in deum, protesi verso Dio. Agostino lo aggiunge sempre.

Vita monastica uguale a quaerere deum, ricerca di Dio.
Per Agostino il luogo fondamentale è la comunione. Come una staffetta! Si corre insieme. Si cerca insieme il volto di Dio!
Insieme in modo impegnativo: sempre. Non ci siamo scelte e non abbiamo vie di fuga! Qui siamo e qui rimaniamo.

Una specie di laboratorio: si verifica se Dio c’è! Se lo togli come significato, punto di appoggio, intermediario reale delle relazioni con l’altro non ci si incontra ma ci si scontra. È matematico.
È facendo le cose insieme che scopriamo il volto di Dio.
Di nessuna cosa diciamo è roba mia! E anche l’anima non è roba mia!
Mettiamo in comune tutto, all’interno della comunità e nel servizio alla chiesa.

Il fatto esteriore di stare insieme non basta: ci vuole disponibilità, apertura che rende possibile un vero incontro!
Non è importante se abbiamo opinioni diverse. Bisogna accogliere qualcosa: è il Signore a fare!
Rinunciare a qualcosa nella vita comune fa esplodere il mio io: è una fatica, ma anche una bellezza.
Quando c’è unità è come una calamita che attira lo Spirito!
‘Apertura’ è una parola amata dal papa. Per noi è uscire da ciò che occupa il mio cuore e offusca il rapporto con l’altro.

Il luogo dell’incontro con l’altro è il silenzio, che è il grembo per accogliere l’altro.

Povertà: il grande voto!
Mettere tutto in comune è il passo necessario per incontrare l’altro. Senza spogliamento non c’è comunione.
In questo, grande scuola è il silenzio per lasciar parlare un’altra tra voce.

Dare all’altro un tempo, ad es per un passeggiata, di un ascolto per uno sfogo…
Lavorare insieme in monastero serve.

Bastare a se stessi non è il massimo, e non è possibile: l’obiettivo non è bastsre a se stessi!

Cantare è proprio di chi ama, dice Agostino. Questo è vero sia a livello epidermico (come espressione delle emozioni) sia a livello più profondo: cantare insieme è lo specchio della comunità. Cantando insieme si colgono anche le tensioni e le fatiche! E si tende a quella voce unica che è il segno del cuor solo e l’anima sola. Cantare insieme è ottimo esercizio per imparare a incontrare l’altro. Tirar fuori la voce, accordarsi con gli altri non è facile!