Una vita fruttuosa, per entrare nella gioia

Commento al Vangelo del 19 novembre 2023.

Ha tanta stima dei suoi servi quel padrone che affida loro i suoi beni (Mt 25,14-30. Non briciole, ma ricchi talenti, cifre di non poco conto (per guadagnare un talento servivano 6.000 giornate di lavoro…). Sa che hanno capacità per farli fruttare. È una immagine bellissima dell’atteggiamento del Padre verso ogni suo figlio, verso ogni persona umana da lui creata a sua immagine e somiglianza: ognuno è arricchito di capacità che rendono concreta la partecipazione alla intelligenza, alla volontà, alla creatività e alla fantasia di Dio, alla sua delicatezza e capacità di premura e di compassione. Quando iniziamo la preghiera del Signore, dovremmo fermarci sempre un po’ sulla parola ‘Padre’ e contemplare la nostra persona con la benevolenza con cui Lui ci guarda.

Quel padrone è poi una immagine bellissima della fiducia che il Padre da a noi affidandoci i suoi beni. Il creato è suo: ce lo ha dato per coltivarlo e custodirlo. Ogni persona umana è sua: ci affida gli uni agli altri perché ci aiutiamo a crescere. Pensiamo ai nostri amici, ai nostri sposi e spose, ai nostri figli e nipoti. La Chiesa è sua: ce la mette in mano perché cresca e diventi sempre più il fermento di una umanità nuova nel mondo.

Che bellezza! Che onore! Che responsabilità!

La cosa interessante è che tutta ‘sta fatica ha un obiettivo molto chiaro: ‘entrare nella gioia’ del Signore. Partecipare da figli della gestione dei suoi beni non è una fredda questione aziendale, ma una esperienza di comunione gioiosa ed effettiva con lui e con i suoi figli. Già nel percorso di questo mondo. E in modo strapieno nella vita definitiva del paradiso.

Può capitare che non capiamo tutto questo, che abbiamo una immagine deformata di Dio come un padrone solo freddo ed esigente, che non vuole davvero condividere la sua vita e i suoi beni con noi… Saremmo come il fratello grande del figlio prodigo…