GMG Lisbona – 2 agosto

Questa mattina iniziamo i RiseUp: le classiche catechesi delle GMG. Tre mattine di riflessione e preghiera, guidate dai vescovi. Alla Igreja de Santa Maria (quella in cui siamo stati accolti il primo giorno e dove abbiamo ricevuto la colazione, più smilza, anche stamattina) ci attende il vescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte. Parla molto, il vescovo, parla molto. E canta e fa cantare ritornelli in ebraico e in italiano. E cerca di interagire con i giovani in prima fila, i nostri. Una botta di simpatia. Dalle sue parole traiamo qualche spunto sul brano guida di queste giornate: Maria, condividendo con Elisabetta la gioia e il servizio, si pone con un amore capace di attenzione, concretezza e tenerezza. Su queste cose ci si confronta in piccoli gruppi dentro alla chiesa stipata di giovani da mezza Italia. Si conclude con qualche domanda a mons. Forte, che parla, parla molto, e poi ci si prepara alla Messa, presieduta dal vescovo di Forlì-Bertinoro e animata in modo vivace e caloroso dai giovani del Rinnovamento nello Spirito. Mattinata intensa!

Ci rifocilliamo al Telepizza, che sta vicino alla stazione e che ci mette una vita a sfornare, Già da ieri siamo alla caccia degli orari più sensati per rientrare in serata, dopo la festa degli Italiani. Un autobus ci porta, stipati, verso Belem, attraversando i quartieri periferici di Lisbona. In viaggio scopriamo che il Papa oggi deve andare proprio lì, al Monasterios dos Jeronimos (spettacolare costruzione in stile manuelino, costruita in omaggio a Vasco de Gama), a pregare con il clero e i religiosi. Lo vediamo per un attimo sfrecciare con la sua scorta, mentre la gente festante gli fa ala. Intanto noi siamo arrivati alla Città della Gioia, che sta nei giardini tra il monastero e il fiume. Al centro la zona delle confessioni, dove alcuni di noi celebrano la scandalosa misericordia del Padre. Tutt’attorno, nelle zone intitolate alla passate GMG, gli stand da tutto il mondo di gruppi, associazioni, congregazioni che si presentano con le loro iniziative di spiritualità, vero fermento del Regno in giro per il mondo. Alcuni prolungano la presenza e gli incontri lì, mentre il gruppo attraversa la bolgia del sottopasso che porta verso la piazza degli Scopritori. In riva al fiume Tago s’erge imponente il monumento proteso verso le terre lontane, cercate dagli esploratori portoghesi. L’enorme mappamondo dentro alla rosa dei venti nella lucida pavimentazione antistante ne mostra le conquiste. Voglia di conoscenza del mondo in quei gloriosi secoli di potenza celebrati forse con nostalgia da questi monumenti.

È molto bello il lungo il fiume. Lo percorriamo con calma, verso il luogo della festa. Sostiamo nel parco antistante la famosa Torre di Belem che svetta a protezione del porto, nobile costruzione cinquecentesca. I gruppi si infittiscono sempre di più lungo la strada, concentrandosi in un fiume che gorgoglia di canti e di grida, roba da chiesa e roba da stadio, fratelli d’Italia e Servi per amore.

Alla festa, in una vasta area accanto al fiume siamo in decine di migliaia. Arriviamo tardino e ci sistemiamo indietro. Inizia la diretta. Fila via tra canti e balli e interventi di sportivi & attori & testimoni di impegno civile. Ci fermiamo soprattutto ad ascoltare don Ciotti. Tutt’attorno c’è confusione, come sempre in questi casi. Un po’ si balla, un po’ si ascolta, un po’ si chiacchiera e si gioca a carte. I lontani altoparlanti si sentono comunque. Alcuni riescono a rimanere fin verso la fine, quando Zuppi guida la preghiera.

Il rientro ad Agualva è un’avventura. Ogni gruppo s’organizza cercando di azzeccare i bus e i treni assaltati dai pellegrini che devono rientrare. Per molti la soluzione è il comodo e veloce taxi. Ci attendono le nostre tre docce gelate e un po’ di scambi di condivisione sulla giornata.