Commento al Vangelo del 29 agosto 2021.
Dopo aver ascoltato per diverse domeniche il capitolo 6 di Giovanni, torniamo al racconto dell’evangelista Marco: una controversia di Gesù con gli scribi e i farisei sulla questione del puro e dell’impuro (ciò che avvicina o allontana da Dio) e dell’autorevolezza della Parola di Dio di fronte alle interpretazioni degli uomini (Mc 7,1-8.14-15.21-23). Gesù ci tratta sempre bene, dicendoci parole molto forti per svelare noi a noi stessi e per vivere con maggiore chiarezza da salvati capaci di relazioni vere, di essere uomini e donne autentici.
Un cuore fatto per la libertà. Non ci fa problema il cibo puro o impuro (casomai dobbiamo star giustamente attenti a mangiare sempre con ringraziamento e senso della misura per essere in forma), ma la questione di attribuire a quel che è fuori di noi la colpa dei nostri sbagli è un problema. Basta vedere i bambini: «ha iniziato lui… è colpa sua se io ho reagito così…»! È vero che possiamo essere influenzati dagli altri o dal contesto, ma Gesù ci richiama alla grandezza della nostra coscienza e alla pienezza della nostra responsabilità personale. Possiamo sempre gestire il nostro cuore, pur se con fatica: e in questa fatica ci aiuta sempre lo Spirito. Le offese, le provocazioni, gli inviti negativi, le tentazioni del Nemico ci saranno sempre: ma non c’è nulla di automatico nel riflesso negativo su di noi. Gesù dunque ci invita a non giudicare gli altri come cattivi che ci possono obbligare a qualcosa, ma a guardare tutto e tutti come creature amatissime da Dio.
Un cuore da ‘purificare’, per amare di più. È proprio il cuore che è malato. Impressiona l’affermazione di Gesù, ma non possiamo nasconderci dietro un dito, perché è proprio così, se ci guardiamo dentro: «dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza». Abbiamo proprio bisogno di essere salvati, guariti, purificati. E il Signore è qui per questo: solo la sua Parola, che accompagna il suo affetto e la sua radicale accoglienza, può aggiustare il nostro cuore, la nostra coscienza, la nostra capacità di impostare bene i nostri pensieri e le nostre scelte per amare meglio.La Parola & l’affetto di Dio. Questo significa che ogni parola umana è insufficiente. Può essere utile il consiglio di un amico, o un sistema di idee, o una impostazione filosofica, economica e politica, o una sfilza di norme morali. Ma ciò che è veramente illuminante e decisivo è la Parola di Dio, ascoltata nell’intimità con l’aiuto della Chiesa, assimilata e gustata con profondità. Solo la Parola ci aiuta ogni giorno a cogliere l’essenziale dietro alle regole che pur dobbiamo darci. Solo la Parola ci garantisce di non prendere fischi per fiaschi, di guardare alle persone e alle cose non come delle minacce ma come dei doni di Dio da accogliere per vivere insieme l’avventura del Regno. Perché la Parola è la Persona del Figlio di Dio che ci ama da morire.