Fatti per il dialogo

Commento al Vangelo del 5 settembre 2021.

«Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua parola, e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre». Tutti noi battezzati siamo stati toccati sulle orecchie sulla bocca dal Signore Gesù, nel sacramento del Battesimo. Tutti noi sperimentiamo continuamente quello che il vangelo di oggi racconta di quel sordomuto incontrato da Gesù in pieno territorio della Decàpoli, terra di stranieri (Mc 7,31-37).

Non sapeva parlare, non poteva ascoltare. Era straniero. Siamo chiaramente provocati: sappiamo proprio parlare bene, noi? Siamo veramente disponibili all’ascolto vero, anzitutto della Parola di Dio e poi degli altri che ci stanno accanto? Eppoi, forse siamo in qualche modo stranieri anche noi. Siamo infatti pellegrini su questa terra e la nostra patria è il cielo.

Qualcuno si occupa e si preoccupa di quel malato. Come in altri episodi della vita di Gesù (come sempre nella nostra vita di fede) ci si muove verso il Signore assieme ad altri e c’è sempre qualcuno che porta qualcun altro. Alle volte senza che quest’ultimo se ne accorga o addirittura sia d’accordo. Come noi, se siamo stati battezzati da piccoli; o come quando qualcuno prega per noi o noi preghiamo per qualcun altro… Dobbiamo continuare a desiderare gli uni per gli altri che il Signore ci imponga le mani!

Gesù prese quell’uomo in disparte. L’esperienza comunitaria prepara e accompagna il rapporto personale, a tu per tu con il Signore. Se non ci lasciamo portare in disparte, se non scatta il dialogo intimo con il Signore, non c’è fede: casomai solo una serie di pratiche religiose. Curioso: nella Messa ad esempio, càpitano entrambe le cose, cioè che siamo in mezzo alla folla che si muove insieme danzando la preghiera, e nello stesso tempo siamo con la Trinità in una comunione personale e intima che si prolunga nella preghiera di tutta la settimana.

I gesti di Gesù, semplici e intensi, sono i gesti del creatore che tocca concretamente la nostra persona. Come il vasaio con la creta. Come fece quella volta con Adamo plasmato dalla polvere del suolo, secondo il meraviglioso e poetico racconto biblico. Siamo continuamente toccati dal Signore che ‘sospira’ verso il cielo per noi. Le sue mani e il suo respiro pieno di vita e di affetto ci rigenerano nella nostra identità di persone create ‘a immagine e somiglianza di Dio’. Gesù ci ha svelato che Dio è Trinità di persone in dialogo, capaci di aprirsi e di accogliersi infinitamente. In questo assomigliamo a Dio e siamo resi immagine di Dio: nella capacità di parlare e di ascoltare, di comunicare amore in modo sempre più simile a Dio. Dobbiamo riconoscere che ne abbiamo proprio bisogno, di imparare ad ascoltare e parlare bene. Proviamo in questa settimana ad essere più attenti alla Parola che il Signore ci rivolge e a verificare le nostre parole, eliminando quelle inutili e riempiendo la nostra bocca delle Parole buone di Dio: il battesimo infatti ci ha resi tutti profeti!