13 La Missione di Barnaba e Paolo (At. 13, 1-43)
1 C’erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaèn, compagno d’infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. 2Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». 3Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.
4Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. 5Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei, avendo con sé anche Giovanni come aiutante. 6Attraversata tutta l’isola fino a Pafo, vi trovarono un tale, mago e falso profeta giudeo, di nome Bar-Iesus, 7al seguito del proconsole Sergio Paolo, uomo saggio, che aveva fatto chiamare a sé Bàrnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di Dio. 8Ma Elimas, il mago – ciò infatti significa il suo nome -, faceva loro opposizione, cercando di distogliere il proconsole dalla fede. 9Allora Saulo, detto anche Paolo, colmato di Spirito Santo, fissò gli occhi su di lui 10e disse: «Uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie diritte del Signore? 11Ed ecco, dunque, la mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole». Di colpo piombarono su di lui oscurità e tenebra, e brancolando cercava chi lo guidasse per mano. 12Quando vide l’accaduto, il proconsole credette, colpito dall’insegnamento del Signore.
13Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge, in Panfìlia. Ma Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme. 14Essi invece, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero. 15Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga mandarono a dire loro: «Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!».
16Si alzò Paolo e, fatto cenno con la mano, disse: «Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. 17Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. 18Quindi sopportò la loro condotta per circa quarant’anni nel deserto, 19distrusse sette nazioni nella terra di Canaan e concesse loro in eredità quella terra 20per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei giudici, fino al profeta Samuele. 21Poi essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Chis, della tribù di Beniamino, per quarant’anni. 22E, dopo averlo rimosso, suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: «Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri».
23Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. 24Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele. 25Diceva Giovanni sul finire della sua missione: «Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali».
26Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza. 27Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l’hanno riconosciuto e, condannandolo, hanno portato a compimento le voci dei Profeti che si leggono ogni sabato; 28pur non avendo trovato alcun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che egli fosse ucciso. 29Dopo aver adempiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. 30Ma Dio lo ha risuscitato dai morti 31ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono testimoni di lui davanti al popolo.
32E noi vi annunciamo che la promessa fatta ai padri si è realizzata, 33perché Dio l’ha compiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo:
Mio figlio sei tu, io oggi ti ho generato.
34Sì, Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più a tornare alla corruzione, come ha dichiarato:
Darò a voi le cose sante di Davide, quelle degne di fede.
35Per questo in un altro testo dice anche:
Non permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione.
36Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nel suo tempo, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione. 37Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione. 38Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera sua viene annunciato a voi il perdono dei peccati. Da tutte le cose da cui mediante la legge di Mosè non vi fu possibile essere giustificati, 39per mezzo di lui chiunque crede è giustificato. 40Badate dunque che non avvenga ciò che è detto nei Profeti:41Guardate, beffardi, stupite e nascondetevi,
perché un’opera io compio ai vostri giorni,un’opera che voi non credereste se vi fosse raccontata!».
42Mentre uscivano, li esortavano ad annunciare loro queste cose il sabato seguente. 43Sciolta l’assemblea, molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio.
La missione di Barnaba e Paolo (At 13,1-43)
Da qui in avanti, l’avventura della Parola si stacca da Gerusalemme. Il cp 12 (che non leggiamo) narra della nuova “nascita” di Pietro (arresto, carcere e liberazione) e dopo di questo episodio anche la sua persona passerà in secondo piano fino a scomparire del tutto. Scopriamo altre persone: Barnaba e Paolo e poi Giovanni Marco e Lucio (forse Luca?).
Ricordiamo allora che Atti è il racconto di un “opera” che avanza non per scelte o decisioni di uomini, ma per azione di Dio: “la mano del Signore era sopra di loro” 11,21. Dio parla non nelle nostre idee, ma nei fatti, sia quelli positivi (la pentecoste, le conversioni), sia quelli negativi (la morte di Stefano, le persecuzioni). E’ lo Spirito che guida e vivifica la storia: la Parola, dove arriva, lo risveglia nel cuore degli uomini.
