Preghiera iniziale – Diapo Linee Guida – Gruppo Liturgia e Parola – Gruppo Strutture – Gruppo Unità pastorali – Gruppo Corresponsabilità
Preghiera iniziale
Il diacono
Il pane che abbiamo mangiato questa mattina dentro alle nostre comunità oggi ci viene offerto all’inizio di questo nostro pomeriggio di lavoro. Il frammento di pane dove Gesù, il Vivente, si nasconde e lì a provocarci: lui ci convoca, lui ci apre gli occhi sulla realtà, lui ci rende fratelli e sorelle, e ci invita a donare la nostra vita come lui l’ha donata per tutti, tutti.
Il tempo della preghiera non è mai tempo perso, il tempo dell’adorazione è il tempo che vogliamo perdere per stare in intimità con Colui che è vivo e ci indica il cammino e la comunione dentro alla nostra Chiesa di Ferrara Comacchio.
Accogliamo con il canto di lode il Signore Risorto.
Canto
Un sol corpo, un sol Spirito, un solo Signore,
una sola fede ci accomunerà.
Un sol corpo un sol Spirito, un solo Signore:
questa è la speranza che uniti ci renderà
1. Rendici umili o Dio, mansueti e pazienti,
facci amare di più chi vive accanto a noi,
conservaci nell’unità con vincoli di pace,
avremo un solo Padre che vive in mezzo a noi.
2. Rinnovaci con il tuo Spirito nel corpo e nella mente,
guidaci alla santità, rafforza in noi la fede.
Rivestici dell’uomo nuovo per essere più puri
e forti nella verità la vita cambierem.
3. Fa’ scomparire da noi asprezza, sdegno ed ira,
le nostre bocche, Signor, proclamino il tuo amor.
Dacci il coraggio di avere per sempre in te fiducia
e creature nuove insieme diverrem.
Due solisti
Signore apri queste labbra perché possano proferire la lode e la riconoscenza che salgono verso di te come un incenso profumato.
Signore purifica queste labbra perché ora possano dirti nel modo migliore il nostro desiderio di incontrarti.
Signore guarisci queste labbra screpolate dall’odio, arse e dalla sete, provate dal grido di aiuto possono. Possano essere lo strumento docile della saggezza e dell’amore della consolazione e della speranza.
Signore rende appassionate queste povere labbra, ardenti come quelle di ogni cercatore di Dio che protende verso di te le mani e il cuore.
Signore frena queste labbra perché solo quando tacciono i rumori si può intendere il soffio della tua presenza.
Silenzio
Dalla prima lettera dell’apostolo Paolo alla comunità di Tessalonica.
Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro. Sappiamo bene fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione, ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene.
Voi stessi fratelli sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata inutile. Ma dopo aver sofferto e subito oltraggi come sapete, abbiamo trovato nel nostro Dio il coraggio di annunciarvi il Vangelo di Dio in mezzo a molte lotte.
Voi ricordate infatti fratelli il nostro duro lavoro e la nostra fatica, lavorando notte e giorno per non essere di peso da alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il Vangelo di Dio.
Per questo rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio che opera in voi credenti.
