Commento al Vangelo del 17 settembre 2023.
Settanta volte sette il Signore ci ordina di perdonare al nostro fratello, se commette una colpa contro di noi (Mt 18,21-35). Chiaro che è un modo per dire sempre. E il motivo è molto semplice: perché siamo figli del Padre celeste. Padre di tutti. Buono e misericordioso in modo esagerato con tutti. Perdonare è l’espressione concreta di un amore profondo per l’altro, visto per quello che è veramente. Un fratello. Figlio dello stesso Padre Celeste. Questa è una cosa semplicemente vera. Il problema è che noi non ce ne accorgiamo. Il problema è che questa verità dei fatti spesso è sepolta sotto i nostri pregiudizi, le nostre paure, le nostre abitudini, le nostre interpretazioni politicamente corrette della vita, il nostro egoismo e i nostri comodi.
Gesù vuole risvegliare la consapevolezza della fraternità che è il criterio della appartenenza alla comunità dei suoi discepoli. Noi perché andiamo in parrocchia? Perché stiamo scoprendo di essere figli del Padre scandalosamente buono e quindi fratelli degli altri. E vogliamo condividere la bellezza di questa paternità che ci travolge con la sua ‘compassione’ (proprio quella del buon samaritano, o di Gesù davanti alle folle, o del Padre buono con il figlio prodigo) e ci apre alla rivoluzione dello sguardo verso gli altri, servi come noi del Signore meraviglioso.
Per convincerci, Gesù racconta la parabola del servo spietato. A lui il signore condona un debito di duecentosettanta milioni di euro, semplicemente perché s’è messo a pregarlo. Ebbene: noi siamo quel servo. Al nostro Padre e creatore non dobbiamo dei soldi, ma ogni istante della nostra vita, ogni ricchezza della nostra persona, ogni relazione buona, ogni persona cara, ogni esperienza significativa. Potremmo mai sdebitarci? Impossibile.
Eppure siamo a volte come quel servo che non fa scendere nel profondo del suo cuore l’esperienza della misericordia ricevuta, che fa bella la sua persona. Nonostante l’enorme debito condonato e la fiducia gratuita del Signore, quel servo continua a fare i cavoli suoi sfruttando gli altri con un egoismo che fa spavento, e che non fa circolare nella comunità dei servi la misericordia viscerale del Signore… Se non perdoni, il tuo cuore non funziona, la comunità non funziona, la società rimane in balia della logica della vendetta, e il male inesorabilmente si moltiplica.