“Coltiviamo pensieri” è anche quest’anno il titolo del campo Gimi 1 della Parrocchia di S. Agostino a Ferrara. L’esperienza era iniziata a Firenze nel 2021, alla ricerca di persone ed esperienze che aiutassero a pensare bene la città, tra sogni e desideri grandi e capacità di inventare modalità concrete di accoglienza, di integrazione, di promozione umana. L’esperienza continua a Catania, antichissimo luogo di civiltà mediterranea, terra piena di sfide e di persone che le affrontano con intelligenza e disponibilità. I prossimi giorni saranno come ricamati dalla bellezza degli incontri conquiste persone, e anche della storia, dell’ambiente e dell’arte della terra siciliana.
All’orizzonte, tra la foschia che s’è adagiata su tutta l’Italia, si intravvede la costa siciliana e la vetta fumante del massiccio e nero vulcano. Il viaggio iniziato prestissimo da Bologna è passato tranquillo, tra i passeggeri assonnati. Filate lisce le operazioni di imbarco e di sbarco, nell’emozione, per qualcuno, del primo volo. Un’ottima colazione al bar dell’aeroporto e poi via al noleggio delle auto: operazione questa piuttosto complicata, che si prolunga più del previsto in tempi e costi per via di sconosciute normative sulle debit&credit card, plafond e franchigie e baby drivers. I ragazzi attendono pazientemente, trascinando “di qua, di là, di giù, di su” le valigie. Conquistate finalmente le tre auto, in pochi minuti, immersi nel traffico caotico e lento di Catania, si arriva alla Playa: siamo accolti nella Colonia don Bosco, stretta tra la pista dell’aeroporto e la striscia di sabbia lambita da acque vivaci di smeraldo. Nel caldo profumo di eucalipti, oleandri e tamerici attendiamo di essere accompagnati al nostro spartano alloggio. Intanto ci sta un tuffo tra le fresche onde e il primo giro di spesa al supermercato. Non servono i materassini: per un qualche piacevole malinteso troviamo letti ben preparati, mentre la cucina richiede un po’ di sistemazione. Il pranzo, preparato arrangiandosi un po’ e consumato sotto il portico ventoso che dà verso il mare, aiuta a ricomporre allegramente il clima, dopo le piccole complicazioni del mattino. Il frastuono dei decolli silenzia di tanto in tanto la conversazione, mentre si indovinano le mete lontane dei viaggiatori.
Dopo la inevitabile pennichella, un momento di presentazione più precisa del programma: Celeste fa il trailer delle prossime giornate. Ci attendono Walter, Camillo, Giovanni, Rosy, don Alfio, il vescovo Luigi. Il centro barocco di Catania con la sua sotterranea storia greca e romana, Il quartiere periferico e difficile di Librino, le località dei Malavoglia verso Nord, l’antica Siracusa verso Sud. Tutto condito dalla voglia di ascolto, di contemplazione e di confronto, e, sullo sfondo, alcuni testi del grande progetto che il Papa Francesco ha sintetizzato nella Fratelli tutti.
È ora di un altro tuffo, mentre già inizia la fila all’unica doccia. Ci si mette in ghingheri: la cena è alla Trattoria del Cavaliere, in centro a Catania. La raggiungiamo passeggiando meravigliati sull’asse principale della città, che si apre verso l’Etna da porta Uzeda nella sua inattesa bellezza, scura e regolare, nobile e un po’ decaduta, vivace di genti che si sfiorano sul nero selciato.
Il menù è fedele alle attese e leggero per il portafoglio. Mentre si torna al parcheggio ci stanno anche le granite: tutte buone, dall’oro grezzo alle fragoline di Maletto.