Monizione del vescovo Gian Carlo
Silenzio per l’adorazione personale
Preghiera di intercessione
Il Lettore
Preghiamo insieme: Venga il tuo Regno Signore
Vicina è la tua parola alla nostra portata perché tu sei un Dio che cerca alleanza e comunione. Troppe cose ingombrano il nostro cuore troppi rumori assordano le nostre orecchie donaci di sapere attendere e accogliere la tua parola con labbra silenziose, preghiamo: Venga il tuo Regno Signore
Quando incontriamo dei fratelli e delle sorelle in difficoltà siamo tentati di proporre subito la nostra povera saggezza umana o di riempire il vuoto con parole leggere e senza senso, donaci labbra pensose perché possiamo offrire un sostegno adeguato e pieno di rispetto, preghiamo: Venga il tuo Regno Signore
Quando siamo gelosi e invidiosi le nostre labbra diventano pungenti, devastano e feriscono più di un pugnale appuntito. Poni sulle nostre labbra la gratitudine e la consolazione per il tanto bene che ci circonda. Preghiamo: Venga il tuo Regno Signore
Siamo tuoi discepoli e anche noi cadiamo nella tentazione dell’odio e della vendetta; quando riceviamo parole cattive e gesti di disprezzo siamo tentati di rispondere con parole che feriscono. Metti sulle nostre labbra il desiderio di riconciliazione e di pace, preghiamo: Venga il tuo Regno Signore
Quanti hanno il compito di pronunciare una parola che raggiunge molte persone siano vigilanti assidui e scrupolosi nella loro fatica, non tradiscano i loro ascoltatori con una parola offuscata dall’interesse di parte, né attraversata dalla menzogna. Dona loro labbra pure che possono autenticamente servire la verità, preghiamo: Venga il tuo Regno Signore
Il Lettore
A questo punto, per chi desidera, possiamo pronunciare a voce alta il nome (o i nomi) di quelle persone che ci hanno cresciuti nella fede, persone che sono state fondamentali per la nostra crescita umana e spirituale. Alla fine dopo averli ricordati con il loro nome concluderemo la preghiera con il canto del Padre nostro
Padre nostro…
Il vescovo
Signore davanti a te possiamo riconoscerlo
siamo artigiani di parole malfatte
fabbricatori di parole vuote
lanciatori di parole acuminate
divulgatori di parole sospettose
ma ci portiamo dentro una nostalgia immensa
di parole autentiche e sagge
di parole consolanti e benevole
di parole ricolme di speranza e di amore.
Guarisci il nostro cuore e rendi le nostre labbra capaci
di migliorare questo mondo donando
parole di vita
parole affettuose di riconciliazione
parole luminose di verità.
Il Diacono
Benedetto sei tu o Padre,
per la parola creatrice
che hai proferito sul nulla.
Benetto Gesù, la tua Parola fatta carne,
dono di amore per ogni uomo.
Tutti
E benedetto il tuo Spirito
che muove le nostre labbra
secondo l’armonia
della gratitudine e della lode.
Benedizione eucaristica
Canto
Lascia che il mondo vada per la sua strada
lascia che l’uomo ritorni alla sua casa
lascia che la gente accumuli la sua fortuna.
Ma tu, tu vieni e seguimi
tu, vieni e seguimi.
Lascia che la barca in mare spieghi la vela
lascia che trovi affetto chi segue il cuore
lascia che dall’albero cadano i frutti maturi.
Ma tu, tu vieni e seguimi
tu, vieni e seguimi.
RIT.
E sarai luce per gli uomini
e sarai sale per la terra
e nel mondo deserto aprirai
una strada nuova
e sarai luce per gli uomini
e sarai sale per la terra
e nel mondo deserto aprirai
una strada nuova
e per questa strada va’, va’
e non voltarti indietro, va‘,
e non voltarti indietro…
Scheda per il gruppo Liturgia e Parola
1. Il piccolo gruppo inizia l’incontro con un momento di accoglienza cordiale e con l’invocazione allo Spirito (vedi il riquadro a fianco).
2. Si leggono con calma i testi e le domande di questa scheda e si dedica un adeguato tempo di silenzio alla riflessione.
3. Nella prima fase tutti i partecipanti condividono brevemente la loro esperienza rispetto alle domande. Il registro è quello della narrazione, mentre tutti ascoltano con attenzione. Terminato il primo giro, si fanno due minuti di silenzio.
4. Nella seconda fase ognuno condivide: “cosa ci ha colpito, cosa ci interpella profondamente, cosa ci dice lo Spirito?”. Il coordinatore fa una breve sintesi di quanto emerso. Seguono due minuti di silenzio.
5. Si arriva così alla terza fase: “da quel che è emerso, cosa sentiamo importante dire a noi stessi alla Chiesa intera come contributo sinodale rispetto a questo tema?”. L’incaricato fa una breve sintesi.
