Commento al Vangelo del 8 agosto 2021.
Mormorare è uno sport molto praticato. Da sempre. Nella Bibbia, fin dai tempi dell’Esodo, quando gli israeliti si lamentavano con Dio perché nel deserto dovevano accontentarsi della manna, e la libertà era più pesante della schiavitù. Quando Dio propone qualcosa di nuovo, bello e scomodo, ci si lamenta sempre. Perché da Dio ci si aspettano certe cose, e invece lui, libero e saggio com’è, fa di testa sua e propone quel che lui ritiene il meglio per noi.
Anche con Gesù la gente si è lamentata, per la sua sapienza dall’alto, la sua pretesa di essere il pane disceso dal cielo e di essere più forte di Mosè (Gv 6,41-51). Ma Lui non arretra nemmeno di un millimetro, e continua con una pazienza divina (chissà che dispiacere nel suo cuore a sentire le mormorazioni…) a rivelare la sua identità, la bontà del Padre e la possibilità, adesso, di essere attirati nel vortice di vita della Trinità. Proprio su questo il Signore insiste: c’è un movimento vorticoso d’amore che parte dal Padre e attraverso il Figlio raggiunge ognuno di noi. La vita cristiana è una vita movimentata. Un vento di vita che sempre soffia e che, se vogliamo, mette in movimento anche noi. Il Padre attira e manda. Il pane che è Gesù discende continuamente dal cielo per dare nutrimento e forza: in ogni Messa (nei milioni di Messe celebrate ogni giorno sulla faccia della terra) il pane diventa Corpo che sazia e il vino diventa Sangue che inebria d’amore, e risuona la Parola che istruisce tutti. Chi impara e ascolta, viene da Gesù, si muove verso Gesù.
Questa vita movimentata nel vortice d’amore della Trinità è la vita vera e definitiva. Gesù insiste molto su questo. Partecipare della comunione d’amore del Padre è una cosa che non finisce più. Perché Dio è eterno, e chi mangia Dio diventa eterno. Non si può interrompere un rapporto d’amore con Colui che crea ricrea continuamente le nostre persone. Difficile definire l’eternità, per noi che percepiamo la realtà necessariamente nelle categorie dello spazio e del tempo…La qualità principale di questa vita ‘eterna’ non è solo la misura illimitata nel tempo: piuttosto, è la pienezza di espressione della esperienza d’amore. Dio, che è eterno, possiede se stesso ed esprime se stesso senza dover aspettare e senza nessuna condizione. Vivendo con lui (mangiandolo e lasciandoci istruire da Gesù) anche noi diventiamo capaci di questo “totale, simultaneo e perfetto possesso di una vita senza limiti” (secondo la famosa definizione del filosofo Boezio). Una sempre più completa capacità di amare, di ricevere e dare amore.