Oggi si sta con quel pazzo di Mosè che si presenta dal Faraone a ordinargli, nel nome del Signore, di lasciar partire il popolo di Israele. Il faraone non ne vuole sapere di ascoltare quel vecchietto ottantenne che se l’era svignata per quarant’anni a fare il pastore in terra di Madian e ora torna balbettando pretese assurde. In verità, con i ragazzi scopriamo che Mosè ci ha messo un po’ per lasciarsi convincere dal Signore, che gli chiede semplicemente e testardamente di avere fede. E lo comprendiamo bene, Mosè: chi di noi oggi si presenterebbe dai grandi dittatori della terra per dire loro personalmente di liberare gli schiavi? È il tema della preghiera e della riflessione del mattino, in gruppi. Dopo aver letto alcuni articoli sullo sfruttamento del lavoro minorile, sulle centinaia di migliaia di bambini-soldato, sull’inquinamento del pianeta, sui disastri delle guerre, sullo spaccio che avviene sottocasa… si è provato a buttar giù qualche spunto per una lettera da scrivere ai potenti della terra. I ragazzi ci stanno. Molti sono già abbastanza informati su queste cose. Altri scoprono con sorpresa i dati terribili delle ingiustizie. Ai capi si chiede per esempio di agire per la pace, di lavorare insieme, di tener conto delle sofferenze, di condividere le risorse, di dare a tutti le stesse possibilità. E insieme ci si prende anche qualche impegno: ad informarsi meglio, anzitutto, e poi a consumare di meno, a metter da parte qualcosa per i poveri, a scegliere cosa comprare evitando le cose prodotte sfruttando la gente…
Mezzogiorno arriva in un baleno, sotto l’azzurro cielo solcato dalle bianchissime nubi.
Il pranzo tarda un po’ mentre nel cortile si schiaccia e si improvvisa un campetto di calcio. Alcuni vanno a vedere il torrente non ancora tornato limpido.
Il gioco continua. Serve una spedizione al torrente a cercare un pallone rotolato già dalla scarpata. È Stewie che lo ritrova tra i sassi del largo greto.
Tutti insieme poi c’è la sfida ladri e faraoni, prima della merenda e delle docce.
Dopo la cena con il fantastico spezzatino con le patate, e dopo i servizi in refettorio e nel secchiaio, stretti nella saletta, le squadre continuano a gareggiare tra disegni e canzoni e beveroni da indovinare. Presto è ora di piombare nel sonno. In pochi sono impauriti dal rumoroso temporale che scuote i boschi a mezzanotte… e sono accolti dagli educatori ancora riuniti per il governo.