Dopo l’incontro, il coordinatore stende una sintesi dei punti emersi da presentare all’Assemblea e da consegnare al Vescovo.
Adsumus
Siamo qui dinanzi a te, Spirito Santo:
siamo tutti riuniti nel tuo nome.
Vieni a noi, assistici, scendi nei nostri cuori.
Insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,
mostraci tu il cammino
da seguire tutti insieme.
Non permettere che da noi peccatori
sia lesa la giustizia,
non ci faccia sviare l’ignoranza,
non ci renda parziali l’umana simpatia,
perché siamo una sola cosa in te
e in nulla ci discostiamo dalla verità.
Lo chiediamo a Te, che agisci
in tutti i tempi e in tutti i luoghi,
in comunione con il Padre e con il Figlio,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
«Una liturgia che incontra la vita. Essendo fonte e culmine della vita della Chiesa, la liturgia, e in modo particolare la celebrazione dell’Eucaristia, viene indicata da tutti, in modo insistente e accorato, come un banco di prova per vivere e trasmettere il significato della vita cristiana nell’attuale cambiamento di epoca. (…) Si chiede di ripensare seriamente la liturgia, spesso senza riuscire a specificare in cosa. Questa domanda non del tutto codificata consegna comunque il bisogno di riscoprire la bellezza della liturgia, la necessità di affinare l’arte del celebrare e l’urgenza di un’autentica formazione liturgica di tutto il popolo di Dio. Per rendere nuovamente significativa per le persone la vita liturgica delle comunità e accogliere sfide e desideri della fase di ascolto, occorre impegnarsi in una seria e vitale formazione alla liturgia, ma anche dalla liturgia che trasfigura la vita del credente. (…) In più contributi, è inoltre stato sottolineato il ruolo prezioso della pietà popolare, nella quale «si può cogliere la modalità in cui la fede ricevuta si è incarnata in una cultura e continua a trasmettersi» (Francesco, Evangelii gaudium, 123). Al contempo, però, si chiede che le sue pratiche e i suoi riti vengano continuamente illuminati dalla luce del Vangelo per evitare strumentalizzazioni o derive sentimentaliste.»
Dalle Linee Guida della CEI per la fase sapienziale: Il linguaggio della comunicazione (2.2)
«La Messa ha uno “spartito unico”, il nuovo messale, ma le interpretazioni personali del celebrante possono disorientare i fedeli. (…) Problemi ricorrenti: liturgia fredda, proposta e vissuta in modo formale. Linguaggio e segni devono essere spiegati per divenire comprensibili e non parlano ai sensi e al cuore. Distacco dalla vita e dall’esperienza delle persone. Ripetitività faticosa soprattutto per i più giovani. L’assemblea domenicale non sembra l’incontro di una comunità e non lo favorisce, magari in nome del raccoglimento e del silenzio liturgico pre e post celebrazione. Proposte: rendere i fedeli più partecipi, individuando ruoli che coinvolgano più persone, età diverse e le famiglie; valorizzare le ministerialità già presenti ed altre da promuovere non solo durante lo svolgimento delle celebrazioni, ma anche per la preparazione della letture, dell’omelia, dell’accoglienza e del congedo, di una raccolta delle offerte più consapevole e mirata.»
dal Documento diocesano di sintesi del secondo anno della fase di ascolto:
Quali urgenze pastorali emergono e richiedono una riforma nella nostra Chiesa locale? (cap. 4)
Domande guida:
EUCARISTIA: Quali strade percorribili per colmare la distanza percepita tra il linguaggio celebrativo e la vita dei credenti? Come favorire la partecipazione attiva dell’assemblea? Conosci qualche esperienza che possa essere presa a modello come realtà virtuosa?
FORMAZIONE: La nostra diocesi ha bisogno di spazi di formazione liturgica? Se si, di che tipo e incentrati su cosa? Formazione “alla” liturgia e “dalla” liturgia: come realizzarle?
