Va’ e non peccare più

Commento al Vangelo del 3 aprile 2022 e omelia sul salmo 125.

Uno sguardo puro e pieno di stima. Una accoglienza profonda e fiduciosa. Insomma, una relazione autentica di amore è quel che Gesù offre alla donna che gli altri volevano lapidare perché ‘sorpresa in adulterio’ (Gv 8,1-11). In questa ultima settimana di Quaresima la Parola insiste nel farci fare l’esperienza della misericordia: come guardiamo a quella donna? Come guardiamo a quelli che trasgrediscono le leggi o le indicazioni morali?

Vengono un sacco di domande, a leggere di questo incontro, nel quale Gesù, con pazienza e furbizia, invita i lapidatori a ragionare. E se quella donna rappresentasse l’umanità? E se quella donna non fosse che una provocazione per ognuno di noi? Possiamo forse nascondere il nostro peccato, il nostro ‘adulterio’ nel senso del tradimento dell’amore di Dio e degli altri? Qualcuno di noi può forse vantare il diritto di lanciar pietre perché si sente puro e perfetto?

Ma foss’anche così, il puro e il perfetto (cioè il Padre, e con lui il Figlio che ne rivela il cuore) di pietre non ne lancia. Il Signore della vita non distrugge. È capace di guardare sempre alla dignità di ogni persona, che sa sotto e prima di ogni peccato. È capace di una stima infinita: come ogni papà e ogni mamma, pur nella povera esperienza umana, sa guardare ai propri figli con preoccupazione e affetto, anche quando si scoprono i loro difetti, anche quando quei difetti fossero macroscopici. È capace di dare fiducia, di sperare in un cambiamento, in una crescita, in un cammino di conversione. È capace di aiutare a guardare con chiarezza al proprio peccato senza che questo provochi avvilimento o schiacciamento.

Tutto è condensato in quell’ultima frase, detta dalla Misericordia alla misera, dopo che i sapientoni se ne sono andati ad uno ad uno, partendo dai più anziani: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». Quella donna finalmente si è sentita difesa, amata, non strumentalizzata, non sfruttata, non fallita nelle relazioni. Si è sentita investita della fiducia che rende capaci di relazioni d’amore gratuite e rispettose.

Per noi e per tutti dobbiamo sperare la salvezza, che consiste proprio nel ricevere e donare lo sguardo fiducioso e amante di Dio. Purificando con pazienza il nostro animo dagli sguardi diversi, pieni dell’invidia o della paura o del rancore. Ne abbiamo bisogno anche in questo tempo in cui siamo toccati più da vicino dagli eventi drammatici che tanti nostri fratelli e sorelle stanno vivendo a causa della violenza di chi getta pietre sugli altri per affermare egoisticamente e orgogliosamente i propri interessi. La chiarezza di giudizio sulla pazzia e la crudeltà della guerra deve essere accompagnata, nel nostro cuore, dalla condivisione della compassione e della speranza di Dio per tutti.