Egregio direttore,
le scriviamo (e la ringraziamo per la sua ospitalità) perché sentiamo il bisogno di esprimerci in merito alle reazioni alla dichiarazione del nostro Vescovo Gian Carlo sul rinvio a giudizio del senatore Salvini per la vicenda “Open Arms”.
Tali reazioni ci hanno addolorato, e non soltanto perché abbiamo visto attaccato il nostro Vescovo, guida della nostra Chiesa, ma anche figura paterna e amica.
Anche questi aspetti hanno il loro peso, certo, ma il disagio che abbiamo provato davanti agli interventi di alcuni politici locali deriva prima di tutto da due questioni: una di modo e una di merito.
Riguardo al modo.
Come cattolici, cittadini che hanno a cuore le persone, amanti della politica in quanto più alta forma di servizio alla società, ci affatica molto continuare a vedere la dialettica politica ridotta a svalutazione dell’avversario e ridicolizzazione delle sue posizioni.
Essendo poi molti di noi padri e madri, ci piacerebbe che i nostri figli facessero esperienza di una politica che è capace di scontrarsi anche con forza ma senza avere il bisogno di continuamente accusare l’altro di strumentalizzazione, malafede, invasione di campo.
Riguardo al contenuto.
Di fronte al dramma dei migranti, chiunque (non solo un Vescovo) ponga a fondamento della propria vita il Vangelo – ovvero la persona di Gesù – non potrà che affermare un unico, luminoso, principio: la vita di ogni uomo, si creda o non si creda in un Dio creatore – è sacra e inviolabile.
Tutte le definizioni – migrante, richiedente asilo, rifugiato, clandestino, o cos’altro ci si voglia inventare – vengono dopo questo limpido assunto.
E quando un migrante passa settimane in mare, o muore sul fondo del Mediterraneo o è trattenuto in un campo profughi a tempo indeterminato, questo ci interpella nel nostro essere uomini (allo stesso modo, per inciso, in cui ci interpellano tutte le situazioni di povertà di chi risiede da sempre a Ferrara: persone alle quali quotidianamente esprimiamo una solidarietà concreta).
Il nostro Vescovo non ha fatto altro che richiamare questa verità assoluta. Che da questo derivi l’accusa, per la Chiesa, di “fare politica” è davvero incomprensibile.
Per il resto, le vicende giudiziarie sono, com’è giusto che sia, in mano alla Magistratura e il confronto politico continua, speriamo cercando toni e contenuti più elevati e più consoni alla sua nobiltà.
Ringraziandola ancora, formuliamo un augurio alla nostra città nel giorno del suo santo patrono.
Il Consiglio Pastorale della
Parrocchia di Sant’Agostino
Ferrara, 23 aprile 2021
(Festività di San Giorgio)