Campo Gimi1 a Catania – 30 luglio 2022

Colazione a gruppetti questa mattina e si parte per tempo. A Catania, al Parco Falcone, abbiamo appuntamento con Rosy, del presidio universitario di Libera. Quasi stava per saltare questo appuntamento, ma proprio il giorno prima di partire è stato confermato. Alla scoppiettante Rosy s’aggiunge Luigi, e poi … Ci accomodiamo in un angolo ombreggiato del Parco e dopo le presentazioni ci mettiamo in ascolto di questi giovani che con freschezza ed entusiasmo e competenza ci parlano di Libera, associazione di associazioni che scelgono di operare unite per il contrasto al fenomeno mafioso. Sono un fiume in piena. Quasi a gara ci aiutano a capire i tratti fondamentali di questo fenomeno (l’organizzazione con fini criminali che si vuole insediare sul territorio sostituendosi allo Stato con metodi intimidatori e violenti), la sua infiltrazione quasi invisibile nella vita quotidiana, la sua trasformazione che richiede occhi aperti. Ci dicono l’importanza della memoria collettiva di tutti i delitti, che non sono fatti solamente personali o famigliari. Ci spaventano un po’ quando sentiamo che tu puoi finanziare la mafia facendo aperitivo in un bar che paga il pizzo e non lo sai, comprando i ceri della festa di S. Agata, prendendo un pacchetto di sconto per un funerale, andando in un ristorante che, confiscato alla famiglia mafiosa, è tornato per vie più o meno traverse nel controllo della stessa famiglia. Ribadiscono l’importanza della formazione, della lettura, dell’impegno personale, del lavoro in rete tra quelli che vogliono edificare una società più bella. Ci incoraggiano ad essere giovani che non si pensano come cittadini del futuro, ma pienamente cittadini del presente. 

Nella frescura del parco volano un paio d’ore, con questi amici pieni di passione e di sano realismo. Lì vicino pranziamo con qualche specialità da street food e poi si torna alla Playa. C’è il tempo per una siesta. Dal mare sale una piacevole brezza oggi.

Giovanni e Carla arrivano nel primo pomeriggio a trovarci. Ci sistemiamo con loro nel salottino in un angolo della sala da pranzo. Sono due giovani fidanzati, del movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich e ormai sparso in tutto il globo. Dopo il vivace incontro del mattino le aspettative sono alte, ma loro si mostrano all’altezza. Simpatici e profondi, raccontano con grande semplicità la loro esperienza di spiritualità e di impegno. Spiritualità di comunione: il sogno del vangelo è fatto proprio da Chiara e dal movimento che tutto fa per l’unità, per la fraternità. Spiritualità di ascolto comune della Parola per illuminare la vita e gli eventi. Spiritualità di condivisione, chè le cose quando sono messe nella testa e nel cuore degli altri si vivono meglio, e aiutano a saldarsi nei valori che fanno diventare significativa e perseverante la nostra persona. L’impegno invece è quello di tenere gli occhi aperti sulla realtà, superando il terribile rischio dell’appiattimento sulle proprie comodità: mai subire e appiattirsi sul ‘tutto fa schifo’. L’impegno è quello di pensare insieme come mettersi al servizio, facendo rete, in esperienze piccole o grandi: Giovanni e Carla ci raccontano di campi formativi per i giovani o di servizio nelle strutture di accoglienza dei migranti. Nel nostro animo si riaccende insistente la vocina: e noi che possiamo fare?

Accompagnati i nostri amici sul portico dell’Ostello, qualcosa attira irresistibilmente: nel vicino bar alcuni animatori fan ballare la gente tra gli ombrelloni. Proprio con la playlist del Grest! Timidamente ci avviciniamo e nonostante la voglia del programmato tuffo in mare, si sta un’oretta in pista, allegri e sudatissimi.

Il sole sta già scendendo e comunque si sta un po’ in ammollo tra le dolci onde, in cerchio a giocare a schiaccia.

A cena c’è la carbonara, preparata con cura dai nostri cuochi. Intanto arriva il whatsapp della provvidenza che ci commuove: una parrocchiana ha visto dalle nostre cronache che mancava una cena di pesce e ha deciso di finanziarla per domani sera.

E dopo cena finalmente ci sta un momento di gruppo, seduti sotto il portico dove il rollio dolce delle onde (e ogni tanto il frastuono dei motori a reazione che non ti fa parlare) fa da sottofondo ad una semplice condivisione: ci raccontiamo un po’ come sta il nostro cuore, come abbiamo preparato e iniziato il campo, come lo stiamo vivendo. E il gruppo fa passi di unità, per i quali ringraziamo il Signore nella Compieta.