Campo ACR a Caviola – 6 luglio 2023

L’essenziale? È invisibile agli occhi, diceva la volpe al piccolo principe. Proprio così: difficile vederlo e sceglierlo. Ne hanno avuto esperienza i nostri antenati nella fede: gli israeliti che Dio ha dovuto educare per quarant’anni nel deserto per prepararli ad entrare nella terra promessa. Manna ogni giorno dal cielo, quaglie e acqua scaturita dalla roccia erano i doni essenziali con i quali nella sobrietà del deserto il Signore ha nutrito il suo popolo. I ragazzi provano ad interrogarsi, aiutati dagli educatori, nella mattinata grigia, su ciò che per loro oggi è essenziale. Si prova ad andare un po’ in profondità e ad aprirsi gli uni agli altri, in una vita che per tutti è ricca di tante cose, di tante esperienze, di tante relazioni, di una infinità di messaggi e possibilità. Difficile vedere e scegliere l’essenziale. Speriamo che anche l’esperienza del campo, in questa casa molto spartana, sia stata un piccolo passo per individuare e vivere le cose più importanti: le relazioni con gli altri nel servizio e soprattutto l’incontro con l’Essenziale, cioè il Signore che ci ha creati e che ci ha redenti e che è perennemente al servizio della nostra vita, l’unico che sa offrire un amore più forte della morte e del peccato. Alcuni ragazzi celebrano anche la confessione nella mattinata: l’incontro sicuro con il Signore che ci perdona perché ci stima e ci rimette in movimento nel servizio.

La giornata continua, oggi tutta in casa, allegra e semplice. Il filo stendipanni è diventato la rete da pallavolo, mentre gli zaini e gli scarponcini fanno da porte di calcio nel piazzale ghiaiato e bagnato. Ai tavoli continuano la briscola, piripicchio e scalaquaranta. Qua e là felpe e scarponi umidi e smarriti. Si inizia a preparare la serata: a gruppetti ci si dedica a canti & balletti & numeri vari; la lista degli artisti si fa e si cancella e si rifa più volte. Nel pomeriggio s’apre un po’ il cielo. Ci sta il giocone preparato dagli animatori, una sorta di caccia al tesoro attorno al tempo di Sputankamon, prima della merenda con l’ottima torta preparata in casa dai cuochi che hanno dovuto lottare con il forno molto essenziale della cucina. E prima della doccia e del tempo dei telefoni, riconsegnati ogni giorno ai ragazzi nel tardo pomeriggio per sentire mamma e gli amici e per le altre cose utilissime ed essenziali che si fanno con gli smartphone…

Nella cena i cuochi si cimentano con l’arte di preparare giusto giusto quel che serve per finire le scorte e poi, dopo i servizi al secchiaio e in refettorio, la grande soirée, guidata dai bravi e piccoli presentatori. Il clima allegro scivola nella inesorabile nella ‘zigatina’ dell’ultima sera che avvolge tutti in un grande abbraccio e a cui pochi eroi resistono. La metà delle lacrime, però, è conservata per domani: in mattinata sistemazione della casa e la Messa, poi la grigliata a Falcade e il rientro a Ferrara.