Commento al Vangelo del 28 febbraio 2021.
È come se avesse alzato per un attimo il velo che nasconde il suo vero volto agli occhi dei discepoli. Gesù fa questo regalo a Pietro, Giacomo e Giovanni, su un alto monte (Mc 9,2-10). Ha appena annunciato che andrà a finire male, a Gerusalemme. Ha appena avuto la reazione scandalizzata di Pietro che non ha capito nulla. Come noi non avremmo capito nulla di un maestro in gamba e forte che dice di dover finire riprovato e crocifisso. Perché anche noi, come Pietro, pensiamo come gli uomini. Cadiamo nella tentazione di pensarla come il nemico, che non può accettare l’amore. Figuriamoci l’amore nella debolezza…
Sa cosa fare, Gesù, per educare Pietro e noi. Appunto: per un attimo solleva per un attimo il velo e mostra un cenno della sua bellezza celeste ed infinita. Non ci sono parole per dirla. Solo che nessuno riesce a farla, sulla terra. Bellezza straordinaria, che per lui è ordinaria. Straordinario, per Lui, è il velo dell’umanità che la nasconde ai nostri occhi, impreparati a riconoscerla. Straordinaria è la sua pazienza e la sua condiscendenza, che lo porta a mettere lo splendore dell’amore divino si tratti del volto crocifisso. Pare che voglia condurre Pietro, e noi, proprio a questa assurda capacità di riconoscere che la gloria e la potenza di Dio si fa vedere anche nella debolezza della passione, confermata dalla sicura esperienza della risurrezione.
Pietro e gli altri (ci ricorda Marco) non capiscono nemmeno la risurrezione. Per forza. Se non sperimenti e capisci che Dio è capace di amare anche quando lo torturi e lo ammazzi, non sei capace di capire nemmeno che cosa significa la continuità di quell’amore indistruttibile nella esperienza della risurrezione. Il tutto disorienta. Lascia impauriti i tre discepoli sul monte (Pietro non sa cosa dire, perché erano ‘spaventati’, proprio come le donne che per prime al sepolcro hanno sentito da quel giovane l’annuncio della risurrezione: Mc 16,8).
Volesse lo Spirito che noi vivessimo questo disorientamento e questo spavento, ogni tanto: sarebbe un bel segno del fatto che davvero ci mettiamo con serietà davanti al mistero della Pasqua. Che noi vivessimo lo stupore per la bellezza di Gesù, il dolore per la sua crocifissione per amore, la gioia irrefrenabile del riconoscerlo risorto e vittorioso sulla prima e sulla seconda morte…