Il racconto della conversione di Cornelio e oggi di Paolo Sergio, il proconsole romano, aprono la missione ai pagani.
Allora cambiamo città, luogo, usciamo dai confini…
Si chiude la scena su Gerusalemme, la Chiesa-madre (ha avuto una gestazione di 12 anni) per diventare madre di tutti i popoli perché si compisse la promessa ad Abramo di una discendenza più numerosa delle stelle, della sabbia (la moltitudine).
- Barnaba e Saulo tornano ad Antiochia 12,24-13,1
- Barnaba e Saulo sono inviati in missione dalla comunità di Antiochia 13,2-4
- Confronto tra Saulo e il mago Bar-Jesus 13,6-11
- Il proconsole Paolo Sergio crede 13,12
Mentre tutte le evangelizzazioni finora capitate sono per caso o per persecuzioni, qui è il progetto dello Spirito santo che ispira la Chiesa.
La Parola di Dio cresceva e si moltiplicava (la parabola del seme di due giorni fa in Marco) cioè noi diventiamo la parola che ascoltiamo. Nella misura in cui ascoltiamo ci trasformiamo in quella parola e ascoltando la Parola di Dio diventiamo sempre più figli di Dio. E come fa a ‘correre’ questa Parola che si è fatta carne in Gesù? Si fa carne in ogni uomo, fino a quando non sarà Dio tutto in tutti. Probabilmente nel descrivere questa corsa della Parola, Luca ha in mente la promessa fatta ad Abramo.
Barnaba e Paolo erano andati a Gerusalemme per la colletta, ora tornano ad Antiochia, lì dove i diocesani si chiamano per la prima volta cristiani. Vi arrivano con un aiutante Giovanni detto Marco, cugino di Barnaba (è l’evangelista ed è rimasto con Pietro circa una dozzina d’anni). E’ interessante che i primi ad essere contagiati sono i parenti. I più prossimi.
E’ una chiesa di profeti e dottori. Profeta è colui che sa vedere la realtà, non con il suo occhio, ma con l’occhio di Dio. Profeta è colui che ha discernimento ed è sempre in controtendenza. Dottore è colui che trasmette la tradizione, cioè l’insegnamento degli apostoli, la storia di Gesù. Manaem era compagno d’infanzia di Erode. Lucio potrebbe essere Luca stesso. Poi Saulo.
Questa missione si compie tra il 46 e 49 quando ci sarà il Concilio di Gerusalemme cp 15
La missione si rivolge ai pagani, ma sempre dovunque loro vanno, entrano in sinagoga, cioè fanno sempre il tentativo di annunciare prima ai connazionali.
Ci sono ministeri diversi; profeti, dottori, poi i mandati “riservate per me”, poi gli aiutanti: a Marco non si dice di ‘riservarlo’, lui sarà evangelista come Luca, che qui scrive.
Qui si prega e digiuna. La preghiera in Luca è importantissima. Il primo libro ne è pieno. Significa che il progetto della missione non è un progetto nostro, non è un progetto umano, ma la preghiera che è la comunione con Dio e con il suo Spirito, ci dà l’apertura a sentire quello che Dio ci suggerisce.
La figura di Elimas. È una specie di consigliere del proconsole, il quale è uomo assennato sebbene si faccia fare le carte (cfr il re Davide) dal mago. Questi versetti ci presentano la figura del falso profeta e mette in scena lo scontro tra il mondo magico-religioso, tipico di tutte le religioni, e la Parola di Dio. Però sia Il proconsole che il suo collega Cornelio, hanno espresso il desiderio del Signore, il desiderio di Dio. E noi come siamo messi con il desiderio?
Dio e la magia.
- La magia è un voler controllare Dio, averlo in mano; la parola di Dio invece è dono che Dio fa di se stesso.
- La magia non è comunicazione, è un mistero, è un segreto che uno deve avere; la parola di Dio invece è rivelazione, è comunicazione, è comunione.
- La magia ti separa dagli altri che hanno paura di te; qui è tutto il contrario. Al cp 8 abbiamo visto Simon mago… era così in quegli ambienti pagani, di culture diverse, lo è ancora oggi?!
