Il tempo vola qui a Lisbona: è già arrivato il giorno del primo incontro con il Papa!
Una giornata iniziata con la catechesi e la Messa presso la nostra parrocchia di accoglienza. Dopo la colazione e, per chi non riesce a star senza, il caffè nella churrascaria, in chiesa c’è ancora Bruno Forte, che oggi è un po’ più forte. i musicisti e il coro del Rinnovamento nello Spirito ce la mettono tutta per avviare la preghiera in modo vivace. Poi la meditazione, sul racconto delle nozze di Cana. Ecco i sette punti (come le sette luci di una menorah) punti ricamati dal teologo su Gv 2,1-11, che contiene l’Archè ton semeion: entrare in Cana vuol dire entrare nel cuore del Signore! 1. Avviene nel settimo giorno dall’inizio della attività pubblica di Gesù. Il riposo di Dio è uno sposalizio: questo è il senso della vita. 2. Il vino protagonista, segno messianico di festa, risposta al De-siderio di felicità. 3. Acqua per la purificazione: segno dalla nostra attesa di essere purificati. 4. La Donna, luogo della salvezza del mondo. Maria è la signora, la regina.” Che cosa c’è fra me e te? Tu sei l’umanità, la Chiesa bisognosa e in attesa di salvezza, io sono il figlio datore di vita!”. Si può vivere senza sapere perché, ma non si può vivere senza sapere per chi!”. 5. Non è giunta la mia ora. Qui è questione di Kairos, il tempo dell’incontro di amore, e non semplicemente di Chronos. 6. Fate qualsiasi cosa vi dirà. La fede! Credere: dare il cuore. 7. I servi, cioè i diaconi: la vita ha senso solo nel servizio.
Dopo la Messa ci si muove in fretta. Pranzo al Burger King del quartiere e poi in stazione: vogliamo arrivare presto al Parco Edoardo VII per stare un po’ più avanti, oggi. Ci fermiamo un attimo solo per un caffè nei sotterranei della metro, e poi via lungo la Avenida da Libertade, dentro al fiume colorato e rumoroso che sempre più s’ingrossa. Riusciamo a sistemarci sul prato che sta davanti al palco, Anche se il palco lo vedi proprio da lontano. Il sole è cocente nell’aria limpida, che agita le mille bandiere della spianata vociante e attraversata dai pezzi di tanti musicisti che suonano lì, dal vivo per intrattenerci. Stiamo un paio d’ore ad attendere Francesco, che quando arriva ha la pazienza di girare con la SCV1 in tutti i vialetti della spianata per avvicinarsi a noi. Lo vediamo da vicino due volte. Non si può negare che è sempre emozionante. Il Papa è sorridente e felice. Il volto un po’ provato.
Sul palco enorme e azzurrissimo, attori e danzatori colorati mettono in scena la lettura dei messaggi e delle domande che il Papa ha ricevuto. La croce della GMG e l’icona della Madre vengono portate da una lenta processione di giovani, accompagnata da lagne portoghesi che sembrano non finire mai. Finalmente parla il Papa. In spagnolo. Stewie ci aiuta a capire. È deciso, Francesco. E su tanti punti stacca gli occhi dalle cartelle per sottolineare con la sua passione convincente che Dio chiama ciascuno per nome, e lo ama così come è (e non come lui o la società vorrebbe). Ci fa dire in ogni lingua che assieme che ci ama tutti, tutti, tutti… e che la Chiesa deve perciò essere aperta a tutti! Ci mette in guardia dall’anonimato e dalla illusione di relazione del mondo virtuale. Ci raccomanda di essere inquieti, pieni di domante che solo nella vita con Dio troveranno risposta.
Le litanie dei santi e la benedizione concludono questo primo, gioioso incontro. Centinaia di migliaia di giovani, sotto il sole che oramai si sta abbassando, si riversano di nuovo lungo le vie della città. Grida e strofe e bandiere e serpentoni s’incrociano infinitamente. In questo formicaio ci districhiamo per cercare un posticino per la cena. Troviamo abbastanza in fretta A Padaria Portughesa, dove non c’è ancora tanta coda, e altri il Pingo Doce, che è un po’ più in là. Riuniti nel Jardim Das Amoreiras, riprendiamo il cammino verso Rossio, passando in un altro vivace e popolare quartiere di Lisbona. Poi il treno stipato per rientrare. Questa sera il vento rende ancor più da brivido la doccia…








