Sotto un cielo grigio ci incamminiamo presto verso il centro di Firenze, un po’ assonnati, ma desiderosi di immergerci nelle gallerie della bellezza. Agli Uffizi entriamo senza far coda e, divisi in due gruppetti, iniziamo a percorrere le sale del corridoio di levante. I marmi romani del della lunga galleria fanno quasi da refrain mentre entriamo e usciamo dalle sale dei pittori che dal Trecento al Seicento hanno espresso nei colori e nelle forme i misteri della fede cristiana o i soggetti della tradizione classica. Un po’ si ascoltano le spiegazioni, un po’ si guarda da soli, un po’ ci si confronta sui particolari. Gli occhi si saziano di luce e di colore e di genio, mentre incontrano i capolavori dell’umanissimo Giotto o dell’elegante Gentile da Fabriano, del geniale Leonardo o del virtuoso Botticelli. Muovendoci in mezzo a una folla chiassosa di visitatori arriviamo fino a mezzogiorno, e poi dopo un caffè ancora un’oretta, per concludere quasi ebbri davanti alla Medusa di Caravaggio. Che mattina memorabile: ci sentiamo più immersi nella storia della umanità che ricerca il vero, il buono e il bello, più legati ai tanti protagonisti della cultura e ai tantissimi che si sono riempiti gli occhi di bellezza in questo luogo.
Il pranzo è sul muretto del lungarno: schiacciata fiorentina. Non quella dell’Antico Vinaio (ché c’era una coda…), ma ugualmente abbondante e farcitissima.
Presto ci avviamo verso Palazzo Pitti, desiderando un prato su cui riposarci un po’, al Giardino dei Boboli. Da Michelangelo alla briscola il passo è breve, e ci vuole anche quella, mentre il cielo si fa meno afoso e la fragranza dell’alloro e della menta ci avvolgono delicatamente.
A una certa si inizia l’attività del pomeriggio. Un testo del poeta Mario Luzi e alcune righe di La Pira ci provocano e ci fanno sognare una città (Firenze… ma anche Ferrara) centro del mondo, accogliente per tutti, capace di vivere pace e giustizia e di trasmettere bellezza, piena di ardenti desideri. Poesia? ‘Dipende’… Infamia, sangue e indifferenza dilagano in città e sembra impossibile venirne fuori. Eppure, a pensarci bene, aprendo un po’ gli occhi, c’è, anche oggi, a Ferrara e nel quartiere di via Bologna, gente che si spende per gli altri in parrocchia o nel volontariato, che fa bene il suo lavoro, che si prende cura della propria famiglie e talvolta di altre famiglie, che si impegna nell’amministrazione… Un fermento attraente, che lo Spirito sta offrendo alla città. Che fare? Ci si può mettere in questo fermento. Anche se si è dei ragazzi di quindici anni. Ci si può informare di più, iniziando a leggere seriamente i giornali; si può motivare meglio il proprio impegno nello studio per diventare gente competente in questa città; si può continuare a dialogare e a confrontarsi; si possono fare piccoli passi di servizio. Il Signore propone certamente a tutti di sognare il Regno e di esserne protagonisti (pensando in grande ed agendo in piccolo), chè esser cristiani vuol dire stare con tutti e due i piedi per terra, dentro a questa storia, a questa città. Come Gesù. Come i profeti.
Lasciate le terrazze verdi dei Boboli, si torna di qua d’Arno. Passando per la Piazza della Signoria e sotto l’elegante e imponente Palazzo Vecchio, per la via de’ Gondi e lo stretto Borgo de’ Greci s’arriva alla vasta Piazza, armonicamente costruita davanti alla Basilica di Santa Croce, con i suoi marmi eleganti e austeri. Celebriamo la Messa, assieme ad uno sparuto gruppo di fedeli. Fra’ Andrea, prima d’uscire, ci accompagna a visitar le tombe dei grandi personaggi italiani, gli affreschi di Giotto rovinati da Vasari, il crocifisso di Cimabue rovinato dall’alluvione. Segni di una bellezza che resiste.
La serata di gelato e poi di condivisione della giornata è veloce e gustosa:
– Mi ha stupita molto il fatto che per migliorare qualcuno o ciò che c’è attorno a noi bisogna non solo impegnarsi e aiutare, ma anche migliorare se stessi. Svolgendo queste azioni riusciamo quindi a crescere noi stessi in meglio, ma contemporaneamente riusciamo anche a far crescere gli altri positivamente. Questa idea ci riporta un po’ alla famiglia e al gruppo, cosa che ho notato più volte in alcuni quadri visti anche all’interessante visita degli Uffizi di questa mattina, una bellissima esperienza utile per informarsi sulla storia del nostro mondo e di tutto ciò che è avvenuto in passato.
– In quest’opera (Madonna col bambino)vediamo un tenero atto di intimità tra Maria e Gesù in cui traspare al 100% la semplicità di un bambino che gioca e che cerca un contatto con sua mamma, non il classico re invincibile rappresentato fino a quel momento… un bimbo semplice e umile. Ognuno di noi deve essere come lui: umile ma sognatore, che nel proprio piccolo riesce a realizzare i suoi desideri per il suo bene e quello di ogni persona che lo circonda. è così che possiamo veramente cambiare il mondo!
– A me ha colpito il fatto che ormai non ci sono più tanti giovani disposti a migliorare la propria città
– Mi ha colpito il Laocoonte per la sua dinamicità, è pietra che diviene viva e guizzante sotto i nostri occhi, poderosa ed elegante. È una storia triste quella che racconta, ma che porta con sé la “morale” degli innocenti che vengono puniti pur essendo dalla parte della semplice verità in mezzo alla menzogna. Questo accade anche oggi ed è da aggiungere alla lista delle cose contro le quali bisogna impegnarsi.
– Oggi mi sono sentita consapevole del fatto che si può cominciare già da ora a fare qualcosa per migliorare il mondo. Oggi è il giorno giusto per imparare, informarsi, interessarsi, ascoltare gli altri… Di fare lo schizzo del quadro del nostro futuro e di mettere le basi per la nostra esperienza nel mondo.