PIETA’ POPOLARE: Come valorizzare la pietà popolare nelle nostre comunità e nella nostra diocesi? Come fare in modo che sia sempre innervata dal Vangelo e non staccata da esso?
Scheda per il gruppo Strutture
1. Il piccolo gruppo inizia l’incontro con un momento di accoglienza cordiale e con l’invocazione allo Spirito (vedi il riquadro a fianco).
2. Si leggono con calma i testi e le domande di questa scheda e si dedica un adeguato tempo di silenzio alla riflessione.
3. Nella prima fase tutti i partecipanti condividono brevemente la loro esperienza rispetto alle domande. Il registro è quello della narrazione, mentre tutti ascoltano con attenzione. Terminato il primo giro, si fanno due minuti di silenzio.
4. Nella seconda fase ognuno condivide: “cosa ci ha colpito, cosa ci interpella profondamente, cosa ci dice lo Spirito?”. Il coordinatore fa una breve sintesi di quanto emerso. Seguono due minuti di silenzio.
5. Si arriva così alla terza fase: “da quel che è emerso, cosa sentiamo importante dire a noi stessi alla Chiesa intera come contributo sinodale rispetto a questo tema?”. L’incaricato fa una breve sintesi.
Dopo l’incontro, il coordinatore stende una sintesi dei punti emersi da presentare all’Assemblea e da consegnare al Vescovo.
Adsumus
Siamo qui dinanzi a te, Spirito Santo:
siamo tutti riuniti nel tuo nome.
Vieni a noi, assistici, scendi nei nostri cuori.
Insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,
mostraci tu il cammino
da seguire tutti insieme.
Non permettere che da noi peccatori
sia lesa la giustizia,
non ci faccia sviare l’ignoranza,
non ci renda parziali l’umana simpatia,
perché siamo una sola cosa in te
e in nulla ci discostiamo dalla verità.
Lo chiediamo a Te, che agisci
in tutti i tempi e in tutti i luoghi,
in comunione con il Padre e con il Figlio,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
«[esiste il] Problema degli spazi non utilizzati e/o non più economicamente sostenibili da parte di comunità numericamente ridotte. Sulle strutture si sottolinea la priorità di quelle relazionali su quelle materiali. Gli stili di appartenenza possono orientare anche il ripensamento degli ambienti e del loro uso. In caso contrario la struttura può essere una gabbia più che un’opportunità. Si denuncia una sempre minor disponibilità di tempo e spazio, sia dei preti che dei laici, per favorire l’accoglienza delle persone negli spazi comunitari, nati per essere casa comune. Emerge l’esigenza di dare una carica affettiva ai nostri ambienti, perché custodire, coinvolgere, accogliere, prendersi cura cominciano a diventare termini sintomatici dell’azione evangelizzatrice.»
Dal Documento diocesano di sintesi del secondo anno della fase di ascolto:
Quali urgenze pastorali emergono e richiedono una riforma nella nostra Chiesa locale? (Cap 4)
«La fase di ascolto ha evidenziato il bisogno di pensare una pastorale “in uscita”, secondo lo stile indicato in Evangelii Gaudium, che serva ad abitare i luoghi “di soglia” e a favorire il dialogo con le realtà della povertà, dell’emarginazione, della solitudine e dell’esclusione. Allo stesso tempo emerge con forza – anche attraverso l’esperienza della pandemia – la necessità di rimettere al centro l’ascolto e lo studio della Parola di Dio, così come di dedicare tempo alla preghiera personale e comunitaria. Queste esigenze portano a un ripensamento delle strutture pastorali in chiave sinodale, a cominciare dalla parrocchia, con il coinvolgimento di coloro che partecipano alla vita delle comunità cristiane.»
Dalle Linee Guida della CEI per la fase sapienziale: Il cambiamento delle strutture (cap. 5).
