Oggi è la solennità di Tutti i Santi. Domani commemoriamo i nostri cari defunti. La Chiesa, nostra madre e maestra, ci aiuta a ricordarci del legame che abbiamo con i morti e tra essi i santi: si chiama ‘comunione dei santi’ questo legame interpersonale reso possibile dal Signore risorto, che ci tiene uniti anche oltre la morte.
Istintivamente ci viene da rimuovere il pensiero… ma la Pasqua deve illuminare sempre più intimamente il nostro modo di guardare alla vita, segnata dalla morte come esperienza di passaggio alla condizione definitiva, ‘celeste’ della nostra persona. Nella Messa il Signore ci ripeterà il programma di una vita santa, cioè piena di maturità già adesso, e proiettata nella comunione definitiva con la Trinità (Mt 5,1-12).
Lasciamoci aiutare anche dal Catechismo della Chiesa Cattolica:
Il cielo
1023 Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio e che sono perfettamente purificati, vivono per sempre con Cristo. Sono per sempre simili a Dio, perché lo vedono « così come egli è » (1 Gv 3,2), « a faccia a faccia » (1 Cor 13,12):
1024 Questa vita perfetta, questa comunione di vita e di amore con la Santissima Trinità, con la Vergine Maria, gli angeli e tutti i beati è chiamata «il cielo». Il cielo è il fine ultimo dell’uomo e la realizzazione delle sue aspirazioni più profonde, lo stato di felicità suprema e definitiva.
1025 Vivere in cielo è « essere con Cristo ». Gli eletti vivono «in lui», ma conservando, anzi, trovando la loro vera identità, il loro proprio nome: 617
«Vita est enim esse cum Christo; ideo ubi Christus, ibi vita, ibi Regnum – La vita, infatti, è stare con Cristo, perché dove c’è Cristo, là c’è la vita, là c’è il Regno».
1026 Con la sua morte e la sua risurrezione Gesù Cristo ci ha «aperto» il cielo. La vita dei beati consiste nel pieno possesso dei frutti della redenzione compiuta da Cristo, il quale associa alla sua glorificazione celeste coloro che hanno creduto in lui e che sono rimasti fedeli alla sua volontà. Il cielo è la beata comunità di tutti coloro che sono perfettamente incorporati in lui.
1027 Questo mistero di comunione beata con Dio e con tutti coloro che sono in Cristo supera ogni possibilità di comprensione e di descrizione. La Scrittura ce ne parla con immagini: vita, luce, pace, banchetto di nozze, vino del Regno, casa del Padre, Gerusalemme celeste, paradiso: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano» (1 Cor 2,9).
1028 A motivo della sua trascendenza, Dio non può essere visto quale è se non quando egli stesso apre il suo mistero alla contemplazione immediata dell’uomo e gliene dona la capacità. Questa contemplazione di Dio nella sua gloria celeste è chiamata dalla Chiesa «la visione beatifica»:
«Questa sarà la tua gloria e la tua felicità: essere ammesso a vedere Dio, avere l’onore di partecipare alle gioie della salvezza e della luce eterna insieme con Cristo, il Signore tuo Dio, […] godere nel regno dei cieli, insieme con i giusti e gli amici di Dio, le gioie dell’immortalità raggiunta».
1029 Nella gloria del cielo i beati continuano a compiere con gioia la volontà di Dio in rapporto agli altri uomini e all’intera creazione. Regnano già con Cristo; con lui «regneranno nei secoli dei secoli» (Ap 22,5).
COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI E VISITA AL CIMITERO
Cimitero vuol dire ‘luogo dove si va a dormire’. Per noi cristiani è il luogo in cui, conservando le spoglie mortali dei nostri cari, abbiamo il segno visibile del loro ricordo e della attesa della risurrezione della carne. Andare a pregare nel cimitero può aiutare a sperimentare in modo più vivo il senso della morte inesorabile e la identica condizione e dignità di ciascuna persona. Può anche aiutare a esprimere la speranza nella risurrezione, che il Signore ha vissuto per primo per donarla a tutti. Già partecipi della Pasqua nel battesimo, tutti noi vivremo la morte come passaggio alla vita definitiva, trionfo d’amore con Dio e tra di noi.
Non si celebrerà la prevista S. Messa al cimitero di S. Luca il 2 novembre, per motivi di prudenza sanitaria.
Tuttavia è possibile visitare il cimitero, personalmente o con la famiglia: per i genitori può essere una bella esperienza educativa nei confronti dei figli. Pregare per i defunti è un modo per volergli bene e per partecipare del bene che il Signore vuole a loro. Mentre preghiamo per loro, lasciamo che l’amore del Risorto (che fa nuove tutte le cose) circoli tra di noi e i nostri cari e li renda migliori, attuando il cammino di abbellimento della loro persona, che comprende anche la purificazione dal peccato e dalle conseguenze che lascia in noi.
Visitando il cimitero, oltre a un momento di preghiera silenziosa, è bello pregare con il Padre nostro e con il Credo!