È domenica il sesto giorno del nostro viaggio! La mattinata è tutta dedicata a celebrare il Risorto che ci parla e si fa mangiare da noi. Lo incontriamo in uno dei suoi posti preferiti: le periferie. La parrocchia di S. Croce sta nel cuore del Villaggio S. Agata che è una porzione di Librino, la città nuova costruita nel dopoguerra fuori dal centro storico di Catania. Un agglomerato di case popolari, per sé urbanisticamente ben disposte, che sono un concentrato di varia umanità. Raggiungiamo in pochi minuti la chiesetta nel piazzale assolato, percorrendo larghi e trasandati viali. Ci accoglie con pacata cordialità don Alfio, che sta preparando la messa nella afosissima sagrestia, mentre Graziella recita il rosario con decisione al microfono. Inizia subito a parlarci del quartiere, quasi con incontenibile desiderio di condivisione. Ma deve iniziare la Messa, e ci sistemiamo nei primi banchi della chiesa di cemento, che ha grosse inferriate alle finestre. Una ventina di parrocchiani arriva alla spicciolata, per lo più anziani. Fa capolino anche una famiglia o due con qualche bimbo. Il Signore oggi parla di sobrietà e di ordine, di apertura al significato profondo della vita e di capacità di usare con criterio i beni della terra. Beati i poveri in spirito! La celebrazione è semplice: un incontro vero con il Signore che ama tutti e che fa vivere la bellezza dell’incontro tra fratelli. Una foto con i parrocchiani ai piedi dell’altare è la scusa per attaccare pezza con alcuni. Con la bimba Sara, con Graziella e Francesca che sono le chierichette adulte, con Antonio che fa la guardia carceraria, con Pina e Luciano che son qui da sempre. Quando don Alfio ha finito di ricevere i parrocchiani, si siede con noi sul sagrato, tra il tabernacolo e i palazzoni. E con voce pacata e appassionata ci racconta un po’ come lo Spirito sta suggerendo i passi della evangelizzazione di questa periferia. La Chiesa è il popolo di Dio che fermenta l’umanità con tutte le sue debolezze. La Chiesa è il popolo in cammino che entra nelle case, conosce ed accoglie, cerca di capire i problemi e di fare passi di umanizzazione. La Chiesa è comunione di persone che si incontrano, si formano, si mettono al servizio. È presenza paziente del Regno che accetta di essere piccolo seme, e vive la speranza anche davanti alle situazioni più difficili di degrado, di criminalità diffusa, di abbandono scolastico, di assenza delle istituzioni, di povertà culturale che porta a cercar felicità nei soldi facili della droga. La Chiesa si lascia lentamente rinnovare dal Signore anche quando i suoi preti danno scandalo sfilacciando il tessuto della comunità. Parla con realismo, don Alfio, qui da solo per novemila anime. Ci par di capire che è un uomo di Dio. Domani chiederemo al Vescovo di mandargli un prete.
Mentre si torna alla Playa si fa spesa per il pranzo domenicale, ci sono anche le squisite paste del Caffè Europa!
Il pomeriggio è tranquillo, un po’ in casa un po’ in spiaggia, prima di ripartire per Catania, tirati per la serata. Arriviamo con anticipo al Castello Ursino, da dove parte il tour di Catania sotterranea. Attendiamo Matilde con curiosità, mentre frotte di ragazzini scorrazzano con i motorini nella zona pedonale, un po’ fastidiosi e un po’ ridicoli. Riunito il gruppo dei turisti parte la visita, in verità un po’ lenta e deludente, di alcuni luoghi sotterranei, creati dalle preistoriche o più recenti colate laviche, mentre le guide raccontano tratti della storia catanese. Il giro termina in una cappella funeraria di epoca romana, con la storia del martire Euplio, dalla storia più sfortunata di quella di Agata. Siamo vicini alla Trattoria, dove abbiamo prenotato, pronti per una bella cenetta di pesce finanziata dalla Provvidenza. Ci si attarda attorno al tavolo, chiacchierando allegramente.