Tanto gli spunti emersi dalla fase diocesana di ascolto sinodale, quanto le linee guida per la fase sapienziale della CEI ci ricordano la concretezza che la sinodalità e la corresponsabilità implicano. La riflessione sulle “strutture” è un bell’esempio di tale bisogno di concretezza.
Domande guida:
LA SITUAZIONE: cosa so della situazione delle strutture ecclesiali? Se non vengono usate a fini pastorali, come vengono usate? Quali sono presidiate e quali no? Come posso reperire queste informazioni?
LA GESTIONE: come vengono gestite le strutture? Quali di queste producono reddito? Con che forma giuridica vengono gestite? Quali informazioni amministrative sono necessarie per chi si occupa della gestione pastorale delle strutture? Come si può realizzare una formazione in questo senso?
L’USO: cosa significa, concretamente, “usare” le strutture per una “pastorale in uscita”? Come si può valutare se l’attuale uso delle strutture è coerente con quest’ottica? Quali usi si possono ipotizzare per le strutture ecclesiali (specie quando non sono sufficientemente valorizzate o, addirittura, per nulla usate)?
Scheda per il gruppo Unità pastorali
1. Il piccolo gruppo inizia l’incontro con un momento di accoglienza cordiale e con l’invocazione allo Spirito (vedi il riquadro a fianco).
2. Si leggono con calma i testi e le domande di questa scheda e si dedica un adeguato tempo di silenzio alla riflessione.
3. Nella prima fase tutti i partecipanti condividono brevemente la loro esperienza rispetto alle domande. Il registro è quello della narrazione, mentre tutti ascoltano con attenzione. Terminato il primo giro, si fanno due minuti di silenzio.
4. Nella seconda fase ognuno condivide: “cosa ci ha colpito, cosa ci interpella profondamente, cosa ci dice lo Spirito?”. Il coordinatore fa una breve sintesi di quanto emerso. Seguono due minuti di silenzio.
5. Si arriva così alla terza fase: “da quel che è emerso, cosa sentiamo importante dire a noi stessi alla Chiesa intera come contributo sinodale rispetto a questo tema?”. L’incaricato fa una breve sintesi.
Dopo l’incontro, il coordinatore stende una sintesi dei punti emersi da presentare all’Assemblea e da consegnare al Vescovo.
Adsumus
Siamo qui dinanzi a te, Spirito Santo:
siamo tutti riuniti nel tuo nome.
Vieni a noi, assistici, scendi nei nostri cuori.
Insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,
mostraci tu il cammino
da seguire tutti insieme.
Non permettere che da noi peccatori
sia lesa la giustizia,
non ci faccia sviare l’ignoranza,
non ci renda parziali l’umana simpatia,
perché siamo una sola cosa in te
e in nulla ci discostiamo dalla verità.
Lo chiediamo a Te, che agisci
in tutti i tempi e in tutti i luoghi,
in comunione con il Padre e con il Figlio,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
La vita delle Chiese in Italia si articola secondo un gran numero di entità amministrative, in primo luogo le parrocchie, che in varie zone vengono riunite in Unità pastorali: un processo che richiede attenzioni specifiche. La fase di ascolto ha fatto emergere il grande carico che grava sui parroci, oberati da responsabilità amministrative crescenti. Occorre per questo riflettere su come coinvolgere di più e meglio i laici nella gestione, con deleghe specifiche e procure efficaci. Per l’amministrazione di parrocchie prive di parroco residente, va approfondita la possibilità di affidarle a un diacono (diaconia pastorale) secondo il can. 517 §2 del Codice di diritto canonico. Così come va esaminata la figura dell’animatore di comunità (laici, consacrati, diaconi) o di zone pastorali (tema sviluppato in vari Cantieri dell’ospitalità e della casa), già presente in alcune Diocesi, anche nella modalità delle équipe o dei gruppi ministeriali. È necessaria una semplificazione delle certificazioni, ad esempio per i matrimoni, attualmente troppo complicata. Un altro ambito di riflessione riguarda il possibile accentramento di precise aree gestionali in capo alle Diocesi.
