Servi per amore dell’amor di Dio

Commento al Vangelo del 5 novembre 2023.

Con quanto dispiacere, per anni, Gesù ha guardato gli scribi e i farisei (Mt 23,1-12). Persone con intenti apparentemente buoni (osservare fedelmente le prescrizioni della legge per essere giusti), ma con la deformazione dell’orgoglio! Immagino il fastidio interiore del Signore, fin da piccolo, ma anche e soprattutto la sua voglia di farlo notare, di aiutare quelle persone a cambiare, ad essere migliori, ad essere giusti veramente!

Nel brano di oggi Gesù non parla direttamente a loro, ma alla gente e ai suoi discepoli. Parla degli scribi e farisei, ma vuole parlare al cuore di ciascuno di noi, perché tutti siamo a rischio orgoglio! Tutti istintivamente desideriamo essere ammirati, accettati, ben voluti. Abbiamo un bisogno profondissimo di stima, di sentirci validi, e questo fa parte della nostra struttura umana, è un bisogno profondo che tutti ci portiamo dentro. Non possiamo togliere questo bisogno. Il problema è la risposta. Ad un bisogno vero, si può dare una risposta non autentica, illusoria, provvisoria.

Ecco: Gesù ci educa a cercare la via giusta per appagare il bisogno di essere amati. La risposta più profonda e stabile è l’amore folle del Padre, che si manifesta nella compagnia del nostro Maestro che è Gesù e nella presenza dello Spirito che è la nostra Guida. Quello della Trinità è l’unico giudizio vero e benevolo nei nostri confronti. L’unico amore che non distoglie mai lo sguardo, anche davanti alle nostre cavolate, povertà, fallimenti. L’unico affetto che non viene stoppato da nulla, e nemmeno dalla morte! La Trinità risponde al nostro bisogno di essere ‘osservati’ offrendoci una relazione calda, da padre a figlio, da amico ad amico.

I farisei e gli scribi invece cercano una risposta sbagliata, fragile, non duratura, seppur gradevole sulle prime. La risposta sbagliate è l’applauso degli altri e l’ammirazione della gente fanno certamente molto piacere. Ma durano poco. Andando in profondità, dobbiamo dire che anche il giusto affetto e la bella stima degli amici, dei parenti e pure dei famigliari è certamente importante, ma non possiamo dire che sia il fondamento della nostra vita. Perché nessuno, con le sue forze, è immortale. Nessuno, sulla terra, può dare un amore più forte della morte. Nessuno può evitare che la morte spezzi i legami, anche quelli più profondi. E proprio questo ci fa paura, della morte!

Affidàti dunque a Gesù, e al Padre e allo Spirito, siamo in buone mani. Impariamo a riconoscere nelle manifestazioni di stima degli altri la stima stessa di Dio, e impariamo a manifestare stima agli altri prestando il volto, la voce e i gesti d’affetto alla Trinità stessa che si può servire di noi, in una sinfonia di servizio che è stupenda. È il Servizio, dice Gesù, l’antidoto all’orgoglio e all’egoismo. Più facciamo l’esperienza di essere serviti dalla Trinità, noi così piccoli e indegni, più ci viene da metterci umilmente al servizio degli altri, considerandoli per quello che sono veramente: fratelli e sorelli, figli e figlie del nostro Padre che è nei cieli.