Lunedì 27 gennaio, alle ore 21, il Consiglio pastorale si radunerà assieme a tutti i parrocchiani che desiderano partecipare, per dare il proprio contributo di riflessione sulla collaborazione tra le parrocchie vicine.
Ci inseriamo così nel grande impegno di riflessione che tutte le parrocchie e i vicariati stanno vivendo per andare verso una nuova geografia diocesana, più rispondente alle esigenze missionarie della nostra chiesa.
Pubblichiamo l’apposita scheda per preparare il proprio contributo alla assemblea parrocchiale.
- L’itinerario
Nell’incontro del Consiglio presbiterale del 27 novembre 2019 si sono messi a punto una serie di criteri per continuare la riflessione diocesana sulla nuova impostazione delle collaborazioni tra le parrocchie e le nuove unità pastorali.
Ora la riflessione passa al livello parrocchiale e vicariale.
A livello parrocchiale ci riuniremo in assemblea lunedì 27 gennaio alle 21: tutti sono invitati, assieme al Consiglio pastorale.
Ogni parrocchia o collaborazione/unità pastorale già esistente è invitata tramite il suo Consiglio pastorale, ad approfondire le considerazioni sulla situazione pastorale e sulle possibili collaborazioni con le parrocchie vicine, e valutando la possibilità di unioni più stabili e organizzate tra parrocchie. Possono essere utili per questa riflessione:
- i criteri sotto riportati, che sono di carattere generale
- le domande già sottoposte all’attenzione delle parrocchie nello scorso anno, per individuare concretamente gli ambiti, le modalità e le persone coinvolte nella collaborazione.
Questa fase è particolarmente importante e utile per coinvolgere il più possibile i laici sia nella semplice informazione a riguardo del cammino che la diocesi sta compiendo, sia nella riflessione comune che partecipa in modo sinodale al ripensamento delle strutture diocesane.
A livello vicariale, entro marzo 2020
Nell’incontro fra i preti del vicariato, si confrontano e sintetizzano i dati emersi dalle riflessioni delle singole parrocchie/unità pastorali:
- per confermare e potenziare le collaborazioni esistenti
- per proporre nuove forme di collaborazione/unità pastorale più stabili tra parrocchie.
È bene che la riflessione sia sintetizzata in una relazione da consegnare al Vicario generale possibilmente entro marzo 2020.
A livello diocesano, entro la tre-giorni di giugno 2020
Tutti i dati raccolti dalle parrocchie e i vicariati saranno oggetto di ulteriore riflessione nei Consigli diocesani (Presbiterale e pastorale, Collegio dei Consultori), in modo da arrivare, se possibile, alla tre-giorni di giugno 2020 con una proposta organica di riorganizzazione della geografia diocesana. L’attuazione della nuova impostazione non sarà necessariamente immediata, ma avrà un andamento graduale
2. Criteri per la nuova geografia diocesana
Alcune premesse generali
– Ravvivare la motivazione profonda della nuova strutturazione della geografia diocesana: la passione per l’evangelizzazione e la necessità di riorganizzarsi per un migliore slancio missionario della nostra Chiesa particolare.
– Sganciarsi dalla logica della emergenza e della riflessione basata solo sui preti che sono presenti con le loro caratteristiche personali: bisogna fissare bene i criteri per una impostazione più stabile delle unità pastorali.
– In vista della strutturazione di nuove unità pastorali (anche con lo strumento dello Statuto dell’UP), è necessario che il Vescovo sia aiutato da una riflessione sistematica che coinvolga i preti e i laici presenti sul territorio e il preti del Vicariato.
Alcuni criteri per individuare i collegamenti tra parrocchie:
– appartenenza allo stesso territorio Comunale
– servizi pubblici comuni
– ragazzi e giovani frequentanti le medesime scuole della zona
– le collaborazioni già in atto e ben assestate tra parrocchie vicine
Confini parrocchiali, vicariali e confini diocesani
Si pone l’eventualità che, sulla base della considerazione delle collaborazioni o delle situazioni demografiche o sociali, si debba ripensare alla definizione dei confini tra le parrocchie o tra i vicariati, o addirittura tra diocesi vicine, confini pensati in tempi diversi e con esigenze diverse.
