Sapevano bene che era il Signore!

Commento al Vangelo e audio dell’omelia del 1 maggio 2022.

Il racconto del capitolo 21 di Giovanni, terza apparizione del Signore risorto ai discepoli, è semplicemente spettacolare. Lo leggiamo guardandolo con gli occhi profondi e pieni di gratitudine al Signore che ci fa dono di sé e della sua vita risorta. L’incontro sulle rive del lago è come se contenesse in sé tutti gli incontri personali e comunitari con il Risorto che noi abbiamo l’onore di vivere, nella Liturgia e nella vita. Prendiamo ad esempio la Messa che ogni settimana celebriamo per essere aiutati a celebrare nella vita quotidiana la Presenza del Risorto.

Nella Messa e nella vita noi ci troviamo disorientati e affaticati. Spesso non sappiamo bene cosa fare e come farlo. Spesso la nostra vita è fallimentare: non peschiamo nulla. E comunque facciamo i conti con la fragilità radicale della nostra persona, pur sentendo forte l’aspirazione ad amare e a vivere qualcosa di grande! Nella notte, o nel chiarore ancora indefinito dell’alba, si fa vivo Gesù. Con delicatezza. Non lo riconosciamo subito. Si avvicina a noi per perdonarci, per accoglierci. Non gli fa schifo la nostra condizione di peccatori e di falliti.

Nella vita e nella Messa Gesù risorto parla. Di solito in modo umile e semplice. Lo fa quando leggiamo la Bibbia. Lo fa con i consigli buoni degli altri. Quel ‘Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete’ contiene tutti i pensieri suggeriti ogni giorno per fare il bene, per scegliere il meglio, per giocare in modo autentico la nostra persona. A volte capiamo subito. Altre volte dobbiamo riflettere molto e confrontarci con gli amici, o in famiglia, o nella comunità. Spesso ci accorgiamo solo dopo che era il Signore a parlarci: quando le scelte diventano fruttuose e consolanti nel nostro cuore. Perché quando parla il Signore e noi facciamo secondo il suo cuore, il nostro cuore si sente al sicuro e siamo pieni di una gioia profonda.

Allora riconosciamo, nella vita e nella Messa, che ‘È il Signore!’. Come Giovanni quella volta. Lui sì che aveva fiuto! E professiamo volentieri la nostra fede e la nostra adesione a lui. E corriamo per abbracciarlo, senza paure e senza vergogne, come Pietro che si butta in acqua per raggiungere il suo maestro.

Nella vita e nella Messa Gesù ci da tutto. Il pane e il pesce che mangiano sono frutto del dono della Creazione che continuamente è a nostra disposizione, segno della premura paterna del Padre e del Figlio.

Nella Messa e nella vita Gesù vuole valorizzare le nostre persone, vuole che condividiamo il frutto del nostro lavoro, della nostra fatica. Potrebbe fare tutto lui, ma non lo fa. Ci onora di essere suoi collaboratori, di portare il pesce che abbiamo pescato per condividerlo Che bello crescere in questa consapevolezza della gratuità di quel che abbiamo e del senso di condivisione che supera l’egoistica tendenza ad arraffare e a rivendicare diritti sulle cose. Che bello crescere nel ‘nostro’ e abbandonare gradualmente il ‘mio’! Sparirebbero tante guerre…

Nella vita e nella Messa tutto punta alla comunione. Giovanni ricordava bene quel momento silenzioso, mentre mangiavano assieme al Signore risorto. Immaginiamo i loro volti rasserenati e sorridenti. Gli incroci degli sguardi d’intesa e di compiacimento umile. Gli occhi infinitamente belli di Gesù, pieni di quel fuoco d’amore che nella nostra esperienza vediamo negli occhi di poche persone. Non c’era più bisogno di domandare qualcosa a Gesù: ‘sapevano bene che era il Signore’. Invidiabile questa sicurezza… verso la quale stiamo camminando.

Nella Messa e nella vita, Gesù continua a chiedere anche a noi, come a Pietro: mi ami? O almeno mi vuoi bene? Tutti gli innamorati fanno così. Non basta dirlo una volta all’anno, che ci si vuole bene: abbiamo bisogno di sentircelo dire spesso. E anche il Risorto, e anche il Padre e lo Spirito (pur non avendone per sé nessun bisogno) paiono essere contenti, come amanti, quando noi dichiariamo il nostro amore.

Lo facciamo volentieri. Nella Messa e nella vita trasfigurata ogni giorno da questo incontro.