Come ascolti?

Commento al Vangelo del 16 luglio 2023.

Inizia il terzo grande discorso di Gesù, secondo il racconto di Matteo (13,1-23): è il discorso in parabole, dopo quello della montagna e quello ai missionari. Siamo in riva al mare di Galilea e Gesù, per parlare, si mette su una barca, mentre tutta la gente venuta ad ascoltarlo rimane sulla spiaggia, e inizia a parlare proprio dell’ascolto. È un tema sempre importantissimo: che significa ascoltare? Siamo veramente in ascolto di Dio oppure no? Che cosa ci impedisce di aprire le orecchie e il cuore? La semplice e famosa parabola del seminatore ‘sbadato’ è per Gesù un forte appello ad aprire le orecchie, ad accorgerci del seme buono che lui continuamente sta mettendo nel nostro animo, svelandoci i ‘misteri’ del Padre, cioè il senso della nostra vita e lo stile di autenticità che solo Lui ci sa proporre. Gli esempi che Gesù fa (cosa succede al seme sulla strada, sui sassi, sui rovi, sul terreno buono) sono tutti insieme come un grido dal cuore del Signore, espressione del suo grande e palpitante desiderio: che noi siamo delle persone fruttuose, mettendoci in comunione con il Padre che dà la vita e il senso alla vita! Guardiamo a Gesù, là sulla barca, con tutti noi davanti a lui: sentiamo la sua voce appassionata, scrutiamo il suo cuore assetato della nostra risposta! Gesù conosce benissimo la nostra libertà (ne è lui l’autore e il garante…), e sa molto bene che non può forzare, non può e non vuole obbligare. Ma le prova tutte per attirarci e affascinarci e sedurci! Si rende conto che non basta dire le cose, o scriverle sui libri, o raccontarle in televisione o sui social. Ci avvisa che potremmo ascoltare ma non capire veramente. Che all’ascolto deve seguire una decisione del cuore: la decisione di aderire a lui, di diventare suoi amici, di metterci in dialogo con lui. La maggior parte della gente che è su quella spiaggia non lo fa. I discepoli che invece seguono il Signore e stanno in dialogo con lui lo fanno: aderiscono a lui ed entrano veramente nella bellezza del Regno, della umanità nuova e rivoluzionaria che vive secondo la sapienza del Padre. Non è Gesù che fa differenze: lui parla a tutti. Siamo noi a fare la differenza, decidendo se aprirci oppure no, se portare frutto oppure no. Oggi succede proprio quel che succedeva allora. – Tanta gente non ascolta nemmeno il Signore: non ne vuole sapere della Parola, vive come se Lui non esistesse e non gli passa neanche lontamente per la testa che potrebbe essere bella e importante. Preferisce vivere secondo logiche mondane, magari demoniache di potere, successo, possesso. – Tanta gente ascolta sì, ma in modo formale. Sente le letture alla Messa, ma uscendo di chiesa nemmeno si ricorda che vangelo ha ascoltato, e vive tutta la settimana con la coscienza a posto perché è andata a Messa, ma non si lascia scalfire dall’insegnamento radicale di Gesù sul perdono, sulla condivisione, sulla compassione per gli altri, sulla lotta per la giustizia e per la pace, sul servizio. – Qualcuno ascolta e cerca di mettere in pratica. Si lascia fare dal Signore e dalla sua Parola. Cerca di memorizzarla e di meditarla, come Maria, cogliendo ogni settimana a Messa o nella sua lettura personale una frase provocante, consolante. Cerca di ispirare la sue parole e le sue scelte quotidiane alla Parola e alla Presenza del Signore. E porta almeno un po’ di frutto. Non perché è bravo lui, ma perché sperimenta la forza dello Spirito che suscita Parola e Carità.