Dalle Linee Guida della CEI per la fase sapienziale: Strutture amministrative (cap. 5.2).
I due anni di ascolto hanno messo in moto le neo Unità Pastorali, offrendo occasioni di conoscenza reciproca dopo tanti dubbi e resistenze, e hanno migliorato le relazioni tra unità pastorali, vicariati, diocesi e aggregazioni laicali. Fondamentale la figura-ponte del coordinatore, che dalle assemblee sinodali ha portato nella propria parrocchia o unità pastorale le informazioni e il metodo sinodale e viceversa.
Abbiamo avuto conferma che la parrocchia è ancora struttura fondamentale per la sua presenza nel territorio, che va conosciuto, esplorato nelle sue risorse, necessità e potenzialità.
Abbiamo conosciuto maggiormente la significativa diversità fra le comunità periferiche e le comunità cittadine, caratteristica della nostra diocesi.
Sulle unità pastorali si fa notare l’esigenza di un’autentica corresponsabilità, perché il rischio è di viverle come mega-parrocchie o di legarle ad una serie di servizi da garantire al territorio su cui incidono. Si segnala un problema di leadership nei moderatori, che dovrebbero essere formati adeguatamente. Tuttavia la fatica per il cambiamento non viene vista da tutti come un disvalore. Anzi, se può essere utile a superare il “si è sempre fatto così”, va apprezzata. Il criterio della gradualità nel mettere insieme diverse parrocchie è considerato un utile tirocinio, che può evitare problemi più grandi.
Necessità di una formazione (…), che permetta ai preti di affrontare le nuove sfide e ai laici di assumersi nuove responsabilità nella comunità, con una visione pastorale ampia.
Dal Documento diocesano di sintesi del secondo anno della fase di ascolto:
Quali urgenze pastorali emergono e richiedono una riforma nella nostra Chiesa locale? (Cap 4)
Domande guida:
NODI CRITICI. Completata la costituzione delle unità pastorali, quali sono i principali nodi critici emersi? Quali sono legati a vincoli strutturali (legali, amministrativi) e quali a fatiche personali, relazionali e gestionali?
FORMAZIONE ALLA CORRESPONSABILITA’. Come formare alla corresponsabilità, che, sul piano amministrativo, significa non solo decidere e gestire insieme laici e preti, ma anche rispondere civilmente e penalmente delle scelte ed azioni messe in campo?
BUONE PRATICHE. Quali processi, esperienze e buone pratiche di corresponsabilità già sperimentate nelle prime esperienze di unità pastorale possono essere condivise, valorizzate e diffuse in diocesi?
Scheda per il gruppo Corresponsabilità
1. Il piccolo gruppo inizia l’incontro con un momento di accoglienza cordiale e con l’invocazione allo Spirito (vedi il riquadro a fianco).
2. Si leggono con calma i testi e le domande di questa scheda e si dedica un adeguato tempo di silenzio alla riflessione.
3. Nella prima fase tutti i partecipanti condividono brevemente la loro esperienza rispetto alle domande. Il registro è quello della narrazione, mentre tutti ascoltano con attenzione. Terminato il primo giro, si fanno due minuti di silenzio.
4. Nella seconda fase ognuno condivide: “cosa ci ha colpito, cosa ci interpella profondamente, cosa ci dice lo Spirito?”. Il coordinatore fa una breve sintesi di quanto emerso. Seguono due minuti di silenzio.
5. Si arriva così alla terza fase: “da quel che è emerso, cosa sentiamo importante dire a noi stessi alla Chiesa intera come contributo sinodale rispetto a questo tema?”. L’incaricato fa una breve sintesi.
Dopo l’incontro, il coordinatore stende una sintesi dei punti emersi da presentare all’Assemblea e da consegnare al Vescovo.
Adsumus
Siamo qui dinanzi a te, Spirito Santo:
siamo tutti riuniti nel tuo nome.
Vieni a noi, assistici, scendi nei nostri cuori.
Insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,
mostraci tu il cammino
da seguire tutti insieme.
Non permettere che da noi peccatori
sia lesa la giustizia,
non ci faccia sviare l’ignoranza,
non ci renda parziali l’umana simpatia,
perché siamo una sola cosa in te
e in nulla ci discostiamo dalla verità.
Lo chiediamo a Te, che agisci
in tutti i tempi e in tutti i luoghi,
in comunione con il Padre e con il Figlio,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
La corresponsabilità nella Chiesa ha trovato dal Concilio Vaticano II in poi degli strumenti per la sua realizzazione. È convinzione di tutti che siano stati un grande passo in avanti, ma che servano anche scelte ulteriori, perché gli strumenti già esistenti, a partire dagli organismi di partecipazione, possano funzionare come spazi di autentico discernimento ecclesiale: per questo occorre incentivare, nel loro funzionamento, la dinamica della sinodalità.
Si chiede un ripensamento a livello canonico della distinzione – attualmente troppo marcata – tra piano consultivo e piano deliberativo, accanto a una revisione delle procedure giuridiche che influiscono sull’attuale difficoltà di riorganizzare l’operatività pastorale in senso più condiviso.
Dalle Linee Guida della CEI per la fase sapienziale: Al servizio della corresponsabilità (cap. 4.3).
Abbiamo vissuto, grazie al Sinodo, esperienze nuove, o ritrovate e rinnovate, di corresponsabilità pastorale tra preti e laici nelle assemblee diocesane, nelle riunioni comuni dei Consigli diocesani Pastorale e Presbiterale, nelle Giornate Eucaristiche diocesane, da estendere ai vicariati, alle unità pastorali, alle parrocchie.
Abbiamo conosciuto e sperimentato il metodo della conversazione spirituale, da adottare nella quotidianità e ordinarietà. Propedeutico al discernimento personale e comunitario.
Va cercato e costruito il giusto equilibrio di collaborazione e corresponsabilità tra preti e laici.
Sulla realtà dei Consigli pastorali e degli affari economici parrocchiali, nella prospettiva prossima dei Consigli di Unità Pastorale, si è confermata la necessità di attivarli dove non ci sono e di mantenerli dove invece sono attivi, ma di avviare una riflessione condivisa a livello diocesano e/o vicariale, preti e laici insieme, per renderli capaci del tanto auspicato e richiamato discernimento comunitario.
Dal Documento diocesano di sintesi del secondo anno della fase di ascolto:
Quali urgenze pastorali emergono e richiedono una riforma nella nostra Chiesa locale? (Cap 4)
Le Linee guida nazionali per la fase sapienziale e l’ultimo Documento diocesano di sintesi hanno evidenziato la necessità di una generale conversione pastorale in chiave missionaria (cfr. EG 27). In questo gruppo vorremmo riflettere, guidati dallo Spirito Santo, in particolare sul bisogno e sul ruolo dei consigli pastorali e degli affari economici parrocchiali, dove cresce e matura la “corresponsabilità pastorale tra preti e laici”, soprattutto attraverso “il metodo della conversazione spirituale, da adottare nella quotidianità”. Proprio questo metodo di discernimento porta da una “pastorale degli eventi” a una “pastorale della quotidianità”.
Domande guida:
LA SITUAZIONE. In parrocchia o nell’unità pastorale sono presenti e attivi i consigli pastorali e degli affari economici? La comunità dei fedeli è coinvolta e formata sul loro senso e sulla loro struttura? Esiste un aggiornamento ed una verifica circa il loro servizio?
L’EFFICACIA MISSIONARIA. Tali consigli pastorali e degli affari economici, sono un “canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale” (EG 27), in particolare la parrocchia e l’unità pastorale in cui viviamo?
PROSPETTIVE DI FORMAZIONE. Quali iniziative diocesane si possono intraprendere per costituire i consigli laddove non sono presenti e per formare in modo adeguato i consiglieri?
Presentazione delle Linee Guida e della Conversazione nello Spirito