Riscopriamo il digiuno: la bellezza della convivialità

Riflettere sull’antichissima pratica del digiuno e dell’astinenza come modalità della penitenza cristiana ci ha portato a tenere presenti aspetti che hanno una importante incidenza sul nostro stile di vita: il rispetto del nostro corpo (tempio dello Spirito), il rispetto della sostenibilità dell’ambiente che Dio ci ha donato come giardino in cui vivere in attesa dei cieli nuovi e terra nuova, il rispetto della giustizia nel fare la spesa…
Ma c’è un altro aspetto sul quale ci possiamo soffermare in questa quaresima: la convivialità. Quando ci sediamo a tavola, digiuno e astinenza sono esercizi che ci possono aiutare a considerare che il nutrimento è importante, ma sono importanti anche le persone con cui siamo seduti. La giusta sobrietà nel preparare la tavola è un modo per dire che non ci interessa solo abbuffarci, ma anche vivere e coltivare la ricchezza delle relazioni e il valore della condivisione. È noto che Gesù ha scelto la commensalità per fare e dire le cose più importanti della sua esistenza per noi. Non credo che si sedesse a tavola solo per riempirsi la pancia. La Messa che celebriamo è proprio un ‘convito’ di fraternità e di condivisione, oltre che la partecipazione al sacrificio d’amore di Gesù per noi. Ancora, la Bibbia ama descrivere la condizione di vita definitiva come un banchetto abbondante preparato da Dio per tutti i popoli, in cui trionfa la bellezza della fraternità.
È curioso che il valore della convivialità sia riconosciuto anche dagli studiosi delle diete come valore aggiunto, al pari dell’equilibrio nella assunzione delle varie sostanze che servono al nostro corpo per funzionare bene. Quando si mangiano delle cose, ci si deve nutrire anche dello stare insieme in modo ricco, gioioso, rispettoso, condiviso.
Prendiamo ad esempio la famosa Dieta Mediterranea tipica di paesi come l’Italia e altri del bacino del Mediterraneo. Nel 2010, l’Unesco l’ha definita come Patrimonio immateriale dell’Umanità. E la motivazione è quantomai interessante: «La Dieta Mediterranea è molto più che un semplice alimento. Essa promuove l’interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende». Il “mangiare insieme”, tipico della Dieta Mediterranea, non significa semplicemente consumare un pasto ma vuol dire rafforzare il fondamento delle relazioni interpersonali, promuovere il dialogo e la creatività, tramandare l’identità e i valori delle comunità.
Per tanti aspetti, i ritmi del nostro tempo (ma forse non quelli di questi giorni di quarantena…) ci hanno portato a trascurare la dimensione della convivialità, magari confinandola in certi rari momenti: presi dalla fretta del fast food a causa della vita frenetica, distratti dalla televisione che cattura l’attenzione nella stanza dove si mangia, stanchi e immersi nei nostri pensieri… rischiamo di trascurare quelli che con noi consumano il dono del cibo per godere della …

RIFLETTIAMO
– Come viviamo in famiglia il mangiare insieme? È un tempo di dialogo e di condivisione della giornata?
– Dove è possibile ci troviamo a preparare insieme la mensa?
– Iniziamo i pasti con la preghiera ci aiuta a ricordare che siamo tutti fratelli perché figli del Padre che ci nutre con