Campo Gimi2 a Napoli – 19 agosto 2022

La notte è andata abbastanza bene, tra il ronzio dei ventilatori e un temporale che ha rinfrescato un po’.

Pregato insieme il Miserere (oggi è venerdì), si fa colazione con brioches al pistacchio e al cioccolato, prima di dirigersi verso Scampia. In una manciata di minuti, attraverso l’immensa periferia della piana di Napoli, arriviamo al Centro Hurtado, messo su dai gesuiti in questo quartiere tristemente famoso e che però è un fermento di gruppi e associazioni che si mettono al servizio. Ci accoglie Sonia, una signora che qui fa la volontaria. Volentieri ci parla della storia del quartiere: una storia di gente ammassata in questi palazzotti senza servizi fin dalla fine degli anni Sessanta. Mancanza di lavoro e basso grado di scolarizzazione ne hanno fatto terreno fertile per la piccola criminalità e il mercato della droga e via via le faide di camorra, nella assenza delle istituzioni. L’impegno educativo piano piano si è diffuso grazie alla presenza di un associazionismo vivace e variopinto. Alcuni interventi delle forze dell’ordine hanno un po’ migliorato la situazione spostando altrove le grosse piazze dello spaccio. Sentiamo storie di gente appassionata per la crescita umana e culturale, pronta a mettersi al servizio, a inventare risposte ai bisogni, a fare rete. Sonia ci accompagna alla sede della associazione L’albero delle storie: un piccolo giardino messo su da un ex camorrista, che, scontata la sua pena e memore di ciò che gli mancava da bambino, ha inventato questo luogo aperto e accogliente. Uno dei tanti piccoli luoghi del lievito in mezzo agli alveari e agli spazi incolti e non curati. Visitiamo un altro interessante giardino, inventato dalla Associazione Gridas: si chiama Pangea. È il giardino dei continenti e della nonviolenza. Un gruppo di scout romagnoli sta aiutando Martina a sistemare un po’ di cose. Martina è vulcanica: ci racconta sorridente la sua esperienza di impegno, di proposta culturale (continua l’azione del suo papà che ha fondato l’associazione che fa il carnevale a Scampia), di lavoro in rete con le altre associazioni del quartiere. Vulcanica e contagiosa.

Arriva presto l’ora di pranzo. Ci spostiamo verso il centro di Napoli. Per trovar parcheggio ci vuole un’avventura persi col pulmino tra gli stretti vicoli dei quartieri spagnoli. Per pranzare ci vuole prima uno spiacevole passaggio in un locale che risulta poco pulito e poco serio. Ci rifacciamo, vicino al duomo, con un gustoso cuzzetiello! E poi via per Spaccanapoli, tra le frotte di turisti e le simpatiche grida dialettali. Spendiamo tempo a San Gregorio Armeno, entriamo nella Cappella San Severo per incantarci davanti al Cristo velato, passiamo per il portico maiolicato del complesso di S. Chiara, e poi via fino alla piazza del plebiscito, che tentiamo di attraversare bendati. Poi si gira attorno al maschio angioino e costeggiando il porto si ritorna verso il pulmino.

A casa si mette su una pastasciutta. Dopo cena arriva un parrocchiano di qui (responsabile dell’AC): Salvatore, con la sua signora e con una bottiglia di limoncello fatto in casa.