Il modello di responsabilità canonica dei preti dell’UP
Si possono tenere presenti diverse modalità: parroci in solido (tutti i preti dell’UP hanno piena responsabilità canonica, uno ne è comunque il moderatore: cf. can 517 § 1: richiede una singolare sintonia tra i preti), oppure un parroco moderatore con diversi vicari parrocchiali o preti cooperatori per qualche ambito particolare, a seconda delle situazioni.
Le parrocchie più piccole
Per le parrocchie più piccole, nel corso degli anni si arriverà probabilmente alla necessità di chiusura delle chiese e di cessazione della esistenza come enti giuridici a se stanti, con l’accorpamento alle realtà vicine più consistenti. È necessario però un cammino graduale: spesso nelle realtà piccole ci sono ancora gruppi di fedeli molto attivi, che vanno rispettati.
Bisognerà valutare le diverse situazioni: le parrocchie piccole che ormai non hanno vita nè liturgica nè pastorale; quelle in cui si celebrano le SS. Messe ma non c’è attività pastorale; quelle pur piccole in cui c’è vita liturgica e anche pastorale.
Criteri di organizzazione delle UP
Per le realtà di collaborazione già individuate, è necessario avviare un processo di unità almeno nei seguenti ambiti:
– la razionalizzazione della celebrazione delle Messe, tenendo presente che la celebrazione eucaristica è fonte e culmine e centro propulsore di tutte le dimensioni della vita pastorale
– la valorizzazione di carismi e ministeri dei preti e dei laici e dei religiosi
– il cammino verso l’elezione di un consiglio pastorale unico; nel frattempo, la previsione di almeno alcune riunioni comuni dei consigli pastorali delle singole parrocchie
– Il mantenimento dei singoli consigli per gli affari economici, prevedendo alcune riunioni annuali comuni
– la condivisione delle risorse finanziarie soprattutto attraverso lo strumento del prestito senza interessi, mantenendo normalmente i bilanci separati.
– l’organizzazione comune degli itinerari di formazione per tutte le fasce d’età
– l’organizzazione comune delle iniziative di carità sul territorio
– la salvaguardia delle tradizioni religiose del territorio
- la valorizzazione delle strutture parrocchiali più funzionali
3. La traccia per la riflessione nella assemblea parrocchiale del 27 gennaio 2020
Tenendo presenti i criteri sopra indicati, prepariamoci riflettendo sui seguenti punti:
1. Per quali ambiti pastorali la parrocchia ha difficoltà a proporre autonomamente esperienze liturgiche, formative e caritative consistenti?
2. Quali sono le esperienze di collaborazione già in atto con altre parrocchie?
3. Preferenzialmente, con quali parrocchie vicine è sensata una collaborazione più strutturata?
4. Quali possibilità concrete di collaborazione si possono prevedere nei vari ambiti pastorali (liturgia, catechesi, carità)?
5. Quale modello di suddivisione delle responsabilità dei preti sembra più adeguata?
6. Quali operatori pastorali si possono coinvolgere e valorizzare nella collaborazione (preti, diaconi, ministri, catechisti, educatori…)?
7. Quali risorse economiche si potrebbero condividere in campo amministrativo per aiutarsi tra parrocchie vicine? In quale forma? Quali strutture parrocchiali sono da valorizzare per la pastorale comune?
8. Quali considerazioni si propongono sui confini?
– per quali parrocchie vicine si propone una variazione di confini?
– per quali parrocchie si ritene che sia più opportuna l’appartenenza ad un vicariato diverso?
– si ritiene che il territorio del vicariato possa essere smembrato in più di un vicariato?
– per quali parrocchie più piccole si ritiene che la possibilità di chiusura sia già opportuna?
– per quali si prevede invece nell’arco di qualche anno questa esigenza?
9. Altre osservazioni