Saulo cambia di nome, diventa Paolo. Un nome romano. Inizia una nuova storia, la storia del mondo romano, il mondo allora conosciuto. La cecità di Elimas è la stessa di Paolo. Non è una maledizione è una benedizione. E Paolo riserva a lui la stessa sua terapia che gli ha fatto Dio, gli trasmette la sua esperienza. Quante volte dovremmo comunicare di più la nostra esperienza piuttosto che le nostre nozioni e saperi che rimangono idee e non fatti. E non ‘convertono’ nessuno.
Paolo fa il suo primo discorso. Viene dopo quello di Pietro e Stefano.
La prima parte è la storia dei padri nella fede (13,16b-25) è un album fotografico con le foto di famiglia. E’ la tesi che dice: le nostre radici sono qui, che è Dio che srotola la storia, la guida. C’è continuità tra Israele e Chiesa. Poi la seconda parte 13,26-27 la proclamazione di Gesù, argomentata dalla Scrittura. La terza parte 13,38-41 è l’invito conclusivo alla conversione: in Gesù c’è il perdono e la giustificazione mediante la fede in lui. Qui è tutto il nostro san Paolo, la sua predicazione, la sua e nostra teologia.
Si potrebbero fare molte considerazioni su questa storia: innanzitutto che rapporto abbiamo noi con la storia, con il nostro passato, con Israele e con la promessa? Un bel pellegrinaggio aiuterebbe molto.
Testi utili
Evangelii Gaudium
I. Motivazioni per un rinnovato impulso missionario
262. Evangelizzatori con Spirito significa evangelizzatori che pregano e lavorano. Dal punto di vista dell’evangelizzazione, non servono né le proposte mistiche senza un forte impegno sociale e missionario, né i discorsi e le prassi sociali e pastorali senza una spiritualità che trasformi il cuore. Tali proposte parziali e disgreganti raggiungono solo piccoli gruppi e non hanno una forza di ampia penetrazione, perché mutilano il Vangelo. Occorre sempre coltivare uno spazio interiore che conferisca senso cristiano all’impegno e all’attività. Senza momenti prolungati di adorazione, di incontro orante con la Parola, di dialogo sincero con il Signore, facilmente i compiti si svuotano di significato, ci indeboliamo per la stanchezza e le difficoltà, e il fervore si spegne. La Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera, e mi rallegra immensamente che si moltiplichino in tutte le istituzioni ecclesiali i gruppi di preghiera, di intercessione, di lettura orante della Parola, le adorazioni perpetue dell’Eucaristia. Nello stesso tempo «si deve respingere la tentazione di una spiritualità intimistica e individualistica, che mal si comporrebbe con le esigenze della carità, oltre che con la logica dell’Incarnazione». C’è il rischio che alcuni momenti di preghiera diventino una scusa per evitare di donare la vita nella missione, perché la privatizzazione dello stile di vita può condurre i cristiani a rifugiarsi in qualche falsa spiritualità. 263. È salutare ricordarsi dei primi cristiani e di tanti fratelli lungo la storia che furono pieni di gioia, ricolmi di coraggio, instancabili nell’annuncio e capaci di una grande resistenza attiva. Vi è chi si consola dicendo che oggi è più difficile; tuttavia dobbiamo riconoscere che il contesto dell’Impero romano non era favorevole all’annuncio del Vangelo, né alla lotta per la giustizia, né alla difesa della dignità umana. In ogni momento della storia è presente la debolezza umana, la malsana ricerca di sé, l’egoismo comodo e, in definitiva, la concupiscenza che ci minaccia tutti. Tale realtà è sempre presente, sotto l’una o l’altra veste; deriva dal limite umano più che dalle circostanze. Dunque, non diciamo che oggi è più difficile; è diverso. Impariamo piuttosto dai santi che ci hanno preceduto ed hanno affrontato le difficoltà proprie della loro epoca. A tale scopo vi propongo di soffermarci a recuperare alcune motivazioni che ci aiutino a imitarli nei nostri giorni.